Paolo Morelli ha pubblicato di recente una sua cronaca di viaggio a piedi, Racconto del fiume Sangro (Quodlibet 2013), lungo il corso del fiune abruzzese Sangro.
Prima di questo diario di viaggio, egli ha già pubblicato un Vademecum per perdersi in montagna (Nottetempo 2003), consistente in una raccolta di aforismi per un approccio alternativo all’andare in montagna classico e alpinistico, con inviti non solo a perdersi, ma anche a vivere la montagna intensamente, senza paura, sbeffeggiando gli alpinisti che salgono in montagna presto per andarsene il prima possibile, via dalla montagna di cui hanno paura. Pensieri sagaci, che colpirono il segno, controcorrente come salmoni.
Adesso Morelli, con questo volume, è tornato a occuparsi del camminare, raccontando la sua esperienza, camminare per nove giorni di fianco al fiume Sangro, in Abruzzo, dalla sorgente al mare Adriatico. Osservando il fiume con la penna in mano, per descriverne i colori, gli odori, i movimenti, cogliendo i riccioli, il barocco del fiume. Morelli ama divagare, anzi ne fa un’arte: “Divagare è tendenza all’avventura, senza avventura non si arriva a conoscere quali sono le regole, i limiti da non superare”.
Ecco che il racconto va alla ricerca di piccoli incontri, osservazioni rasoterra, qualche volta anche esercizi di stile.
Ecco il momento in cui il fiume Sangro si butta in mare: “Quando sfocia sarà largo cinquanta metri, però nello slargo s’è formata una secca a destra e non ci si crederà ma lì si ferma, fa il giro e torna indietro. È alla fine una foce ghiaiosa, alla fine esce in tre metri, gratta su sabbia e ciottoli e crea delle onde contrarie che s’allontanano, acqua dolce nella salata. Gli resta solo un po’ di sfrenatezza che il mare accetta perché non c’è paragone. Visibilio della fine. Gli umani la maggior parte dei lavori li rovinano alla fine, da qui si vede che non è umano”.
Questo cammino lungo il fiume Sangro, dormendo in sacco a pelo (tra cui una notte in una casa abbandonata, con ancora il calendario del 1999 appeso alla parete, porta aperta, tutto immobile lungo il fiume che scorre), facendosi largo tra i rovi, contando gli affluenti, fa venir voglia di mettersi in cammino per progetti simili, discendendo fiumi, ognuno scelga il fiume vicino a casa, salga alle sorgenti e cominci a camminare!
(Dal risguardo di copertina) Il libro è la discesa a piedi di un fiume abruzzese, il Sangro; contemplazione e descrizione dell'acqua passo passo dalle sorgenti fino al mare Adriatico. Il modo di scrivere impara dall'acqua a seguire le vie di minor resistenza, piccoli incontri imprevisti, osservazioni rasoterra, avventure lungo i bordi del fiume, intoppi, aperture sull'acqua ferma& è la millenaria condizione dell'andare a piedi che oggi si è persa e che prima o poi tornerà buona per l'umanità. Potrebbe essere un monaco orientale a fare questa strada; e il racconto di nove giorni scendendo il fiume fa venir voglia di partire nello stesso modo da soli, trovare un fiume a portata di mano, per dare così un po' di respiro allo spirito.
Paolo Morelli – “Racconto del fiume Sangro”, Quodlibet 2013 – 14 euro
Racconto del fiume Sangro - Paolo Morelli - Quodlibet pubblicazioni
Racconto del fiume Sangro Recensioni Mauro Orletti "Mr. Dedalus" 20-06-2013 Alessandra Iadicicco "Tuttolibri - La Stampa" 06-07-2013 Daniele Giglioli "La Lettura - Corriere della Sera" 07-07-2013 ...
Nel sito della casa editrice Quodlibet, andando alla scheda relativa al volume di Morelli, si trova anche un'interessante rassegna di recensioni.
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