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29 dicembre 2015 2 29 /12 /dicembre /2015 23:35

Quello che segue- sulla seconda edizione della "Maratona delle Caytedrali" che ha avuto luogo il 20 dicembre 2015,  è il bel articolo di Michele Rizzitelli, eccelente esempio di come una semplice maratona possa diventare occasione per compiere un percorso geografico, storico e culturale.

Maratona delle Cattedrali 2015 (2^ ed.). Una Maratona che è anche affascinante viaggio nella storia e nella cultura
Maratona delle Cattedrali 2015 (2^ ed.). Una Maratona che è anche affascinante viaggio nella storia e nella cultura
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Maratona delle Cattedrali 2015 (2^ ed.). Una Maratona che è anche affascinante viaggio nella storia e nella cultura
Maratona delle Cattedrali 2015 (2^ ed.). Una Maratona che è anche affascinante viaggio nella storia e nella cultura

(Michele Rizzitelli) Il 20 dicembre 2015, si è svolta la seconda edizione della Maratona delle Cattedrali (Barletta-Giovinazzo, lungo il tracciato della SS 16.). La direttrice della Maratona delle Cattedrali è la SS 16, che scorre lungo la dorsale adriatica di tutta la Penisola, nel tratto che attraversa le città di Barletta, Trani, Bisceglie, Molfetta con arrivo a Giovinazzo. Ma non è il suo asfalto, piatto e rettilineo, antico e glorioso, a farla da padrone.
Sono le lunghe incursioni nei centri storici a rendere unico e inconfondibile il percorso. Poche sono le maratone che possono vantare l’attraversamento di tanti borghi antichi marinari, che furono splendenti nei secoli XI-XII-XIII e che di quell’epoca normanno-sveva conservano architetture di superba bellezza.
Erano tempi in cui la grande cultura orientale penetrava nel meno evoluto occidente attraverso la Puglia, che diveniva centro nevralgico di scambi commerciali, idee, realizzazioni, nonché porto naturale dei pellegrini verso la Terra Santa.
Poi ci furono le Crociate che non avrebbero potuto essere bandite se non con l’apporto determinante dei Normanni, insediati da queste parti. Infatti, l’attore più rappresentativo e spettacolare della Prima Crociata fu il normanno-pugliese Boemondo d’Altavilla che tutti sovrastò, compreso lo svigorito Goffredo di Buglione.
Tutta la regione divenne un “porto diffuso”, attraversata da un flusso ininterrotto di uomini e ricchezze. Il resto lo fece Federico II di Svevia, stupor mundi, che per la Puglia ebbe una particolare predilezione, tanto da costruirvi la sua reggia e riempirla di castelli. Estintisi gli Svevi, i subentrati Angioini trasferirono la capitale a Napoli, e per la regione cominciò un periodo di lenta emarginazione.
Testimonianza di quel periodo aureo, sono le cattedrali romaniche, che rappresentano una pagina affascinante della storia dell’architettura italiana. La maratona intende portare gli amanti della corsa in pellegrinaggio a cinque capolavori dell’arte romanica disposti in serie lungo la costa del Mare Adriatico. Ma non solo cattedrali! Accanto al potere spirituale non poteva che esserci il potere temporale, ed ecco gli imponenti castelli; chiese e fortezze non potevano essere costruite senza la ricchezza proveniente dal mare, quindi i porti; e attorno a questi svilupparsi pittoreschi borghi marinari. Tutto questo ha offerto la Maratona delle Cattedrali. Tanta varietà con un denominatore comune: architetture tutte rigorosamente in pietra e specchiantesi nel mare, ora sabbioso ora roccioso.
Si parte da Barletta (92.783 ab.) tra le absidi del Duomo (1140) e il castello svevo di forma stellare, elettrizzati dall’Inno di Mameli cantato da una soprano e dalla Fanfara dei bersaglieri. Non si è percorso neppure un centinaio di metri e i maratoneti si imbattono in un altro romanico, la Basilica di S. Sepolcro, con davanti al fianco il famoso Colosso, gigantesca statua bronzea raffigurante un imperatore romano d’oriente. Ad ulteriore conferma dei rapporti che la città ha avuto con le Crociate e la Terra Santa, ci si infila in Via Nazareth, si passa ora davanti al Duomo, al suo bel campanile, e la prima cattedrale e servita. Poi, ovviamente, la sabbiosa spiaggia e il porto prolungantesi nell’Adriatico.
Si corre verso Trani (53.639 ab.) per andare alla scoperta della seconda cattedrale, imboccando la via maestra della SS 16. Splende il sole, la temperatura è fresca, la strada è piatta, per cui si può aumentare il ritmo perché il passaggio tra gli insediamenti industriali in profonda crisi non è tra i più gradevoli. Ma elevando lo sguardo verso l’entroterra, è individuabile Castel del Monte, patrimonio UNESCO, la geniale costruzione federiciana. Trani mette in mostra la più bella cattedrale (1097) di Puglia, che da sola ripaga la fatica dei 42 km. Lo spettacolo che si presenta ai maratoneti è indimenticabile. Il mare si frange spumeggiante ai piedi della cattedrale così protesa nell’acqua da sembrare un veliero in procinto di salpare con il suo altissimo campanile a far da albero maestro.
Le emozioni proseguono nell’attiguo porto, un’insenatura naturale di forma ellittica, dove un monumento ricorda gli Ordinamenta Maris risalenti al 1063, il più antico codice marittimo del Medioevo. Poi la costa disegna una penisoletta immersa nel mare azzurro su cui sorge l’Abbazia romanica di S. Maria di Colonna (1098); un’edicola conserva un crocifisso con un taglio di scure alla radice del naso, inferto dai Saraceni in un assalto del 1480; dalla ferita sgorgò tanto sangue da colorare di rosso tutto l’Adriatico.
Il tratto di Statale 16 che porta a Bisceglie (52.736 ab.) presenta qualche piccola asperità di percorso ed è immerso in una fitta campagna di uliveti e vigneti. La strada passa a ponte su qualche pittoresca lama ed è punteggiata da torri di avvistamento risalenti al sec. XV. Ma è quando la si abbandona che Bisceglie appare nell’immensità del suo mare e della sua costa rocciosa. Commovente è il suo porticciolo di pescatori dove convergono le viuzze del suo centro storico. La sua cattedrale (1073) è l’unica a non essere situata proprio sul mare. Siamo al controllo chip del 21° km che per me segna 2:09:15. Da qui è partita la mezza maratona con arrivo a Giovinazzo.
L’ingresso in Molfetta (61.163 ab.) rimanda al leit motiv delle Crociate, accogliendoci nel piazzale di S. Maria dei Martiri con accanto i resti dell’Ospedale dei Crociati (1095) dove venivano curati i reduci. Poco dopo, agli occhi dei maratoneti si apre l’insenatura naturale del porto con le sue barche ciondolanti. Ragusani, amalfitani, veneziani, greci, slavi e dalmati frequentavano questi lidi per “mercatura e vi ebbero residenze e logge”. Si specchia nelle acque del porto la facciata del Duomo vecchio (1150), massiccio edificio romanico con tre cupole piramidali e due eleganti campanili.
La SS 16 che porta a Giovinazzo (20.905 ab.), dove è situato l’arrivo, riserva sorprese poco dopo Molfetta a Cala del Doge. Qui, nel 1003, il doge veneziano Pietro Orseolo II si fermò per organizzare la controffensiva finale per sventare il tentativo dei Saraceni di impadronirsi di Bari. Tra calette, torri di avvistamento e abitazioni sparse, si giunge nella città di destinazione finale. Abbandonata la via maestra, attraverso l’Arco di Traiano si penetra nel dedalo di stradine del centro storico, che avvolgono il minuscolo porto. Grandiosa, massiccia, alta, emerge la cattedrale (1283) sul borgo marinaro. All’improvviso, si giunge nella vasta piazza piena di sole ove è situato l’arrivo.
L’orologio segna per me 4:22:02.
Percorso ben segnalato e chiuso al traffico; sufficienti i ristori; percorso 700 m più lungo; pace maker coinvolgenti.
La maratona ha registrato 640 classificati. Il vincitore è stato Vito Sardella (2:35:19), al secondo posto Giuseppe Moliterni (2:42:08) e al terzo Giovanni Di Cosimo (2:51:37). La vincitrice è stata Francesca Mele (3:23:37), al secondo posto Maria Dibenedetto (3:24:58) e al terzo Angela Latorre (3:33:05).
La mezza maratona ha avuto 335 classificati. Il vincitore è stato Rosario Livatino (1:12:31), al secondo posto Pasquale De Chirico (1:15:43) e al terzo Michele La Vista (1:19:48). La vincitrice è stata Mariangela Bozzano (1:41:51), al secondo posto Marilena Piccirilli (1:42:48) e al terzo Gabriella Negrini (1:43:06).

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  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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