Alla Trans d'Havet 2015 (ovvero la 50 miglia delle Piccole Dolomiti), andata in scena da mezzanotte del 24 luglio 2015, Pajusco ha impresso il suo sigillo alla 4^ edizione. Federica Boifava è caduta, ma è stata validamente sostituita dalla sorella Alessandra.
Il maltempo della nottata sconvolge i pronostici: Ornati e Rigodanza danno forfait
Dietro Pajusco arrivano Ludovisi e Di Giacomo.
Gara rosa al trio Boifava (Alessandra), Mognetti e Marzotto
La Marathon va a Mirko Righele e Maria Elisa Venco.
La Trans d'Havet 2015 si chiude nel segno del veronese Marco Pajusco, che taglia il traguardo di Valdagno con il tempo di 10:59:43 e ben poco possono fare contro di lui gli inseguitori Emanuele Ludovisi e Fabio Di Giacomo (Runners Valbossa Azzate), che finiscono nell'ordine sui due rimanenti gradini del podio con i tempi di 11:41:53 e 11:56:15.
Tra le donne trionfa Alessandra Boifava che così tiene alto l'onore in casa. La sorella Federica aveva infatti creato un distacco abissale prima di essere costretta a cedere e a ritirarsi per un infortunio al ginocchio sinistro occorso in località Pian delle Fugazze.
Alessandra quindi ha proseguito il lavoro imbastito da Federica e ha segnato un altro bel divario dalle inseguitrici. In seconda piazza arrivava Maddalena Mognetti (SCAIS), seguita poi da Ita Emanuela Marzotto (Associazione Podistica Il Campino).
Nella 40 km partita alle 9.00 di questa mattina la testa della classifica va a Mirko Righele (Alpstation Trail Team) e a Maria Elisa Venco.
Occhi al cielo fin dalla mezzanotte. Inizia così la 4^ edizione della Trans d'Havet, 50 miglia delle Piccole Dolomiti. La firma dell'Ultrabericus Team sulla gara è però sinonimo di sicurezza e tutto fila via, nonostante qualche bell'acquazzone che ha accolto i concorrenti fin dai primi sforzi in salita sui monti Summano e Novegno.
A Passo Xomo due dei favoriti, Giulio Ornati e Francesco Rigodanza, alzavano bandiera bianca, ma si proseguiva con Marco Pajusco che ben presto si metteva a tirare la testa della corsa, inseguito dall'atleta berica Federica Boifava.
I due liquidavano entro le prime ore del mattino il Massiccio del Pasubio e transitavano in località Pian delle Fugazze. Qui però una brevissima distrazione risultava fatale proprio per la Boifava. L'infaticabile vicentina del Team Montura saliva ancora fino a Campogrosso, ma sui primi impegni verso il Boale dei Fondi doveva lasciare la corsa.
Nel frattempo sulla scia di Pajusco c'erano già Di Giacomo e Ludovisi, scostati di pochi minuti, mentre dalle retrovie della gara rosa spuntava Alessandra Boifava, sorella di Federica, che così raccoglieva il testimone e si metteva a costruire il proprio distacco dalle avversarie.
Come da previsioni la massacrante salita al Rifugio Fraccaroli serviva a selezionare la testa della gara e Pajusco metteva un mattoncino dopo l'altro per trincerare il proprio vantaggio. Alle 7.40 timbrava il cartellino sulla Cima Coppi di giornata. Due ore dopo registrava il passaggio al check point della Sella del Campetto con un gap di quasi 40' sugli inseguitori, mentre dietro Ludovisi riusciva ad ingranare la giusta marcia superando Di Giacomo. Da liquidare restava solo la leggera salita a Cima Marana, per lanciare poi la picchiata vertiginosa verso Valdagno. I due inseguitori si fronteggiavano metro su metro, ma la sgasata del romano Ludovisi, originario di Caltrano, costringeva il leader della classifica della Sky Running Series Italy Di Giacomo ad accontentarsi del terzo posto.
E con la festa che scaldava il fitto pubblico assiepato sul rettilineo finale del centro storico di Valdagno, Pajusco sbucava ancora con tanta energia nelle gambe e arrestava le lancette del cronometro dopo 10 ore, 59 minuti, 43 secondi e 5.400 calorie bruciate, a solo 1' di distanza dal risultato registrato nella prima edizione della Trans d'Havet dal modenese Daniele Palladino.
Poco dopo le 13.00 il gran finale era tutto per Alessandra Boifava, abbracciata dalla sorella Federica, dolorante ma felice di vedere ancora un successo da appendere nella bacheca di famiglia. Dietro di lei ci volevano oltre 51' per vedere arrivare al traguardo la seconda donna di giornata, Maddalena Mognetti (SCAIS) e addirittura 2 ore e mezza per completare la triade sul podio con Ita Emanuela Marzotto, che nella città che ha segnato la fortuna dei nonni, ha portato a casa un successo inaspettato.
Nella Marathon al maschile la gara si decideva sul discesone finale da Marana. Il trio Pergher, Righele e De Togni arrivava infatti compatto sull'ultima salita, ma non appena il tracciato inclinava verso il basso Mirko Righele (Alpstation Trail Team) giocava il suo asso, sbloccava i freni e se ne andava mettendo in fila proprio Marco De Togni e Fabio Pergher (Atletica Serenissima A.S.D.). Sul finale il suo tempo era di 04:13:59, a 2' dall'arrivo accoppiato degli avversari.
Gara sempre in testa anche per la leader della Marathon femminile, Maria Elisa Venco, davanti a Francesca Pretto (Ultrabericus Team) e Irene Zamboni (G.S. Valsugana Trentino).
Il sole è ancora alto nell'azzurro cielo valdagnese e la festa può continuare con la sfilata degli arrivi che proseguiranno fino a tarda serata, tra gli applausi del pubblico, gli abbracci degli amici e le grandi pacche sulle spalle dei colleghi e delle colleghe di avventura.
Su http://www.wedosport.net le classifiche.
Le interviste
Marco Pajusco (1° Ultra Trail). Mi era dispiaciuto dovermi fermare lo scorso anno, ma al tempo non si comanda. La gara è bellissima e merita di essere corsa. Fatto Fraccaroli mi sono detto che ci sarebbe stata solo discesa, ma non è così. I miei compllimenti vanno anche a questo bellissimo pubblico che raramente si incontra in giro. Per far bene un trail credo sia un grande aiuto trovare un'attività come la capoeira che pratico io. L'equilibrio va allenato per poter rendere ancora meglio in gara, percependo al massimo ogni possibile ostacolo e passandolo con più facilità. Negli ultmi mesi mi sono imposto di smettere di pensare alla classifica per evitare un bel po' di stress. Anche oggi, una volta saputo di essere primo, mi sentivo inseguito. Non ho capito bene se Ornati si era ritirato o meno. Capisco chi ha voluto fermarsi nella prima parte perché il meteo non era affatto dei migliori. Quando poi ero agli ultimi chilometri con il cuore in gola per lo sforzo, lì ho sperato con tutto me stesso di riuscire a chiudere così.
Emanuele Ludovisi (2° Ultra Trail). Questa gara è a dir poco fantastica. Paradossalmente il punto più difficle è stato nel finale, anche per la stanchezza della notte che si è fatta sentire tutta. Nella prima parte di gara a corpo fresco sono andato via bene. Purtroppo ho preparato poco questa gara a causa di una caviglia slogata che però mi ha permesso di finire la mia prova e addirittura di finire a podio. Non posso che essere soddisfatto.
Fabio Di Giacomo (3° Ultra Trail). Questa è la mia prima 80 km, la prima con partenza in notturna e, ovviamente anche la prima Trans d'Havet. Per me è un po' una gara di casa, perchè nonostante abiti a Varese da diversi anni, sono però originario di Caltrano e qui ho tutta la mia famiglia. Questo terzo posto in parte è dovuto ai ritiri importanti che ci sono stati, va detto. Abbiamo preso un bel po' d'acqua questa notte scendendo dal Summano ed è stato qualcosa di diverso per me. La leadership della Sky Running Series Italy non era cercata, ma è stato un piacere ritrovarsi lì. Vedremo come cambieranno le cose visto che non riuscirò a fare la Sella ronda Trail Running e mi concentrerò sulla Tartufo Trail di ottobre.
Alessandra Boifava (1^ Ultra Trail). La vittoria doveva restare delle Boifava e così è stato. Abbiamo cercato di tenerci la gara in casa e ora spero che Federica possa riprendersi.
Mirko Righele (1° Marathon). È stata più dura del previsto. In salita non andavo perché forse in settimana ho caricato troppo in vista di un obiettivo di peso che con Federica vorremmo darci a fine mese. Ho aspettato l'ultima discesa sapendo che quello era il mio pane e non mi sono più tenuto. Allo scollinamento di Marana eravamo in tre, insieme, e poi sono riuscito a staccarli nonostante il gran caldo e la grande umidità che si è fatta sentire sulle gambe.
Maria Elisa Venco (1^ Marathon). Il tempo ci ha aiutato tutto sommato, ma la gara è stata sofferta dall'inizio alla fine e sulla discesa da Cima Marana la gara ha fatto sentire tutto il suo tasso tecnico. Senti però aria di Valdagno e allora ti scatta quel qualcosa che ti fa arrivare in fondo. Ora mi preparerò per il Trail delle Creste e con le lunghe credo mi fermerò per questa stagione. Io son abituata a fare distanze un po' più corte e ora mi sentivo pronta per allungare un po' la strada.
La vigilia. Anteprima firmata Boifava-Ornati. La partenza dell'ultratrail avrà luogo a mezzanotte del 24 luglio 2015, domani il via della Marathon. Ecco da chi guardarsi in gara
Alpstation in festa nell'anteprima di ieri sera con atleti, supporter e musica
Con il prof. Grainer tracciato l'identikit del perfetto ultra-runner
Non poteva che essere una gran festa quella che è andata in scena ieri sera all'Alpstation di Schio per l'anteprima della 4.a Trans d'Havet, gara ben nota nel panorama delle ultra-trail tanto da essere anche nel 2015 terza tappa della Sky Running Series Italy, oltre che gara che assegna punti per il ranking mondiale ISF di categoria.
Lo start della snervante 80 km verrà data questa sera, allo scoccare della mezzanotte a Piovene Rocchette (VI), mentre domani mattina, alle 9.00, da località Pian delle Fugazze al confine tra Veneto e Trentino, la luce verde scatterà anche per il secondo percorso, la Marathon di 40 km. Sul primo tracciato ci sono 5.500 mD+ da liquidare in un continuo saliscendi che non lascerà certo il tempo per annoiarsi, mentre scenderà a 2.500 mD+ il dislivello della seconda proposta, più corta, ma non meno impegnativa. Dal via di quest'ultima, infatti, ci sarà subito da affrontare la temibile salita all'Alpe di Campogrosso e quindi al Rifugio Fraccaroli.
Il quartier generale di gara, allestito anche quest'anno presso il PalaLido di Valdagno (VI), si animerà a partire dalle 18.30 di oggi per la consegna pettorali. Alle 21.30 il diretto di gara, Enrico Pollini, convocherà tutti gli atleti per il consueto breafing pre-gara, quindi alle 22.30 si accenderanno i motori degli autobus che porteranno gli atleti sul via di Piovene. La procedura verrà poi replicata domani mattina, con consegna degli ultimi pettorali dalle ore 6.30, imbarco sulle corriere alle 7.30 e via in direzione della starting line di Pian delle Fugazze. Nel frattempo, in Piazza del Comune a Valdagno verrà segnato il rettilineo finale che condurrà i concorrenti fin sotto l'arco del traguardo. Qui, l'arrivo dei primi atleti è previsto attorno alle 10.00 per proseguire fino alla mezzanotte in attesa dell'ultimo finisher.
L'anteprima di ieri sera è stata l'occasione per scorrere la lista degli oltre 500 iscritti a caccia dei possibili uomini e donne che si contenderanno il podio. A ritirare i propri pettorali c'erano il verbanese Giulio Ornati e la padrona di casa Federica Boifava.
I pronostici guardano con molto favore ad entrambi. Per Ornati ripresentarsi sul via di questa Trans d'Havet rappresenta una sorta di promessa da onorare, dopo che lo scorso anno la manifestazione era stata bloccata dal maltempo proprio con il giovane del Team Salomon Isostad alla guida della corsa. Due saranno i vicentini che proveranno a tenergli testa, a partire dal portacolori del Terzo Tempo Running Team, Franco Manzardo, e poi Francesco Rigodanza dell'Alpstation Trail Team. A loro si accoderà il varesino Fabio Di Giacomo (Runners Valbossa) che attualmente guida la classifica Ultra maschile della Sky Running Series Italy.
Sempre tra gli uomini, ma spostandosi sulla Marathon, saranno ancora due vicentini a tentare il colpaccio: Mirko Righele (Alpstation Trail Team) e Fabio Pergher (Atletica Serenissima A.S.D.).
Ben diverso risulta il pronostico in campo femminile, dove Federica Boifava (Team Montura), con la grinta che sta dimostrando in questa stagione potrebbe ben presto rompere gli indugi e involarsi come già le abbiamo visto fare in altre gare. A guardarle le spalle ci sarà anche la sorella Alessandra. Occhio poi all'aretina Ita Emanuela Marzotto (Associazione Podistica Il Campino) che potrebbe giocare qualche sorpresa alle due vicentine.
Non resta che attendere gli sviluppi della gara con le prime schermaglie che potrebbero vedersi fin dalle prime salite sui Monti Summano e Novegno e le relative insidiose discese notturne. Raggiunta Bocchetta Campiglia si imbocca la panoramica Strada delle 52 Gallerie fino al Rifugio Papa. Dal Pasubio si scende alla volta di Pian delle Fugazze, dove il tracciato Ultra Trail si allaccerà con quello Marathon divenendo un tutt'uno. A quel punto si torna a salire fino all'Alpe di Campogrosso e quindi, per il muro selettivo del boale dei Fondi, verso la Cima Coppi di giornata del Rifugio Fraccaroli. Qui, una volta bypassata la bocchetta Fondi in molti potrebbero farsi trarre in inganno dalla conformazione del valico, dando l'impressione di essere arrivati allo scollinamento. L'illusione durerà ben poco perché il percorso non accenna ad ammorbidirsi e mostra subito il pietroso pendio che continua ad arrampicarsi fino ai 2.230 m slm del rifugio, da cui si inizierà con le discese, veloci, ma da non sottovalutare con le gambe ben frollate dai chilometri già macinati. Il saliscendi della Catena delle Tre Croci condurranno fino al Rifugio Bertagnoli, confermando la deviazione già predisposta lo scorso anno per superare alcune parti di sentiero franate. La corsa cede quindi il posto agli ultimi chilometri naso all'insù che culminano a Cima Marana, dalla cui sommità si intraprende la lunga discesa che in men che non si dica lancia verso il fondo valle e l'arrivo di Valdagno.
«C'è sempre un po' il timore di arrivare stanchi alla mezzanotte per le giornate calde dei giorni precedenti – è stato il commento di Federica Boifava - però poi il fattore casa gioca anche a proprio favore, perché conoscendo il percorso sai come gestirti e come amministrare al meglio le forze. Al momento mi sento tranquilla, forse anche un po' troppo. Vediamo come sarò a mezzanotte, quando salirà l'esaltazione della partenza. Parto comunque serena e forse solo il meteo mi potrebbe dare qualche pensiero.
Replicare il bel successo della Val di Zoldo (prima assoluta all'Extreme Race – ndr) è difficile. Tutti gli altri dovrebbero perdersi per strada ed è una cosa che non auguro certo. Anche quest'anno il livello è altissimo. Ci sono alcuni concorrenti di classe che saranno davvero impegnativi da tenere a bada, Giulio Ornati e Francesco Rigodanza in primis, ma bisogna sempre guardarsi le spalle, perché nel gruppo potrebbe sempre esserci la sorpresa.
Per me le parti più dure sono quelle che più noiose e qui è difficile annoiarsi. La fine è comunque il punto più impegnativo. L'ultima discesa è un inferno e con il bel tempo la temperatura sale mano a mano che ci si avvicina al fondo valle e al traguardo, insomma ti segna davvero.
A chi è alle prime armi con una gara di questa lunghezza consiglio di partire con calma, perché vedo sempre tante salite al Summano a ritmi inferociti, per poi dover alzare bandiera bianca già sul Novegno. Meglio amministrare lo sforzo, perché di chilometri per recuperare ce ne sono in abbondanza.»
«Mi sento bene e sono felice di aver recuperato dai piccoli infortuni dei mesi scorsi – ha spiegato invece Giulio Ornati - sono pronto per la gara. Quest'anno la voglia di portarsela a casa c'è tutta, perché l'anno scorso sono rimasto un po' con l'amaro in bocca. D'altro canto non si sarebbe potuto fare altrimenti visto come si era messo giù il tempo. Con il temporale la montagna era praticamente off limits per la salita. Oggi mi sento in forma, penso a correre e poi vedremo chi verrà fuori in gara. C'è sempre qualcuno che si mette a dare del filo da torcere.
L'anno scorso è stata una gara un po' particolare e il meteo ha influito sulla valutazione che ho potuto fare del tracciato. Credo che le prime salite siano molto corribili, ma il tutto si deciderà sulla salita al Fraccaroli, un'ascesa di tutto rispetto. Da non sottovalutare nemmeno la discesa finale però.
Anch'io mi sento di consigliare in particolare a chi è alle prime armi di partire con calma. La Trans d'Havet fin dall'inizio ti invoglia alla corsa, poi però nella seconda metà della gara diventa più selettiva, srotolando tanti saliscendi fastidiosi per cui è bene partire senza esagerare. Se poi nella seconda parte ci sarà energia si potrà accelerare e nel lungo discesone che porta a Valdagno ci sarà di che sfogarsi»
Nell'anteprima di ieri era presente anche il prof. Alessandro Grainer, che ha illustrato il progetto di ricerca sviluppato con un pool di ricercatori dell'Università di Padova sulla gestione della fatica in competizioni come le ultra maratone.
«Lo studio ha visto all'opera una decina di elementi, guidati dal professore Carlo Reggiani (Dip. Di Scienze Biomediche) per la parte di fisiologia, e della prof.ssa Patrizia Bisiacchi per quello che riguarda la psicologia generale. Con me ci sono stati poi Antonio Paoli, Giuseppe Marcolin, Annachiara Cavazzana e Giorgia Cona, prima autrice del primo articolo pubblicato finora su Plos One, uno dei punti di riferimento su scala mondiale per quanto riguarda la stampa scientifica.
Gli ambiti indagati dal progetto di ricerca sono stati tre: la gestione e percezione del dolore, la stabilità e la capacità di mantenerla e l'attenzione, la capacità decisionale e la capacità di cambiare la decisione nel momento in cui qualcosa va storto. Per il momento lo studio pubblicato ha preso in considerazione 30 atleti in due edizione della Trans d'Havet seguite (2012 e 2013 - ndr), questo ci ha permesso di raccogliere una gran mole di dati per cui ringraziamo gli atleti che si sono prestati.
Da questi dati sta uscendo un profilo dell'ultra-runner che potrà venire avvalorato ulteriormente dagli studi che intendiamo proseguire nel 2016. Da quanto abbiamo potuto osservare finora, diciamo che non stiamo parlando solamente di persone con grandi capacità fisiche, ma anche grandissime capacità mentali, di concentrazione e di adattamento agli stimoli esterni. L'allenamento mentale e la capacità di mantenere la concentrazione, insomma, risultano qui fondamentali.»
scrivi un commento …