Gerlando Lo Cicero ha partecipato alla 12^ edizione della Maratona Città di ragusa e qui di seguito racconta la sua esperienza di gara, precisando che si tratta di un "racconto lungo" la cui lettura é raccomandata solo a chi è allenato ai lunghissimi!.
Precisa anche che il suo racconto é dedicato a Mario Cavataio.
Nebbia, freddo!
Sono contento per questa ovattata atmosfera che ci accoglie e circonda la zona di partenza della 12^ Hybla Marathon [dall'anno scorso "Maratona Città di Ragusa"], come se in quella nebbia potessi nascondere i miei preoccupati pensieri per una nuova maratona che so di non aver preparato e di non essere fisicamente nel meglio della mia forma, ancora una volta!
Sorrido agli amici, leggo nei loro volti tutta la frizzante gioia per una nuova esperienza di 42,195 chilometri, insieme alla loro determinata concentrazione.
Sorrido anche per esorcizzare la mia inquietudine!
La voce dello speaker scandisce i pochi secondi alla partenza, poi lo sparo concretizza l’inizio di questo nuovo viaggio!
Immediatamente il manto stradale scende e tra noi ci gridiamo di fare attenzione perché la strada è resa scivolosa dalla brina di questo mattino e il rischio di cadere è notevole! Ma dopo poche decine di metri, la strada riacquista la sua dimensione orizzontale, una dimensione questa che ben presto capirò sarà solo un lontano ricordo lungo tutta la maratona;
Il mio ritmo è da subito quello che mi ero prefissato di tenere per tutta la gara, 4’30” al km! So di non essere allenato per una 42 km, ma sono pronto a scommettere che comunque tale ritmo potrò reggerlo per tutta la gara!
Che sciocca illusione la mia! Sapevo delle salite che il percorso di Ragusa ci avrebbe riservato! Sapevo delle discese che ci avrebbero restituito il respiro! Ma non immaginavo affatto cosi tante salite e discese, di cosi variegata misura e pendenza: alcune lievi e lunghe, altre ripide e corte, altre ancora mediamente lunghe e mediamente ripide, sia all’insù che all’ingiù!
Arrivo al decimo km, e sono già stanco, maledettamente stanco!
A una prima discesa che mi ha fatto ben sperare, che ho superato lasciandomi andare aiutato dalla forza di gravità, è subito seguita una lunga salita che mi immediatamente ha schiaffeggiato mettendomi faccia a faccia con la mia realtà, quella della sofferenza fisica!
E c’è il vento, con tutto il suo sapore amaro perché mi soffiava contro rendendo la mia corsa ancora più difficile di quel che era gia da se!
Ma è anche un vento che porta un po di poesia dentro la mia anima! “Meno male”, mi sorprendo a dire a me stesso, “meno male che c’è almeno questo vento che soffia tra questa erba e mi porta il suo odore”.
E, improvvisamente, mi rendo conto che sto correndo in mezzo a sconfinati pascoli di un verde intenso tutti orlati dai fantastici e pittoreschi muretti a secco, tipici delle campagne su tutto l’altopiano ragusano!
Allora capisco che, se sto correndo dentro la mia immensa fatica e sofferenza, sto anche correndo dentro un sogno, fatto di un paesaggio agreste che non ha eguali in nessun’altra parte del mondo!
Mi basta quel poco di musica di quel vento tra quelle pietre e tra quei pascoli a restituirmi un po di voglia di correre!
Ho patito le prime salite, le ho sofferte oltre ogni mia più ottimistica speranza! Si, lo confesso, A Ragusa ci sono arrivato che non ero pronto a sbuffare, a soffrire, a dare del tu alla fatica!
Ma riesco anche a distrarre la mia mente da quello sfacelo di pensieri, ammirando tutto quel magnifico paesaggio ragusano attorno a me, per ogni dove!
Ma le crisi comunque arrivano! E la prima è arrivata assai presto; quando ho raggiunto il cartello che annunciava il decimo chilometro, ho avuto il primo pensiero di fermarmi e rinunciare!
Invece, non so come, quasi con stupore ho visto man mano giungere gli altri cartelli sulla mia destra, chilometro dopo chilometro, e io continuavo a correre e a non fermarmi! Al ritmo della corsa ormai non prestavo più alcuna attenzione, avevo capito che su un percorso del genere dovevano liberamente decidere le mie gambe senza troppo ascoltare la mente!
Già, la mia mente che stava facendo di tutto per fermarmi! Stavo correndo con “la mente che frena” e non con “la mente che corre” come piace a me!
Un pensiero, invece, mi veniva spesso in mente: quello rivolto agli amici con cui ero giunto a Ragusa! Chissà Salvo dove è giunto, mi ero ripromesso di correre la maratona insieme a lui a 4’30” ma dopo i primi km e le prime salite ho capito che non potevo stargli vicino e ho dovuto rallentare! Francesco e Mario chissà se stanno riuscendo a tenere la tabella di marcia per stare sotto le tre ore, lo spero fortemente per loro, soprattutto per Mario visto che è l’obiettivo suo quella maratona sotto le tre ore mentre per Francesco è un semplice allenamento!
Continuano a susseguirsi le salite, intervallare dalle discese! Continuano le fucilate alle mie gambe! Ogni cambio di pendenza lo soffro pazzescamente!
Arriva la seconda crisi, intorno al 20° chilometro! Di nuovo voglio fermarmi e farla finita, voglio tornarmene a casa e dimenticare tutto! Ma perché sono li? Che sto facendo? Perché mi sto costringendo ancora a correre? Voglio fermarmi, basta! Sto soffrendo troppo, e non mi piace neanche un po'!
Poi, come per magia, ripenso ancora una volta a quel vento e a quei muretti a secco! La fatica e la sofferenza la sento sempre, ma pensando al paesaggio tornano a essere meno pesanti!
Allora intuisco che le mie crisi sono si fisiche, ma sono soprattutto mentali!
Devo avere la testa decisa a non fermarmi, se davvero voglio arrivarci al traguardo!
E’ una maratona durissima questa, la più dura che abbia fino ad oggi corso! Lo so, ormai è chiaro! Ma la testa deve adesso comandare e spingermi! Le gambe sono martoriate, ad ogni nuova salita che incontro e supero le mie gambe diventano come ferro rovente e mi fanno un male cane! Ma non mi fermo, ormai so che devo andare avanti senza mai arrestare la mia corsa!
D’un tratto, neppure me ne rendevo quasi conto, mi ritrovo in mezzo a tantissimi altri runner che corrono attorno a me! Mi sento pure chiamare per nome, mi giro, riconosco due amici di Caltanissetta, mi incitano! Sto sognando! Sono miraggi?
Se ero quasi completamente solo a correre tra le campagne e i muretti a secco, tutte queste persone che corrono ora attorno a me da dove arrivano! Poi mi sovviene la ragione: sono i partecipanti alla mezza distanza!
Sono al 25° km (se non ricordo male) e la mia corsa si incrocia con quella della mezza maratona!
Quasi come un impeto, tanta gente attorno a me mi restituisce tanta di quella energia che la mia corsa si anima talmente tanto che il mio ritmo aumenta, come se avessi appena iniziato la mia maratona, come se ancora dovessi giungere al primo dei 42 chilometri!
Supero tantissimi runner della mezza, in tanti di loro appena intuiscono che io sto correndo la maratona mi acclamano e con le loro parole di incitamento mi regalano talmente tanta forza che alcune salite le supero quasi senza accorgermene!
E’ incredibile quanto un evento che non ti aspetti, come questo di ritrovarmi all’improvviso circondato da tantissimi runner dopo 25 km che corro in quasi perfetta solitudine tra le campagne, possa mentalmente portarti fuori dalla tua fatica e farti ritrovare un’energia dentro te che credevi persa!
Scorrono cosi altri chilometri, stavolta più leggeri mentalmente per la compagnia dei runners a me vicino!
Ma non basta! No, non basta neppure questo!
Arriva la mia terza crisi, stavolta quella realmente pesante e tremenda! Ormai non conto più i chilometri, non guardo più il mio orologio/gps e non cerco piu i cartelli dei km sulla strada! Le mie gambe rallentano talmente tanto che pian piano, uno alla volta, un po tutti i runner della mezza che avevo superato mi affiancano e li vedo allontanarsi davanti a me!
Già, stavolta la mia crisi non è tanto mentale, ma è una vera crisi metabolica e fisica! Sto correndo pianissimo, anche nelle discese ormai non riesco più a darmi un po di velocità! Le mie gambe non ci sono più! Sto “morendo” lentamente, sempre piu!
Eppure non mi fermo neppure stavolta! Supero la prima delle due gallerie e complice quel buio dentro quel tunnel di cemento scopro la mia anima che piange!
Voglio finire quella maratona ormai, sono stanchissimo, però mi conosco talmente bene che so che l’unico modo per mettere fine a quella mia sofferenza è di arrivare al traguardo! Non posso fermarmi neppure stavolta! Dico a me stesso di rallentare ancora, ma non fermarmi!
Da lontano vedo un altro banchetto, quale sarà? Allora torno a scrutare il mio gps e vedo che sono quasi al 35° chilometro!
Ho ancora un’eternità da correre, in queste mie condizioni fare ancora 7 km significa una vita infinita! Decido di fermarmi qualche secondo a quel banchetto, perche stavolta la fatica è immensa dentro me e ho l’urgente necessità di bere con piu calma e non acchiappando al volo il bicchiere e bere senza fermarmi come faccio sempre nelle maratone e come ho fatto anche oggi ai precedenti banchetti di ristoro!
Mi fermo! I ragazzi mi porgono il bicchiere! Bevo avidamente! Ne chiedo un altro! Me lo porgono! Dico a un volontario che sto morendo, mi dice se voglio fermarmi e mi indica un posto dove sedermi! No, gli rispondo che mangio solo qualche pezzetto di frutta e riprendo la mia corsa! Mi suggerisce di bere anche un po di coca cola che contiene zuccheri e mi risolleva un po! Ne afferro tre bicchieri di coca cola e, caspita, mi sento rianimare davvero!
Ringrazio e riparto, mi accorgo di stare un po' meglio ma ho anche perso tantissimi secondi fermo a quel ristoro!
La strada scende adesso, poi sale di nuovo! Manca pochissimo ormai! Lo so, manca poco!
Entro in città! Vedo le macchine ferme agli incroci con i vigili attenti a noi podisti! Vedo la gente affacciata dai balconi! Vedo gli anziani seduti nelle piazze che man mano attraverso correndo! Vedo i bambini giocare! Sto correndo, ma penso alla città che vive!
Bene! Vuol dire che non penso alla mia fatica e, dunque,ormai è certo che raggiungerò il traguardo!
Poi, cominciano i vicoli stretti della città storica e barocca! Vicoli che scendono, che salgono, che ruotano per ogni direzione, che girano! Sono io ubriaco o è la città ubriaca? Corro, sto correndo ancora e ogni nuova salita che trovo è una morte micidiale per le mie gambe mentre ogni discesa che supero è un rinascere!
Ma quando finisce? Possibile ancora? Basta, Gerri, ti prego, fermati!
Poi una scritta con vernice bianca per terra sul lastricato in un angolo mi fa nascere uno sgomento! Quella scritta riporta esattamente cosi: “Climb 600 mt” !!!
Climb in inglese vuol dire “arrampicarsi”!
Guardo davanti a me! La stradina è stretta e si inerpica in su in modo micidiale, con una pendenza terrificante! Allora capisco: mancano adesso solo gli ultimi miserabili 600 metri al traguardo, ma sono talmente ripidi che hanno pensato bene di avvertire i maratoneti scrivendo “climb”!
Stringo i denti, so che ormai è fatta! Dico a me stesso “Gerri, qua si muore per davvero adesso, ma non fermarti, muori ma senza fermarti perchè ormai ci sei”!
Svolto un ultimo angolo di pietra barocca, vedo davanti a me un gonfiabile rosso!
E’ qui, appena vedo quel traguardo davanti a me che esclamo ad alta voce “Oh Buon Dio, ti ringrazio!”
È ancora salita, l’ultima, ma saranno solo 100 metri scarsi!
Arrivo! Elio Sortino mi infila la medaglia ricordo direttamente in testa e io schiaccio il tasto d’arresto del mio cronometro: 3h18’49”!
Ho un solo pensiero, però, immediato, fulmineo: Mario che ha fatto? Se è riuscito a star sotto le tre ore su un percorso cosi terribile e micidiale per il fisico, gli faccio una statua in oro!
Mi sento chiamare, è una voce smaniosa di felicità, è quella di Mario: “Compà, indovina che tempo ho fatto?”
Gli brillano gli occhi di felicità, quasi gli piangono!
Allora dai suoi occhi intuisco che c’è riuscito e azzardo dicendogli addirittura: 2h57!!!
Lui mi risponde: 2h56’!!! dietro di lui vedo il sorriso altrettanto felice di Francesco!
Li abbraccio tutti e due! Siamo i tre esseri piu felici della terra in quel momento!
Poi aspettiamo l’altro Salvo! Ha avuto un problema fisico e ha alternato la corsa al cammino dopo il 25° km! Però giunge anche lui e si unisce alla nostra festa!
Siamo tutti e quattro insieme! Siamo tutti e quattro assolutamente felici!
Ogni stanchezza è già dimenticata! In albergo, è tutto un festeggiare!
Le foto sono di Adriana Ponari
scrivi un commento …