(Francesco cesare all'Ecotrail di Monte Pellegrino. Foto di Adriana Ponari)
Il palermitano Francesco Cesare, podista con un passato da calciatore e vincitore dell'Ecotrail di Monte Pellegrino 2015 dello scorso 22 marzo 2015, tiene un blog (FrancescoCesare1983) che tiene aggiornato con vigore, con lo stesso vigore e con la stessa combattività che mette in campo quando corre. Ha le sue idee e non esita ad esporle, ma - nello stesso tempo - vi racconta con spigliatezza cronachistica le sue nuove imprese podistiche, cercando di tradurre in parole il compito di racconta se stesso, di raccontare le gare, di esprime le sue idee in merito ad altri che praticano lo stesso sport e di intervenire in questioni controverse con il carisma e l'autorevolezza di chi è sempre nelle prime posizioni: infatti, Francesco Cesare é uno che vince spesso o che comunque si trova spesso nei primi posti in classifica: e sta vivendo - sin dall'esordio dell'Ecotrail Sicilia 2015 - una stagione particolarmente fortunata.
Nel post che linko di seguito, egli fa il punto della situazione di una gara che, nel suo aftermath, è stata avvelenata da qualche polemica, come è stato riferito in un precedente articolo di questo Magazine e racconta la gara dal suo punto di vista.
In merito alle polemiche, innescate da una decisione che, presa dai Giudici di gara e da alcuni reputata troppo severa, ha portato alla penalizzazione del suo più diretto avversario in gara, Francesco Cesare esprime senza acrimonia il suo parere, senza prese di posizioni virulente e sterilmente polemiche, soprattutto quando invoca il ricorso al "buon senso", per evitare di dovere prendere decisioni che creano inutile tensione e che possono essere disincentivanti.
E' giusto dire che i regolamenti, se ci sono, debbano essere applicati e che l'atleta che trasgredisce le norme di gara che ha pienamente accettato iscrivendosi debba essere penalizzato.
Ma è anche vero che, se si parte da questo assunto, i Giudici di Gara dovrebbero essere presenti ad ogni gara, in forma ufficiale - e non ufficiosa - e non in alcune sì ed in altre no..
Il parere espresso da Francesco Cesare apre la via ad una serena discussione tra le parti, soprattutto per quanto concerne una tensione costruttiva nel bilanciamento tra rigore nell'applicare le regole ed il buon senso, anche se il "buon senso" basato sulla discrezionalità decisionale di chi dovrebbe applicare le regole, ma decide di soprassedere, se evita delle scontentezze ne può generare altre, scaturenti dal fatto che, venendo meno il discrimine adamantino tra trasgressione e rispetto delle regole, si altera il senso stesso dello sport agonistico che si definisce in quanto tale, proprio perchè c'è una ritualità e ci sono delle regole da rispettare.
Per esprimere questo concetto con efficacia paradossale, potrebbe essere scritto nel regolamento di una certa competizione che si debba gareggiare in mutande e con una calza sulla testa. Ci potrebbe essere un bel protestare e un bel dire, "non lo voglio fare", "non mi sottopongo a queto rituale", ma c'è poco da fare: chi non si adegua, è passibile di squalifica o di penalizzazione. Non c'è alcuna discrezionalità in questo. Se non vuoi subire la regola, semplicemente non ti iscrivi.
Però è anche vero che, visto che ci muoviamo in in un amboto di sport amatoriale; delle regole si possa anche discutere ex post, se si verificano inconvenineti macroscopici e spiacevoli inconvenienti, come quello occorso all'Ecotrail di Monte Pellegrino dello scorso 22 marzo, trovando ad una successiva edizione delle formule compromissorie e negoziali, in altri termini riscrivendo le regole: ma sempre delle regole devono esserci, piaccia o no.
In più, direi che la discussione sul pettorale molto o poco in evidenza è una questione di lana caprina, poichèanche nelle gare con microchip per il rilevamento della prestazione cronometrica, si continua ad utilizzare il pettorale e a richedere agli atleti che sia posto in bella evidenza sul petto (e non sulla coscia o sulla schiena).
Potete anche pensare ciò che volete di me, sicuramente stiamo parlando di “agonismo amatoriale” (che poi nelle prime posizioni tanto amatoriale non è) ma io non mi rompo il sedere ogni giorno per venire a fare la scampagnata tra i boschi la domenica.
Io vivo di competizione ed agonismo, mi piace sentire il respiro del mio avversario alle spalle, mi piace far sentire il mio di respiro, il mio passo, la mia presenza a chi mi precede.
Sono “un animale da gara”, siete tutti miei avversari a partire dallo start fino al traguardo, poi una volta terminata la gara finisce tutto, ma “durante”, non ho pietà per nessuno (sportivamente parlando ovviamente).
Ho fatto questa premessa perché troppe volte sento critiche verso chi interpreta lo sport, la competizione con questo spirito, ma io non ho problemi a ribadirlo anche a voce alta che per me è cosi, chi mi “ama mi ama” a chi “sto sulle balle, sto sulle balle”, non è un mio problema, ho una sola faccia un solo pensiero e vado avanti. Sono cosi come mi vedete e come mi sentite, rispettoso sempre di tutto e di tutti, ma determinato in ciò che sostengo.
Questi sono i pro ed i contro di essere come sono io.
Quando ci vuole ci vuole...
(...)
C’è un pensiero che sento di esprimere prima di passare ai saluti
Nino Camarda e Gioacchino Maniscalco
Entrambi volti noti a tutti nel mondo Trail, entrambi sempre presenti ad ogni gara che sono stati penalizzati di dieci minuti perché il numero del pettorale non era perfettamente visibile al momento del loro arrivo.
Ci sono le regole ed è giusto che vadano rispettate, ma c’e’ anche il “buon senso” che è giusto vada applicato.
Sarebbe bastato un minimo di buon senso, un minimo.
Non stiamo parlando di tagli di percorso, non stiamo parlando di non passaggio ai controlli, non stiamo parlando di non rispetto della natura, non stiamo parlando di comportamento antisportivo.
I giudici FIDAL (coloro i quali hanno preso questa decisione), o sono sempre presenti ad ogni gara o non sono mai presenti.
Non ha senso che tre volte ci sono e quindici volte non ci sono, che coerenza è ?
O il regolamento si applica sempre, si applica scrupolosamente (in tutti i suoi punti), oppure visto che non siamo sotto regime Nazista (a meno che non mi sia perso qualche colpo di stato) basterebbe utilizzare un po’ di buon senso, basterebbe “parlarsi/ascoltarsi/confrontarsi..) uniti tutti insieme per migliorare il Mondo Trail, un mondo in grande crescita nel nostro territorio.
Di questa crescita da Atleta, da appassionato, devo dire grazie a persone come Aldo Siragusa, patron del circuito che con tanti sforzi e passione porta avanti da anni il Trail in Sicilia, che apprezzo, che ammiro, ma che come ho avuto anche modo di dirgli personalmente:”Impara ad ascoltarci, non essere intransigente, confrontiamoci”, ne va del bene di tutti.
Non è questione di questa “squalifica” in sé e per sè, che è stata solo una goccia che rischia di rompere il giocattolo, se il giocattolo si rompe, perdiamo tutti, tutti.
MONTE PELLEGRINO GIOIE E DOLORI..... | FRANCESCOCESARE1983
Se dovessi scommettere un solo euro alla vigilia di una gara di 16 Km, difficilmente quell'euro lo scommetterei su di me.. Ma come ho più volte sostenuto anche in post precedenti, quanto è ...
http://francescocesare1983.altervista.org/monte-pellegrino-gioie-e-dolori/
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