Quello di Edith dela Héronnière (La Ballata dei Pellegrini, Sellerio, 2014) è un libro che tutti coloro siano appassionati del camminare e del Cammino (inteso - per antonomasia - come il Cammino di Santiago) dovrebbero leggere.
Perchè?
Perchè come il libro di Jean-Christhophe Rufin, pure recensito su questo magazine, offre uno sguardo non convenzionale sul Cammino e sulla figura emblematico del Pellegrino, come figura prima ancora che della religione, dell'inquietudine.
Ma è interessante leggerlo, anche perché riporta la cronaca di un viaggio apiedi iniziato ben più da lontano di quanto non sia per il Cammino canonico che si intraprende poco prima dell'attraversamento dei Pirenei.
L'autrice e i suoi tre compagni di viaggio, infatti, in silenzio, chiacchierando, litigando, attraversano gran parte del territorio francese, offrendo così una cronaca di viaggio in un territorio francese selvaggio ed ostico, di rado descritto in altre similari cronache di viaggio.
E, infine, possiede le peculiari qualità di un testo diaristico fortemente poetico in cui il cammino, mentre viene spogliato di una sua sacralità pre-costituita e confessionale viene reinvestito di un significato sacrale profondamente laico.
Il brano che riporto di seguito può forse dare un'idea di qaunto sto afferamndo.
Le coorti di pellegrini sfuggivano alle Chiese quanto agli Stati, al punto che Luigi XIV dovette promulgare un decreto che proibiva i pellegrinaggi non legittimatida un'autorizzazione scritta. La storia dei pellegrini si è sviluppata fuori dal grembo ecclesiastico, anche se le Chiese continuano a dare ad intendere di controllare gli slanci.
Al primo passo che fa, il pellegrino esce dall'inquadramento; dopo diecimila passi, le preghiere consuete non gli salgono più alle labbra. Ha i pensieri vuoti, il cuore arido, l'anima digiuna. Sembra duro, da quanto é intento al proprio cammino come un pittore al proprio quadro. Quelli che, ai margini del cammino, gli costruiscono oratori, ospizi, ponti non sono le Chiese, ma quasi sempre dei laici, piccoli signori di campagna, gente semplice che capisce meglio di chiunque altro i suoi bisogni, senza cercare di proteggerlo da se stesso. Al suo passaggio gli si offre delpane, poiché è visibilmente affamato, e un letto per sdraiarsi. Ma senon riceve né pane né letto, non per questo desiste dal suo cammino; niente ferma questo fanatico. Le Chiese canonizzavano gli ospedalieri e i costruttori di ponti solo per allungare una mano sopra una questione superiore alla loro portata (da Hedith della Héronnière, La Ballata dei Pellegrini, Sellerio, 2014, pp. 159-160)
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