Sarà proiettato a Palermo, il 20 aprile 2016, nella sala cinematografica "Rouge et Noir", il film documentario "Sei Vie per Santiago" (titolo originale "Walking the Camino", prodotto dalla regista Lydia B. Smith, film multipremiato (013 Newport Beach Film Festival, American Documentary Film Festival, Rainier Indipendent Film Festival, Hollywood Film Festival, Port Lauderdale International Film Festival).
Si tratta di un'interessante iniziativa che consente la fruizione di una pellicola che ha avuto un passaggio forse troppo rapido dalle sale cinematografiche e che, di conseguenza non è stata debitamente attenzionata.
Il film documentario della Smithè in qualche modo simmetrico con "The Way" di Emilio Estevez (2010, titolo italiano "Il Cammino per Santiago") che lo ha preceduto di qualche anno e che, pur avendo un impianto di narrativa fiction non documentaristica propone una narrazione del Cammino di Santiago con una simile prospettiva (il Cammino fatto di intersezione di storie di persone che si incontano ognuno con motivazioni diverse.
In fondo, i due film presentano due modi diversi per raccontare la stessa cosa, con notevoli e importanti coincidenze: soprattutto per quanto concerne la rilevanza delle storie personale che si incrociano e si intrecciano, ma soprattutto per quanto riguarda l'intrinseco "potere" che ha il Cammino di entrare nell'animo delle persone che lo percorrono, modificandone la visione del mondo, anche laddove il Cammino venga intrapreso con motivazioni "laiche": a prescindere dalla valenza religiosa, si tratta di quella risonanza sviluppata e ben descritta dai cultori del cosiddetto "camminare profondo".
Il film, autobiografico e itinerante, segue da vicino un gruppo di moderni pellegrini che affrontano il viaggio verso Santiago, ognuno con le proprie ragioni, motivazioni e aspettative.
Sei persone a confronto, con vite e storie diverse: come quella di Misa che è una giovane sportiva danese. Viaggia da sola per poter essere più in sintonia con se stessa, ma l'incontro con un ragazzo di dieci anni più giovane cambia radicalmente la sua prospettiva.
O come quella di Sam, brasiliana, che ha trent'anni, soffre di depressione ed è alla disperata ricerca di quella forza interiore necessaria a trasformare la sua vita.
La visione del film, avrà un costo € 5,00.
La proiezione del film, inoltre, prevedendo la possibilità (interessante) di un dibattito al termine della visione, sarà una buona occasione di approfondimento per tutti coloro che vogliano acquisire una conoscenza di cosa significhi oggi metterrsi in cammino verso Santiago de Compostela.
Chi è interessato è pregato di dare conferma della sua presenza presso la biglietteria del Cinema Rouge et Noir (091324651)
Per molti secoli, la gente ha viaggiato dalla Francia fino a Finisterre, la fine del mondo allora noto, lungo il Cammino di Santiago. Chi come pellegrino per fede, chi alla ricerca di una propria crescita spirituale ed interiore. Non è assolutamente un'impresa semplice, e nonostante questo solo nel 2010 più di 270.000 persone hanno tentato questo arduo ma meraviglioso camino di cinquecento miglia. Sei Vie per Santiago è un'esperienza di immersione totale che cattura e racconta le prove e le difficoltà che sei moderni pellegrini affrontano durante l'antico percorso, del Cammino di Santiago. I protagonisti del film sono persone di diversa età (dai sette ai settantrè anni), nazionalità, cultura e costumi. Per ognuno di loro il Cammino rappresenta qualcosa di diverso, ma per tutti è una sfida che affrontano per cambiare se stessi.
Quella che segue é la sintesi del film su www.mymovies.it (by Marianna Cappi) Wayne ha 65 anni, ha perso da poco la moglie. Cammina con Jack, 73 anni, il prete episcopale che ha celebrato il funerale. Misa è danese, sportiva, competitiva. Pensava che avrebbe voluto camminare da sola, ma poi ha incontrato il canadese William, che ha il suo stesso passo veloce, e non si sono più seprati. Annie viene da Los Angeles, il ginocchio le fa male, la fatica la fa piangere, ma smettere sarebbe ancora più doloroso. E poi ci sono Sam, dal Brasile, in piena crisi esistenziale, Tomas, che non sapeva se fare kite-surfing o intraprendere il cammino, Tatiana, di 26 anni, fervente religiosa, con il fratello ateo e il figlio Alexis, che di anni ne ha 3, ed è il più giovane della compagnia.
Il cammino di Santiago di Compostela è lungo quasi 800 chilometri e attraversa il Nord della Spagna per terminare nell'Oceano a Finisterre. Non è un'impresa semplice, eppure sono secoli che le genti di ogni dove lo percorrono. Molti partono con una domanda nel cuore, perché in quello spazio e in quel tempo, immersi nella natura e segnati dalla fatica ma anche dall'emozione,
il confronto con se stessi è inevitabile e spesso illuminante. La regista lo ha fatto nel 2008, dopodiché, al ritorno a casa, la stessa "chiamata" che l'aveva messa sulla strada spagnola la prima volta, l'ha indotta a tornare per documentare il pellegrinaggio di altre persone. Il suo approccio è profondamente umanistico: il paesaggio ha ovviamente il suo spazio, ma non è alla sua contemplazione che si dedica il documentario. Allo stesso modo, la geografia del percorso, la pittoresca burocrazia dei timbri, il cibo e le messe, finiscono inevitabilmente nelle riprese di Lydia B. Smith ma non viene concesso loro uno spazio autonomo. Al centro, dall'inizio alla fine, ci sono le persone (le sei che ha scelto al montaggio, dopo averne seguite più del doppio per un totale di 300 ore di girato).
Piove, fa freddo, oppure il sole brucia in testa e sulle spalle, le vesciche sono causa di dolori atroci, la febbre può allettare per un po', ma ogni giorno è diverso, ogni tratto è diverso, e questo cambiamento, di sfondo e di umore è in fondo una metafora della vita, e si va avanti nonostante tutto, sperimentando difficoltà e gioie a fasi alterne, in vista della ricompensa finale, in autostima e significato.
Dal film della Smith emerge bene un piccolo paradosso: quello che s'intraprende, anche se non sempre in solitaria, come un viaggio individuale, alla ricerca di sé, della risposta che probabilmente abbiamo già dentro ma dietro una nebbia troppo fitta per riconoscerla, si trasforma quasi sempre in un'esperienza di condivisione e di collettività. Il Cammino, sembra dire il film, in un modo o nell'altro, ti sorprende. Ed è in questo sovvertire le aspettative che il Cammino incontra la vita e anche il cinema.
Lydia B. Smith a Roma per Sei Vie per Santiago: "Il cammino stesso si racconta!"
Il nome di Lydia B. Smith per molti di voi non sarà familiare. Eppure, appartiene ad una giovane donna che non solo è una affermata produttrice americana, ma è anche una regista che dal 2013 ha ...