(Maurizio Crispi) Ancora non si sono smorzate del tutto le polemiche che hanno fatto seguito all'Ecotrail di Monte Pellegrino, terza prova del circuito Ecotrail Sicilia 2015, ed ecco che arriva una lettera aperta firmata da quattro società podistiche siciliane, in cui vengono riproposti alcuni punti in discussione a partire da quella circostanza (prendendo spunto dai malumori insorti in alcuni per un'applicazione ritenuta parziale ed eccessiva di alcune norme del regolamento di gara), apparentemente in modo costruttivo, ma sottilmente tendenti a rinfocolare ulteriormente le polemiche e creare le premesse per una ulteriore critiche alla Società podistica, principale organizzatrice e coordinatrice del Circuito del Trail Siciliano.
Già lo strumento della "lettera aperta" è, ad avviso di molti, improprio, poichè si tratta di una comunicazione "pubblica" che utilizza il mezzo stampa, dando per scontato che l'interlocutore cui è diretta (sia esso singolo o gruppo) sia inaccessibile e trincerato dietro posizioni non aperte alla dialettico, e quando si profili un forte conflitto tra cittadini e le istituzione (vorrei ricordare uno dei più alti esempi di "lettera apertas" che fu il "J'accuse" di Emile Zola per prednere posizioni contro l'atteggiamento governativo nel caso Dreyfus). Quindi, la "lettera aperta" (o almeno la comunicazione definita tale) è in sé uno strumento fortemente polemico che intende fare molto rumore.
Ma qui, a prescindere dal contenuto della lettera aperta che parla da sè, sia nei suoi contenuti espliciti sia in ciò che si nasconde tra le righe, non siamo in presenza di un conflitto irriducibile o di una mancanza di volontà dialettica tra le parti coinvolte, anzi al contrario.
Proprio alla vigilia della quarta prova del Circuito Ecotrail Sicilia è stato indetto da Aldo Siragusa e dall'ASD Sportaction che egli rappresenta un forum di discussione, a Palazzo Adriano (Palermo) a cui sono stati invitati tutti i presidenti di società interessanti, per un proficuo scambio di idee e per una discussione costruttiva, ai fini di un miglioramento di alcuni punti ritenuti critici e per un appianamento delle divergente. Il Forum, in sé, è uno strumento fortemente democratico in cui ciascuno può dire la sua e votare tutti i punti messi all'ordine del giorno.
La lettera aperta, in queste circostanze, appare invece uno strumento non democratico e manipolativo che, prima ancora della discussione effettiva e del confronto di idee proficuo tra le parti, intende cristallizzare l'antagonismo e creare un rapporto e di pressione, facendosi forza dell'adesione sottoscritta che il documento (scritto probabilmente da un'unica persona) ha ricevuto da diversi presidenti di Società.
Tanto rumore per nulla, quindi: le stesse cose, molto pacificamente, avrebbero potuto essere portate alla discussione del Forum nel pieno "spirito trail", uno spirito trail saldo nei suoi contenuti, anziché semplicemente "enunciato", come molti sembrano fare: una mossa strategica, più documento propositivo, le cui interpellanze costruttive, senza tanti clamori, avrebbero potute essere portate direttamente al Forum del 18 aprile, a Palazzo Adriano.
Ma quello della polemica, della lotta larvata, dell'antagonismo tra diversi attori, dell'esser parte di una congrega piuttosto che di un'altra sono mali tipicamente siciliani, che affliggono anche coloro che sono, apparentemente, per cultura e preparazione, al di sopra di beghe scaturewnti dalle declinazioni della sicilianità più deteriore.
Alla lettera aperta che riportiamo qui di seguito, includiamo la risposta di Aldo Siragusa.
“ Con il presente documento i sotto elencati presidenti delle società che partecipano al circuito ecotrailsicilia intendono proporre, sentite le indicazioni ricevute dai loro iscritti, alcune riflessioni, con l’esclusivo intento di contribuire in maniera fattiva alla rimodulazione e alla implementazione dei criteri organizzativi che sino ad ora hanno governato il suindicato circuito. Resta inteso che si condivide sin d’ora il carattere consultivo della riunione indetta dalla ASD Sport Action e che nessun obbligo viene fatto alla stessa Sport Action sull’eventuale presa in considerazione né applicazione delle proposte.
Ringraziando prioritariamente Aldo Siracusa, a cui non può non essere riconosciuto il ruolo di grande impulso allo sviluppo dell’attività agonistica legata al trail running, non può non considerarsi in questa sede l’origine e la diffusione di tale disciplina che non è certamente ascrivibile esclusivamente ad lui.
Altri eventi e altri attori nel corso di questi anni hanno promosso ognuno con il suo ruolo, la corsa in natura e l’origine e la rievocazione della memoria di questi eventi specie di quelli agonistici deve servire come base di lavoro per lo sviluppo delle prove del circuito Ecotrail Sicilia.
Il trail running è fortemente legato alla promozione e alla valorizzazione delle aree boschive, paesaggistiche e naturali e porta in sé anche la mission di valorizzare la cultura del posto, le tradizioni, le produzioni tipiche. Punto fermo rimane altresì il carattere di forte convivialità delle manifestazioni e di ciò ne sono esempio tutti gli eventi internazionali che mettono al primo posto nel management organizzativo l’accoglienza degli atleti anche nei giorni precedenti alla manifestazione (campi, tende, posti letto in oratori). Nessuna prova o forse un paio nel 2014 di prove del circuito ecotrailsicilia ha previsto un “terzo tempo”, il momento conviviale in cui spesso a base di semplici piatti si assicura ai concorrenti e con un ticket minimo agli accompagnatori di poter sostare in area gara consumando un pasto di varia natura. E’ stato più volte chiesto di prevedere questo momento senza ulteriore aggravio dei costi che sommati al viaggio in auto e al soggiorno pre gara raggiungono nel w end cifre considerevoli.
In merito alla fornitura di un gadget o pacco gara di welcoming tutte le organizzazioni di manifestazioni di tale ambito sono orientate nel fornirlo addirittura dando forte risalto alla consegna di esso e del pettorale anche nel giorno precedente la gara con forti ricadute anche per il territorio per ciò che concerne l’ospitalità alberghiera.
Vanno fatti sforzi maggior nella ricerca degli sponsor che più che sull’erogazione di un contributo possono aiutare l’organizzazione verso la fornitura di un ricordo da destinare a tutti indistintamente a prescindere dalla successiva posizione di classifica. Si suggerisce quindi di incrementare gli sforzi per la realizzazione del cosiddetto “pacco-gara” che ad avviso degli scriventi è da considerarsi tra i parametri di valutazione e tra i criteri di soddisfazione espressi dall'atleta.
Resta inteso che altri servizi base non possono essere prescindibili, ci si riferisce all’assistenza medica, alla presenza di volontari e/o operatori lungo i punti o gli snodi più critici della gara, alla dotazione minima per i ristori che devono prevedere cibi solidi e liquidi e non limitarsi alla semplice acqua e banane.
Sui controlli della sicurezza personale, si suggerisce - prima durante e dopo - in zona arrivi, la presenza di due giudici che indirizzino gli atleti che giungono al traguardo in un imbuto, così da poter registrare con tutta calma i numeri di pettorale e controllare il materiale obbligatorio. Tutti gli atleti trovati non conformi alle regole della manifestazione, contribuiranno ad una penalizzazione della società, che sarà valutata in base alla gravità dell’infrazione.
Cosi facendo i presidenti di società sensibilizzeranno maggiormente i propri atleti.
Siamo convinti che bisognerà adoperare anche la prova fotografica, qualora quest’ultima risulti inconfutabile.
Diversificare le regole per ogni gara, es: Gare con il Materiale obbligatorio e gare con materiale consigliato.
Opportuna la nomina di una commissione che si occupi delle questioni di tipo che di volta in volta decide su queste problematiche, ovviamente a stretto giro di messaggi. Si propone che solamente il portavoce di ogni singola società, si faccia carico di discutere sulle questioni sopraelencate, per evitare inutili polemiche che sfociano in discussioni sterili e senza fine.
Ci si rende conto che assicurare servizi è da considerarsi un costo per l’organizzazione e quindi ciò ne avrebbe ricadute la quota di partecipazione ecco perché ci si auspica la forte riduzione del numero di prove al fine di concentrare le carenti risorse finanziare in pochi eventi con un management organizzativo più dettagliato e con un richiamo anche extra-regionale. Poche prove in cui concentrarsi anche con una quota di iscrizione maggiore.
Non si può pensare ad un calendario agonistico che duri un anno perché in contrasto già con la nomenclatura sportiva tradizionale che parla di stagione, proponiamo di pensare più che a un circuito ad un campionato sotto l’egida di un ente e/o federazione in cui ogni singola società possa proporre anche con un turnover negli anni delle prove in modo da permettere a chi non ha potuto in una stagione di organizzare nell’altra o di promuovere nuovi territori accantonando prove che negli anni si ripetono.
Chiaro che sia necessario un coordinatore tecnico o una commissione tecnica che ad inizio anno valuta le proposte di prove e le inserisce in un calendario assegnando degli standard organizzativi da rispettare.
Necessario introdurre poi il sistema di rilevazione elettronica e considerare il pettorale come accessorio utile solo per il riconoscimento e la spunta dell’atleta in punti di controllo a beneficio anche della sicurezza.
In merito alla premiazione delle tappe pur condividendo l’emblematica e simbolica offerta di prodotti tipici ci si auspica la maggiore corposità di essi in quanto premio e se possibile l’associare il tradizionale trofeo anche in materiali di stretta derivazione artigianale.
La premiazione finale fermo restando il giusto riconoscimento ai primi classificati assoluti e di categoria, crediamo sia importante assegnare a tutti a prescindere dalla posizione un capo finisher magari fornito da uno sponsor tecnico del circuito da indossare orgogliosamente anche in occasioni di altre manifestazioni con forte ricaduta anche sul piano dell’immagine e della promozione del circuito (ad esempio, un gilet).
Ringraziando per aver chiesto di essere ascoltati porgiamo distinti saluti.”
I presidenti di:
ASD Etna Trail
Asd Panormus
ASD Misilmeri marathon
Asd Marathon Monreale
(Maurizio Crispi) Non entro nel merito dei contenuti della "lettera aperta", poichè dietro le proposte costruttive si cela, a mio avviso, uno stravolgimento del Circuito Ecotrail che è - si ricorda - circuito organizzato da una società che è la Sportaction che utilizza i propri mezzi e le propie risorse, unitamente con la strategia di tenere le quote d'iscrizione il più basse possibili.
Altra cosa sarebbe se diversi "attori" (società o enti) si mettessero d'accordo per organizzare un circuito costituito dalle gare da loro organizzate, come ad esempio è stato il caso del Circuito Trail dei Monti Occitani, nato nel 2014, mettendo assieme una serie di eventi ultratrail tradizionali del Piemonte (ed anche francesi), già da tempo esistenti e creandone di nuovi ad hoc.
Se ad alcuni non garba non far parte del circuito con la loro manifestazione, potrebbero anche fare da soli ovviamente, fare andare la manifestazione con le proprie gambe e poi proporsi su di una posizione di parità chiedendo di dar vita un circuito tra attori che abbiano pari forza organizzativa.
Il punto è che i podisti siciliani (e con loro gli organizzatori di eventi) si sono abituati da anni - ormai decenni - di dittatura di circuiti - come il Grand Prix Siciliano di Corse su strada - che funzionano sulla base di una una vera e propria "dittatura", per cui tutti i neo-organizzatori sbavano per poter entrare a far parte del circuito e potere avere un posto al sole. Con il Trail siciliano (e parlo specificatamente dello sviluppo dell'Ecotrail Sicilia) non è stato così: è stata un'avventura "democratica" con l'opportunità a territori mai toccati da eventi podistici di farsi avanti e ad organizzatori in erba di farsi le ossa.
Ma nessuno ha mai detto a nessuno: "Per avere tanti iscritti garantiti, devi essere nel circuito".
Tutto all'insegna della piena libertà e, proprio per questo, le adesioni non sono mancate e le opportunità si sono dischiuse e hanno dato frutto.
E ora?
Forse, gli scontenti potrebbero anche pensare di andare avanti con le proprie gambe, oppure semplicemente non partecipare alle gare. O anche gli scontenti potrebbero dar vita ad una propria manifestazione di trail, etc, etc.
Non c'è nessun contratto matrimoniale inscindibile, come è quello religioso.
Si può anche divorziare, ma in fondo perchè farlo se non conviene nessuno e soltanto seguendo uno spirito polemico?
A meno che non si tratti di un puro problema di rapporti di forza e di tentativo di alterare gli equilibri perchè c'è qualcun altro che vuole mettersi al comando del carro. E anche questo - se le cose stessero così -, mi si permetta di dirlo, sarebbe un rigurgito tipicamente siciliano.
Di seguito la replica di Aldo Siragusa.
Gentile direttore,
mi permetta di manifestare la mia posizione rispetto a questa lettera aperta che leggo sul suo giornale.
Non entro nel merito delle questioni esposte perché verranno trattate in occasione dell’incontro di domani a Palazzo Adriano, ma vorrei dire che tra le proposte valide e degne di attenzione ce ne sono alcune basate su presupposti sbagliati, generati dalla scarsa conoscenza degli obiettivi del Circuito Ecotrail Sicilia e del suo regolamento.
Altre sembrano invece dettate quanto meno dall'incapacità di comprendere quali siano le difficoltà di organizzare una macchina complessa come il Circuito.
Non posso, inoltre, non rilevare come la stesura della lettera faccia abbondante ricorso ad allusioni e affermazioni espresse soltanto a metà che alimentano ulteriori dubbi e polemiche, spostando i toni in senso diametralmente opposto all'obiettivo che ci eravamo prefissati con l’organizzazione dell’incontro di domani.
Non condivido affatto, dunque, l’averla voluta rendere pubblica da parte dei firmatari.
Per fortuna, con l’incontro di domani ci sarà finalmente (!) spazio per il dialogo e il confronto, guardandosi negli occhi e mettendo da parte definitivamente, mi auguro, aride polemiche che non possono appartenere allo spirito trail.
Cordialmente
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