Prosegue il Cammino di Santiago di Emanuela Pagan che, in queste ultime tappe, si destreggia tra le bellezze naturalistiche della Galizia, le asperità del percorso e le folle dei "turisti" del Cammino, con i ridondanti segni che il consumismo si è infiltrato anche qui. Ma il popolo dei veri Giacobei va avanti malgrado tutto: "Ultreya!" e il sogno può diventare realtà.
28^ tappa da Laguna de Castilla a Tricastela (21 agosto 2015). L'alba da O Cebeiro è una magia di luce che si spalma sui monti in poco tempo.
Questa è una tappa breve, ma muscolarmente impegnativa. Questa parte della Spagna esibisce case in pietra e villaggi in cui gli escrementi di mucca tappezzano le strade. Le mosche volano sopra di tutto.
Tricastela è una via con pochi, ma ottimi, ristoranti. I menù sono multilingua.
Il business è arrivato fino a qui.
A cena si sentono degli italiani cantare. Dei comaschi si esibiscono nei loro inni locali. Ritrovo un bresciano conosciuto nei primi giorni. Questo cammino è proprio una vita in miniatura. È passato il tempo, le persone sono segnate dai chilometri. È gioia rivedersi. Tutti in cammino verso Santiago. Ognuno con i suoi tempi.
29^ tappa da Tricastela a Ferreiros (22 agosto 2015). La nebbia confonde i contorni. I pellegrini sono figure prive di forma lentamente in movimento tra gli alberi di una foresta. Timidamende il sole prova a entrare nella tenda densa di vapore. Regala sfumature dorate ad alberi e sassi.
È il paesaggio adatto per inventare una storia di streghe e principesse. Così la mia mente vola tra castelli e magie. La storia è fatta. La scriverò appena potrò permettermi il peso di una penna e di un quaderno. Penso a tutte le volte che ho portato le nipoti delle mie amiche a camminare. Raccontavo loro le favole per non farle pensare alla fatica. Continuo ad attraversare piccoli paesi formati da poche case in pietra. Sembrano abitati solo da polli e galline. Oggi i pulcini sono usciti a prendere aria e scorazzano in mezzo alla strada. Il paesaggio è piacevole, la temperatura temperata. Si cammina bene. I chilometri sono tanti. Le scarpe iniziano a sfaldarsi. Un tedesco davanti a me perde un pezzo della suola. Lo fisso inorridito. Convinco le mie scarpe a passare oltre senza agitarsi. Secondo me i miei plantari sono finiti.
Faccio finta di nulla. Per le ultime tappe userò quelli vecchi, meno usurati. Le mucche mi scrutano da un recinto di pietra. "Ho mangiato pesce ieri sera", le rassicuro.
L'albergue è isolato, appena dopo il paese. Parlo veneto con altri pellegrini ospiti. Sapore di casa.
30^ tappa da Ferreiros a Palas de Rei (23 agosto 2015). La tappa più dura. La prima costituita da oltre trenta chilometri. La seconda sarà l'ultima di questo viaggio, se la salute continua ad assistermi.
Cammino con il freno a mano tirato. Non voglio affaticarmi troppo. Mancano due giorni di Cammino a Santiago. Il mio tendine sinistro si lamenta da centinaia di chilometri. Le sue contrarietà sono diminuite strada facendo, ma vorrei arrivare integra. Soprattutto desiderei arrivare.
Il vento sferza viso e corpo. Devo tenermi con le bacchette in certi punti. Attraverso paesi fantasmi. Solo qualche cane esce a vedere chi passa. I gatti scappano nelle stalle. I pellegrini sono infagottati in sacchi colorati.
Voglia di arrivare. Vedere la fine di questo cammino.
Sembra interminabile, invece mancano meno di settanta chilometri a Santiago. Il sogno può divenire realtà.
scrivi un commento …