(Emanuela Pagan, il 1° agosto 2015) Splende il sole e Logroño sembra più amichevole mentre cammino nelle strade semivuote.
Una signora mi indica il cammino. Qui tutti augurano che sia buono.
Penso che questo viaggio sia una vita in miniatura.
Gli occhiali scuri mi proteggono gli occhi. La pista ciclabile è meravigliosa, piena di persone che corrono e camminano.
C'è persino un piccolo lago con cigni assediati da una famiglia in gita.
Navarrete arriva presto. Stanno facendo una festa nella piazza antistante la chiesa. La musica mette allegria. Incontro pochi pellegrini oggi. Hanno l'abitudine di alzarsi prima del sole. Decido che posso cantare. Nessun orecchio verrà offeso dalle mie note stonate e gli uccellini porteranno pazienza. Sulla retina è ancora impressa l'immagine della statua della Madonna di Navarrete.
Spiccava sull'altare che l'abbracciava come una grotta dorata. Ho trovato anche una foto di papa Giovanni Paolo II. Anche qui vive il suo ricordo.
Ormai sono all'inno italiano, il repertorio sta finendo quando incontro un norvegese. Incredibilmente scopro che non è mai stato a Tromso. Mi tocca raccontargli come appare l'aurora boreale da lassù.
Ricordi che diventano vivi in queste strade contornate da vigneti.
Ventosa La Rioja appare dietro un angolo. Chiaccherando la strada è più breve.
L'ostello è una pace racchiusa tra le case.
Aspetto la notte per vedere il piccolo principe viaggiare tra le stelle.
Le prime due foto in alto sono di Emanuela Pagan
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