Continua l'avventura di Salvatore Sulsenti, nel suo lungo e lento percorso di avvicinamento alla 100 km del Passatore che egli è sempre più intenzionato a sperimentare alla luce delle sue nuove - entusiasmanti - esperienze ed anche del fatto che egli , man mano, vada acquistando fiducia nelle proprie possibilità. Ma nello stesso tempo, Salvatore si rende conto che deve lottare contro i principali nemici della determinazione e della "vision" diun simile progetto che sono la mancanza di volontà e la perdita di entusiasmo.
Ma anche il confronto con questi "diavoletti" interiori diventa bagaglio indispensabile dell'esperienza formativa per una camminata/corsa sulle lunghissime distanze, tenendo conto che, in un percorso parallelo, occorre forgiare verso una maggiore "resilienza", non solo il corpo, ma soprattutto la mente.
Vediamo di seguito i suoi progressi, così come le sue battute d'arresto o la sensazione di avere girato a vuoto, attraverso la lettura del suo pensoso diario giornaliero.
E siamo già entrati nel mese di ottobre: Salvatore Sulsenti si accorge, facendo un po' di conti che, dal 25 luglio 2014 (quando ha iniziato a camminare, ma ancora senza aver concepito il progetto del Passatore), ha già percorso quasi 4000 km. E non guasta, di tanto in tanto, fare un po' di bilanci e di conti, tanto per quantificare la grandiosità della propria impresa.
Un passo dopo l'altro si arriva veramente molto lontano, facendo nel frattempo tante piccole scoperte, alcune dele quali assolutamente imprevedibili. Casi di serendipity quotidiane, ma anche di un acuirsi del mondo dei sensi e delle percezioni di pari passo con il processo di adattamento corpo e mente ad una quotidiana fatica: "...ho camminato, ascoltando un mondo muoversi attorno a me".
28 settembre, lunedì, è corretto dire, in italiano, che il tempo è messo male ad indicare le avverse condizioni metereologiche? Dilemmi d’inizio settimana e di una giornata di riposo figlia della scarsa volontà personale. Ricevo la telefonata dell’officina ortopedica, le mie scarpe nuove sono arrivate e finalmente si camminerà sul serio. Con la telefonata il mio umore migliora nettamente e mi sento come quel bambino che riceve la bici nuova, solo che io di quel bambino potrei essere il nonno.
29 settembre martedì. Controllo il meteo per tutta la settimana, esito non incoraggiante. Pioggia in arrivo. Anche se mi sono convinto che camminare con condizioni avverse aiuti a migliorarmi sia fisicamente che interiormente [Esatto! Bisogna sperimentarsi nelle condizioni più avverse - NdR]. Mi decido e vado, sono le 16:30 ed inizio a muovermi con 31°, temperatura affatto spiacevole. Mi fermo alle 18,00 e mi spoglio delle vesti da lupo solitario per rimettere il “costume” da camminatore sociale fino alle 20:15.
Camminare in gruppo è come leggere uno spartito. Lo spartito è lo stesso ma la musica è diversa, ma sempre musica è.
Mi diverte assistere a questo concerto e partecipo anche ad un allungo con 4 compagni di merende, trascurando - ahimè - il resto del gruppo. Due “disertori”, Michele e Graziella (marito e moglie), hanno improvvisato un cake party (dolcetti al cocco e ciambelline fritte) ed acqua fresca (ma non era meglio un Passito di Pantelleria?).
Alla fine della camminata ho molto apprezzato la gentilezza dei miei due amici che hanno coccolato tutti. Camminare con l’ASD Siemu a Peri di Marina di Ragusa è anche questo.
30 settembre mercoledì mi lascio vincere dalle nefaste previsioni metereologiche e dalla mia scarsa volontà e riposo. Mi convinco che per migliorare i risultati delle mie “passeggiate” anche l’alimentazione debba fare la sua parte. In realtà, mi scopro quasi vegetariano e nella mia dispensa non mancano cereali integrali, legumi, semi di sesamo (per il Calcio), di lino (per l’Omega3), e, di rado, semi di zucca e girasole. Aggiungo, ma solo di tanto in tanto per via dell’elevato costo, le mandorle (ma anche noci, anacardi, arachidi).
Non manca sulla mia tavola frutta (soprattutto banane, ricche di potassio), yogurt (ai quali aggiungo crusca d’avena o di grano), minestroni, verdure fresche. Mi concedo due uova la settimana e formaggio quando ne ho voglia.
Quando ho un attacco di fame nervosa mi do alla soia (fagioli di soia gialla lasciata in ammollo per una notte, sbollentata per pochi minuti, lasciata a freddare in pentola, poi salata con sale allo iodio). La carne rossa e quella di maiale non la mangio da 8 o 9 mesi (fatte rarissime eccezioni). Solo di tanto in tanto carne di tacchino o pollo.
Cerco di prendermi cura del corpo e quando posso dell’anima. Oggi ho fatto un bilancio. Dal 25 luglio 2014 ad oggi, ho camminato per 310 giorni, per 663,55 ore, percorrendo 3983,5 km, perdendo più di 25 kg.
Ho camminato a ferragosto per 4 ore, ho camminato con 42° ed anche con 10°, ho camminato sotto la pioggia leggera e sotto un temporale, ho camminato con la grandine, che ti bagna meno della pioggia ma ti colpisce come con piccoli schiaffi.
Ho camminato ascoltando la mia musica e soprattutto ho camminato ascoltando un mondo muoversi intorno a me.
Ottobre 2015.
1° ottobre giovedì. Tempo incerto, piogge sparse sul territorio, camminata di stamani svanita. Secondo tentativo di uscita intorno alle 17 svanito. Terzo tentativo alle 20, niente da fare. Desisto nervosamente.
2 ottobre venerdì. Ricevo l’invito della signora Inge per una camminata di 10 ore per lunedì. Avrei voluto accettare subito ma rientro il lunedì sera da un viaggio e camminare per tutta la notte non è possibile. Martedì è la controproposta della signora Inge che devo rimandare a mercoledì. Aspetto una risposta e stiamo a vedere. Io camminare 10 ore insieme a chi ha corso in 4 edizioni del Passatore? Un onore ed un tributo di stima personale. La camminata si fa lunedì, anzi no. Rimando ulteriore a venerdì 9 c.m. e per me va bene.
3/4 ottobre. Tra sabato e domenica è tempo per un week-end in trasferta per una visita ai miei nipoti. Mi ripromettevo di camminare (il mio zainetto non mi abbandona mai) ma nulla da fare. Rientro a casa, doccia e qui faccio una scoperta tardiva. Il mio tappetino lo utilizzo al contrario (ormai da diversi mesi), cioè con le ventose rivolte verso l’alto. Sfrego i miei piedi su queste ventose. Un’azione che in realtà si rivela essere un prodigioso massaggio plantare. Mi prendo la briga di contare le ventose (durante la doccia, il ché non depone a mio favore) e sono ben 120 piccole dita che mi “solleticano energicamente” . Da consigliare.
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