Come raccontare la propria esperienza di una gara trailin chiave Fantasy.
Simona Patti ci regala uno splendido racconto che trasforma l'Ecotrail della Luna, svoltosi a Caltavuturo tra il 22 e il 23 agosto 2015, in uno scenario fiabesco dove si incrociano elfi, gnomi, dragoni e minacciosi e cinghiali.
E aspettiamo ansiosamente la prossima puntata...
(Simona Patti) Ove si narra di come i nostri eroi affrontarono e sconfissero il temutissimo Dragone Lanciafiamme di Caltavuturo…
Avevamo lasciato i nostri quattro piccoli eroi in possesso dell’Amuleto della Forza e della Resistenza, grazie a Lepre Mirabella e Lumaca Simo che si erano sacrificate per il bene di tutti i podisti combattenti. Nel frattempo però qualcosa era successo: il Sandalato, mandato in avanscoperta sulla variante Viller infestata dai folletti per proteggere i suoi compagni, aveva ricevuto l’anatema dell’Anca Sbilenca e dopo pochi giorni dall’avventura iniziale avvertì dolorosissime fitte che non gli consentivano di affrontare il Dragone Lanciafiamme di Caltavuturo: per lui era troppo rischioso!
Nonostante il suo infortunio però, decise di rimanere accanto ai suoi compagni, proferendo consigli, preparando miscugli energetici a base di radice di Pianta della Velocità, e andando in avanscoperta con l’aiuto del suo fedele scudiero Paride che lo avrebbe protetto in caso di incontro con il Dragone Lanciafiamme e i suoi Cinghiali Protettori. Il Sandalato, munito di marchingegno che con un impulso luminoso avrebbe potuto accecare il Dragone, fu quindi sguinzagliato tra le colline di Caltavuturo allo scopo di coprire le spalle ai suoi compagni che invece avrebbero dovuto affrontare direttamente il temuto Dragone.
Nei giorni precedenti all’impresa, il prode Aldo Spavaldo aveva scorrazzato tra le colline, gli uliveti e il fiume di Caltavuturo, per segnare il percorso più breve e facile (!) per arrivare al nascondiglio del Dragone Lanciafiamme e facilitare l’impresa dei nostri eroi. Aldo Spavaldo aveva dovuto ripulire il fiume dalle sterpaglie per evitare che i nostri eroi si ferissero o fossero ostacolati e affrontare il Granchio Spauracchio del fiume che con le sue chele aveva tentato più volte di ferirlo, per fortuna senza riuscirci, ma fu colpito dall’Incantesimo-della-Notte-che-Avanza e, rimasto solo al fiume, si era imbattuto nei Cinghiali Protettori del Dragone. Loro lo avevano intimidito con i grugniti e lo avevano costretto alla fuga: Aldo-non-più-tanto-Spavaldo si era rifugiato dentro la Chiusa Rinfusa dove aveva atteso l’arrivo della Carrozza Fatata che lo aveva riportato a casa sano e salvo.
Prima di affrontare il Dragone, i nostri eroi decisero di effettuare un sopralluogo notturno del posto: di notte il Dragone Lanciafiamme dorme profondamente e loro avrebbero potuto studiare meglio la strategia di attacco, anche se un incontro con i Cinghiali Protettori poteva essere sempre possibile, ma si doveva ‘correre’ il rischio; qui a Caltavuturo però i nostri eroi non potevano procedere insieme e compatti come sul Monte-che-guarda-la-Conca-d’Oro e dovevano prepararsi a fronteggiare da soli il Dragone, ognuno per la sua strada e ognuno con il proprio bagaglio di esperienze, oltre che con l’Amuleto della Forza e della Resistenza che brillava nelle loro bisacce illuminando il cammino.
La prima a partire fu Lumaca Simo, al crepuscolo: l’inizio del sentiero era in salita e molto ripido. Lei però si faceva forza volgendo lo sguardo sul panorama delle montagne e beandosi dei colori del tramonto che andavano via via smorzandosi in tinte più scure. Il sentiero era ben tenuto, con i gradoni rialzati e il passamano di corda; avrebbe potuto anche riposare sulla Panchina Assassina, ma sapeva che se si fosse fermata a sedere sarebbe stata colpita dall’Incantesimo della Pigrizia e della Sonnolenza, rischiando di passare la fredda notte lì sopra. Sulla vetta della prima collina Lumaca Simo fu circondata dalla nebbia, ma lei non aveva paura, anzi si beava di quella frescura e del vento: accesa la sua potentissima torcia frontale, procedeva imperterrita preparandosi alla discesa difficoltosa a cui sarebbe arrivata di lì a poco.
La discesa era ripida tanto quanto lo era stata la precedente salita ed era piena di Sassi Smargiassi pronti a farla inciampare, ma fortunatamente tra le nebbie si materializzò un’amica Lepre… non era Lepre Mirabella che doveva compiere la sua impresa in solitaria ma era la Lepre Brizzolata che correva spedita in discesa poiché investita dall’Incantesimo Paracadutato (che solitamente detiene la Lepre Ioppolo, anch’essa presente a Caltavuturo ma ancora ignara di ciò che avrebbe affrontato). Mettendosi sulla sua scia, anche Lumaca Simo riusciva a beneficiare dell’Incantesimo Paracadutato e le sue gambe rinvigorite saltellavano tra un Sasso Smargiasso e l’altro senza alcun intoppo! L’incantesimo però non aveva effetto sulle salite e i tratti pianeggianti, quindi Lumaca Simo dovette ben presto salutare la sua amica Lepre Brizzolata che andava perdendo terreno.
Tra un saltello e l’altro Lumaca Simo arrivò da alcuni fedeli amici, Franchino Barbuto e Giuseppe Crostata, che le avevano conservato delle potentissime Patatine della Scioltezza grazie alle quali riuscì a proseguire il suo cammino dentro l’Uliveto Fatato illuminato dalla luce della Luna. Strada facendo Lumaca Simo incontrò altri prodi combattenti: erano molto veloci e le sfrecciavano accanto, lei si scansava per farli passare perché anche loro avevano la loro missione da compiere e non doveva intralciare il percorso. Ad un certo punto fu raggiunta da altri personaggi familiari e benevoli, che la incoraggiarono a proseguire: erano il Saitta Parlante e il Sabatino Rotante che si inseguivano in discesa alternandosi il comando a vicenda. Nonostante loro due non fossero presenti all’allenamento sul Monte-che-guarda-la-Conca-d’Oro, avevano deciso di aiutare i nostri eroi a sconfiggere il Dragone Lanciafiamme, per cui andarono in avanscoperta per stordirlo con le chiacchiere del Saitta Parlante e l’Incantesimo Rotante di cui solo il Sabatino è in possesso.
Anche loro dunque seminarono Lumaca Simo che si apprestava ad entrare nel Boschetto Incantato: rinvigorita dall’incoraggiamento dei prodi amici, riuscì comunque ad uscirne indenne nonostante nel Boschetto ci fosse il Ramo Spinoso che tentava di graffiarla e trattenerla. Nel frattempo anche gli eroi Pelato Minimalista e Lepre Mirabella, insieme ad altri amici eroi incontrati nella Piazza Campanaria di Caltavuturo, procedevano tra i Sentieri e le Colline Fatate illuminate dalla Luna: il Pelato Minimalista però preso dalla fretta iniziale, aveva abusato dell’Incantesimo Paracadutato ed era stremato e stanco. Nel Boschetto Incantato infatti il Ramo Spinoso lo aveva sferzato con violenza e lui ne era uscito graffiato ma deciso a non arrendersi. Lepre Mirabella invece procedeva con prudenza e circospezione, cercando il sostegno delle amiche Lepre-dagli-Occhi-Pinti e Lepre Ioppolo la detentrice ufficiale dell’Incantesimo Paracadutato, pronta a trasferirlo ai nostri eroi all’occorrenza. La Lepre-dagli-Occhi-Pinti però era intimorita dai Cinghiali Protettori del Dragone Lanciafiamme e dopo avere sentito grugniti di dubbia provenienza aveva preferito allungare il passo e anticipare il suo rientro nella Piazza Campanaria di Caltavuturo, seminando anche la Lepre di Polizzi con la quale solitamente saltella contenta per le colline.
Lumaca Simo intanto era uscita dal Boschetto Incantato e si andava avvicinando alla tana del Dragone Lanciafiamme, la Cava Riarsa di Caltavuturo. La Cava era un posto terribile e anche gli eroi più coraggiosi e prodi ne avevano paura: quella sera però la Luna illuminava benevola il cammino, rischiarando anche i lati più oscuri e tetri della Cava Riarsa. Il Dragone Lanciafiamme dormiva, Lumaca Simo ne poteva percepire il respiro assopito: adesso sapeva qual era il suo nascondiglio e poteva prepararsi ad affrontarlo con la luce del mattino. Nella Cava però fece degli strani incontri: nascosto nel buio di un anfratto c’era lo Gnomo Guardiano della Cava con i suoi due scudieri quadrupedici che le ringhiavano dietro.
Lo Gnomo li fece tacere, ma ormai avrebbe avvertito il Dragone Lanciafiamme della presenza dei valorosi eroi nel suo territorio e lo avrebbe messo in guardia. Lumaca Simo era un po’ intimorita ma per fortuna fu raggiunta da altri due amici eroi che la contagiarono con la loro allegria: erano Ciccio Pasticcio, a sua volta Guardiano del Monte-che-guarda-la-Conca-d’Oro, che aveva messo a tacere lo Gnomo Guardiano della Cava, accompagnato da Lepre-Lewis-13:30 che ci teneva a ribadire di essere un grande amico del Sandalato Infortunato, quindi anche amico di Lumaca Simo grazie all’Incantesimo Transitivo dell’Amicizia. Sostenuta da queste due buffe presenze Lumaca Simo emerse dalla Cava Riarsa, apprestandosi a percorrere l’ultimo tratto che la separava dalla Piazza Campanaria di Caltavuturo: ormai il sopralluogo stava terminando, lei sapeva dove si nascondeva il terribile Dragone e adesso doveva solo riposare prima che spuntasse nuovamente il giorno.
Per fortuna il Sandalato Infortunato, con il prode Paride, le si presentò davanti ad indicarle la giusta deviazione per i gradoni e così Lumaca Simo arrivò alla Piazza, dove Aldo Spavaldo, preoccupato che tutti i valevoli combattenti tornassero sani e salvi, li stava aspettando insieme ai fedeli Giuseppe Cronometro, Filippo Classificatore e Renato Gazebo.
Lumaca Simo si riunì con gli altri amici eroi : tutti erano sani e salvi e si apprestavano a rifocillarsi e andare a riposare le stanche membra nelle loro tende dell’Accampamento Alberato di Calatavuturo. Solo lei e il Pelato Minimalista si rifugiarono altrove: in una grotta poco lontana in compagnia di quattro valorose Guardie che avrebbero protetto il loro sonno.
(…to be continued…)
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