Tempo addietro abbiamo seguito su queste pagine la polemica suscitata dal fatto che un'amica podista - Alina Lo Surdo - frequentatrice di maratone e ultra, assieme ai suoi cani, sia stata accusata da altri runner di utilizzare quei cani per trarre vantaggio nella sua corsa (un'affermazione peraltro rivelatrice di un'ottusità intellettuale inaudita, perché i cani - soprattutto nelle lunghe distanze - non trainano mai il proprio "padrone", piuttosto bisogna di continuo incitarli a procedere).
Ma la notizia relativa al fatto accaduto alla 50 km di Romagna 2016 (la classica gara che si svolge a Castelbolognese il 25 aprile di ogni anno) la dice lunga sull'intolleranza nei confronti dei nostri amici a quattro zampe, sull'ottusità e sul fiscalismo dei Giudici di Gara FIDAL applicatori di regolamenti che possono andar bene per i pochi top runner presenti, ma non certamente per le centinaia di amatori che rappresentano di fatto il nerbo di siffatte manifestazioni, e soprattutto sull'incapacità di vedere questi eventi sportivi come momenti aggregativi e di gioiosità condivisa.
L'amico Claudio Guidotti è stato ingiustamente squalificato per aver tagliato il traguardo assieme al suo cane fedele (tra l'altro, l'aveva preso al guinzaglio solo per correre gioiosamente con lui gli ultimi 30 metridi una gara che per lui era stata molto sofferta) per effetto d'una fiscale decisione presa da uno dei giudici FIDAL presenti in zona arrivi.
Guidotti avrebbe pur potuto, nei tempi dovuti, presentare ricorso contro la decisione iniqua. Non sappiamo se l'ha fatto o se lo farà.
Ma soprattutto è stato sopraffatto dall'amarezza e la necessità di liberarsi di un peso attraverso pubbliche dichiarazioni, come è il caso della sua testimonianza nell'articolo di seguito linkato.
A lui il nostro pieno supporto morale.
Andando avanti di questo passo, uno potrebbe essere squalificato perchè decide di portare in braccio il proprio bimbo, come manifestazione di gioiosità. E un giudice di gara ottuso quanto basta e zelante potrebbe farlo, sempre applicando in maniera rigida i regolamenti... Sicuramente troverebbe una norma ad hoc.
E che dire di quelli che alla Maratona di Londra corrono portando sulle spalle un frigorifero? In Italia, sicuramente verrebbero squalificati...
Lo sport amatoriale anche di buon livello dovrebbe avere come primo obiettivo quello di praticare un'attività sportiva in una cornice di sana gioia, divertimento e condivisione.
L'applicazione rigida delle norme a podisti amatoriali che non ambiscono a raggiungere i primi posti della squalifica contribuiscono a inaridire lo spirito amatoriale, a spingere sempre più su le prestazioni degli amatori che finiscono con il sentirsi anche loro "professionisti" e a creare le premesse di uno scimmiottamento dello sport competitivo di punta.
Mi auguro che ci possano essere tanti che decidano di tagliare il traguardo con il proprio cane al guinzaglio, tirando un carrettino, battendo per terra un pallone da Basket, facendo acrobazie da saltimbanco e quant'altro.
Un anziano signore sino a qualche anno partecipava alla Cento km del Passatore con il proprio cane (anche anomato dal desiderio di portare un messaggio di pace). Il cane era tutto bardato di lustrini e di piccoli messaggi e di lustrini: e portava il pettorale! Quel signore infatti per essere al sicuro di ogni contestazione iscriveva il suo cane regolarmente, con - ovviamente - l'assenso degli organizzatori che lo consideravano - lui con il suo cane - un'attrattiva della manifestazione podistica e del suo pluralismo di motivazioni.
Ma ecco la doccia fredda, appena tagliato il traguardo: mi piomba addosso uno zelante e intransigente giudice FIDAL e con una certa arroganza mi comunica che sono stato SQUALIFICATO (la prima volta in 42 anni di attività podistica). Motivo: perché a 30 metri dall'arrivo ho preso il mio cane, la mia Laika per il guinzaglio e ho fatto l'arrivo con lei (cosa che ho fatto anche nei 7 anni precedenti, senza mai nessuna contestazione). Bisogna notate bene che il giudice stesso ha riconosciuto di avermi visto prendere il cane a 30 metri dall'arrivo (attenzione 30 metri su 50 chilometri...), neanche fossi il primo, visto che in classifica ero in 530^ posizione. Faccio notare, se non mi è sfuggito, che sul regolamento della gara non ho trovato nessuna clausola, che darebbe atto alla mia squalifica.
Succede anche questo nelle corse! Ma un episodio così non lo avevamo mai visto!
Quanto accaduto lunedì 25 aprile a Castel Bolognese alla 50 km di Romagna è una cosa che da un lato fa sorridere e dall'altra suscita anche un po' di rabbia. Un fatto anomalo ...
Ma stiamo scherzando? Qua non c'è più il senso delle cose, se una cosa che è in sé bella ed esclusiva espressione dello spirito di amicizia e di solidarietà che lega un uomo ad un cane innocuo, viene intesa come un mezzo subdolo per trarre un illecito vantaggio, siamo arrivati alla frutta - se non peggio - in una cattiva interpretazione dello spirito agonistico amatoriale, in cui ciò che deve avere il sopravvento è il benessere, è il buonumore, è l'armonia ed anche la capacità di interpretare il proprio personale di essere nella maratona che si potrebbe voler correre, al imite, anche portando in una gabbietta il proprio canarino preferito o il proprio gatto Silvestro.
Ottusi e meschini quanti non comprendono la gioia pura che vi può essere nel correre con il proprio cane e che, animati da uno spirito savonarelesco o da occhiuto inquisitore. vogliono applicare alla lettera regole e ingiunzioni: organizzatori, giudici di gara e atleti che vedono il loro correre soltanto come competizione spinta all'estremo, ma senza ombra di divertimento!
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