Psiche&Sport, il blog sportivo fondato da Stefano Ruzza e da Cesare Picco è andato ad intervistare Giorgio Calcaterra, campionissimo di corsa sulle lunghe distanze, tre volte campione del mondo 100 km su strada, vincitore per dieci volte consecutive della celebre 100 km del Passatore, ma anche per l'impresa di aver corso nel 2000 16 maratone sotto le ore 2h20, prima di votarsi all'Ultramaratona.
Non a caso, da molti è stato denominato affettuosamente "Re Giorgio".
Giorgio Calcaterra è una persona affabile alla mano, alle volte sembrerebbe un po' schivo ed introverso, poco disponibile al dialogo, ma è uno che comunica con gli occhi e che osserva.
Tanti si chiedono cosa egli pensi quando corre un'altramaratona, cosa senta: questa intervista dà alcune risposte a tali interrogativi, oltre a fornire alcuni inediti scorci sulla sua formazione alla corsa e sulla funzione del padre di Re Giorgio, come maestro ed ispiratore.
L'intervista è stata pubblicata nel sito originario il 2 novembre scorso.
Giorgio Calcaterra al Campionato del Mondo IAU 100 km a Winschoten, Olanda, 2011 (Foto di Maurizio Crispi)
Una delle doti che ti ha reso famoso è senza dubbio la resistenza. Ripensando alla tua vita, fin da quando eri bambino, c’è stato un momento o un’esperienza in cui ti sei accorto che eri portato per “la resistenza” e che la sensazione di superare la fatica ti poteva piacere?
Devo risponderti di no, il mio percorso è stato molto graduale. E' vivo in me il ricordo di quando avevo 18/19 anni e di come sia stato per me estremamente complicato superare le due ore di corsa. Vedevo le 2 ore di corsa come una distanza molto lunga.
Non mi sono mai ritenuto particolarmente resistente e non c'è stato un momento specifico in cui mi sono accorto di esserlo. Ho sempre corso tanto, perchè mi piaceva e perchè provavo piacere nel partecipare alle gare. Questo mi permetteva inoltre di passare del tempo con mio padre e di conoscere nuovi posti.
Facevo soltanto ciò che mi indicava il mio istinto e devo ammettere di non aver mai pensato di essere particolarmente resistente.
Posso chiederti come è avvenuto il passaggio da correre 2 ore a correre molte più ore?
E' stato tutto molto graduale! All'inizio correvo 2 ore, poi passando alle maratone le 2 ore e 30/2 ore e 40 le correvo tranquillamente. Il passo successivo è stato prendere parte a maratone quasi tutte le settimane. Mi invitavano, mi divertivo ed è stato per me quasi naturale. Un giorno poi mi proposero una 50 km, io pensai che 50 km non sono poi così lontani dai 42, solo 8 in più! Prima provai quindi a correre 50 km e poi passai a 78. Certo 78 sono molti più di 50, ma ne ero intrigato!
Infine arrivai a correre la 100 km del Passatore. Tutti me ne parlavano e quindi decisi di provarla. Volevo provare qualcosa di diverso e avevo il desiderio di sfidarmi. Fu tutto molto graduale! Quando mi ritrovai a prendere parte a molte gare, tutti mi rimandarono la resistenza come un mio punto forte.
Sei solito raccontare, scrivendo, le corse a cui prendi parte. Secondo te, il narrare un'esperienza sportiva vissuta può fare crescere un atleta? Se si in che modo?
Sai le motivazioni che mi hanno spinto a scrivere sono diverse dal ricercare aspetti prestativi, perciò mi riesce difficile risponderti.
Pensando però alle motivazioni, la prima che mi ha spinto a scrivere è stato il desiderio di tenere una sorta di diario, come quelli che si tengono nel cassetto. Il tempo può cancellare i ricordi e ho pensato a questo come un modo per farli rimanere maggiormente impressi.
Un'altra motivazione è stata il desiderio di archiviare le mie gare, continuando quanto iniziò mio padre, come raccogliendone il testimone. A 10 anni, quando ho iniziato a correre, mio padre mi fece un album delle gare. A dire il vero, ne fece più di uno tante furono le gare a cui partecipai! Scriveva la data, il tempo, la posizione e vi allegava la foto.
Mio padre mi insegnò a dare la dovuta importanza ai ricordi! Noi cambiamo, le cose un po' si dimenticano, ma attraverso le foto abbiamo la possibilità di vedere, come diceva lui, di scoprire come eravamo 10 o 20 anni prima. Il mio album è la continuazione di quello creato da mio papà, solamente in formato elettronico.
Un altro aspetto che mi ha spinto a scrivere è l'interesse manifestatomi, da alcune persone, nel poter leggere delle mie gare e delle mie sensazioni. Non ho fini pubblicitari, ma ho il piacere di condividere i miei pensieri con chi ha interesse nel leggerli. Il sito, inoltre, mi è stato regalato e credo che prendermene cura sia un modo per ringraziare chi mi ha fatto questo dono.
Anche se rileggere delle tue gare può aiutarti a scorgere dei possibili errori, le motivazioni che mi spingono a scrivere non sono connesse alla speranza di migliorare come atleta. Credo infatti che quanto faccio sia un modo per raccogliere il testimone passatomi da mio papà, condividendo le mie sensazioni con le persone che hanno piacere di leggerle.
Per leggere tutta l'intervista segui il link
Di seguito una fulminea scheda su Giorgio Calcaterra, per chi affacciandosi appena adesso al mondo delle corsa su strada ancora non dovesse conoscerlo.
Giorgio Calcaterra è un runner italiano.
3 volte campione del mondo nella 100 km di ultra-maratona nel 2008-2011-2012.
Laureatosi 10 volte vincitore nella prestigiosa 100 km del passatore.
Giorgio Calacaterra è conosciuto soprattutto per le sue doti di resistenza e di recupero. Nel 2000 stabilisce il record mondiale, correndo 16 maratone sotto le 2 ore e 20.
Psiche&Sport: SportivaMente: Giorgio Calcaterra
3 volte campione del mondo nella 100 km di ultra-maratona nel 2008-2011-2012. Laureatosi 10 volte vincitore nella prestigiosa 100 km del passatore. Giorgio Calacaterra è conosciuto soprattutto per...
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Chi siamo? Una sera, davanti a una birra, uno psicologo-psicoterapeuta con un debole per il ciclismo e un ultratrailer con la passione per la musica e l'arte narratoria, hanno pensato che lo sport non è solo fatto di gesti, ma soprattutto di sportivi con storie e mondi da raccontare.
Accompagnati da canzoni che scandiscono il nostro passo conosceremo i protagonisti dello sport e ci avvicineremo ai loro pensieri con la discrezione propria di chi fa una scoperta.
Per chi fosse interessato a sapere qualcosa di noi o fosse solo curioso....
CESARE PICCO: psicologo e psicoterapeuta ad indirizzo Analitico Transazionale, si occupa principalmente di formazione oltre a svolgere privatamente attività clinica.
Da sempre appassionato di sport, negli ultimi anni si è "ammalato" di ciclismo che pratica a livello amatoriale per meditare, per ridurre lo stress, per scoprire nuovi territori, per stare in gruppo e anche per dare una valvola di sfogo al suo bisogno di competizione.
STEFANO RUZZA: da sempre appassionato di musica, letteratura e sport, dopo aver praticato calcio in età giovanile, si rivolge alla corsa. Nell'ultratrail e nelle lunghe distanze trova una dimensione vicina al suo modo di concepire la vita, l'arte e una buona filosofia sportiva.
Atleta competitivo a livello nazionale, riesce a dare battaglia anche in alcune competizioni internazionali.
Impegnato a livello professionale e sociale come soccorritore per il 118 presso la Croce Rossa di Gallarate.
Oltre a Cesare e Stefano, molte altre persone hanno contribuito con idee, pareri e suggerimenti alla creazione di Psiche&Sport. Alcuni di loro avranno occasione di collaborare come autori, curando rubriche personali o contenuti specifici. Di volta in volta li presenteremo, così da farvi scoprire qualcosa anche di loro.
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