Se vuoi puoi. Quello che sembrava impossibile, se lavori duramente non è più impossibile. È questa la visione. Come un esploratore la va a cercare, un musicista la canta, un pittore la dipinge, uno scrittore la mette in parole, così un corridore la corre.
Ha conosciuto Michele Graglia in occasione della prima edizione della Ultra Milano-Sanremo, dove - ancora poco conosciuto nel mondo degli ultramaratoneti italiani - arrivò, sgominando alcune grandi firme dell'ultramaratona mondiale ed europea, inaspettatamente da vincitore alla prima edizione della ultracorsa su strada Milano-Sanremo, avviata nel 2014 sulla falsariga (stesso identico percorso) della classica di ciclismo su strada Milano-Sanremo, tenuta a battessimo nel 2014: un'impresa da giganti con i suoi oltre 280 km in tappa unica, con notevoli difficoltà altimetriche.
E' arrivato da pochi mesi nelle librerie un volume in cui Michele Graglia racconta la sua storia e la sua avventura nel mondo dell'Ultra (Folco Terzani con Michele Graglia, Ultra. La libertà é oltre il limite, Sperling&Kupfer, 2017), con il confronto non solo tecnico ma anche amicale di Folco Terzani, nella veste di scrittore e giornalista, ma anche di appassionato della corsa e dunque pienamente titolato per comprendere appieno il lungo racconto di Michele.
Del suo passato sportivo Michele tace: evidentemente, per lui le piccole imprese giovanili di atletica (per le quali era comunque dotato) e poi una veloce incursione nel mondo del Thriathlon non sono stati rilevanti dal punto di vista della sua "conversione" al Verbo dell'Ultra.
Sì, perché di vera e propria conversione si è trattato, quando un bel d' nel bel mezzo della sua carriera "per caso" di modello fotografico di alto profilo, prima a Miami e successivamente a New York, Michele decise di cimentarsi nella sua prima impresa di ultra della sua vita.
E sin da subito, come quando si aderisce ad una nuova fede a qualsiasi costo e con totale abnegazione, la sua scelta è stata immediatamente assoluta ed estrema, con un un tuffo istantaneo - e a capofitto - nelle esperienze di ultramaratone con elevatissimo coefficiente di difficoltà.
Michele Graglia ha voluto subito inebriarsi delle difficoltà maggiori, sulla base di un'adesione assoluta e senza mezzi termine, senza aver prima costruito un'esperienza per gradualità successive: e ciò che viene sottolineato, ai fini del compimento di queste imprese estreme, è l'importanza della volontà e della determinazione, della Mente e del Cuore, come ingredienti essenziali ed ineliminabii, prima ancora della assoluta certezza nella propria capacità fisica.
Sin da subito, ispirato da alcune delle imprese dell'eroe americano di Ultra Dean Karnazes, il suo obiettivo è stato quello di andare oltre il limite, addirittura di porsi dei limiti impensabili e, ragione con il raziocinio, assolutamente irraggiungibili.
Nella filosofia di Graglia, quanto più distante è il limite da raggiungere e da conquistare, tanto maggiori sono la forza della motivazione e la spinta ad andare avanti: e tanto maggiore ovviamente è la possibilità di rimettere in forma la propria vita, indebolita dalla mancanza di un "vero" scopo.
Capitolo dopo capitolo, con qualche intermezzo in cui Folco Terzani racconta dei suoi incontri con MIchele (è implicito, ma evidente, che tra i due sia scattata subito la molla di un amicizia forte), sentiamo il dipanarsi della storia di Michele, novello Saulo sulla via per Damasco: la pratica dell'Ultra diviene per lui una vera e propria religione della mente, in primo luogo.
E siccome Michele scopre anche - strada facendo - di essere dotato e di potere ottenere buoni risultati - come nel caso dell'avvio della carriera di modello, quasi per caso - ha una spinta in più a perseverare e ad impegnarsi: le eventuali "cadute" e i fallimenti servono semmai a rinsaldare la motivazione.
Ma i traguardi raggiunti sono per Michele - semmai - i punti di partenza per nuove e più ambiziose mete da conquistare (e prima ancora da sognare).
Cosa rimane dopo aver fatto propri (e aver messo in archivio) alcune delle più impegnative gare Ultra su strada e trail? Forse, dice Michele, mettere in cantiere un giro del mondo a piedi (o di corsa), ma senza mettere a repentaglio la propria vita (principio che apprende egli stesso, strada facendo, in corpore vili).
In questo libro ci sono dentro tante cose e tra le cose più specificatamente sportive spiccano i valori degli affetti familiari e quelli dell'amicizia: senza di questi, le imprese di Michele forse non sarebbero state possibili, poiché quasi sempre - qualche gara dopo il suo "lancio" - ha potuto contare sul supporto costante di un team di amici e familiari.
Uno spazio particolare è dedicato - ovviamente - alla sua "creatura", l'Ultra Milano-Sanremo e alla sua vittoria.
(dal risguardo di copertina) Michele ha una folgorante carriera da modello a Miami e New York, macchine sempre più grandi, tanti soldi per pagarsi ogni capriccio, feste tutte le sere, una moglie bellissima. E bellissimo è anche lui, tanto che viene presentato a Madonna come «The Abs», gli addominali. Però, una sera, si trova sul davanzale del suo appartamento al quindicesimo piano a chiedersi che farsene di tutto quel lusso e degli eccessi. Se non è quella la sua strada, allora qual è? La risposta arriva come un colpo di fulmine, nascosta dentro un libro: l'ultramaratona. Nel giro di un anno diventa uno dei campioni più forti al mondo, ma vincere per lui non conta. L'ultra è una sfida con se stessi, non con gli altri: correre per centinaia di chilometri, in tutte le condizioni atmosferiche, tra i ghiacci del Canada o con cinquanta gradi nella Valle della Morte, spingendo il corpo e la mente oltre ogni limite immaginabile. Passo dopo passo, mentre le gambe cedono e i muscoli si disfano, nella solitudine di una corsa infinita, Michele vive gli opposti: la sua fragilità estrema di fronte alla natura e la forza della sua volontà, che si libra oltre la fisicità, per esplorare cosa c'è dopo la fatica e il dolore. In questo libro, Folco Terzani racconta la straordinaria storia di un ragazzo che aveva tutto ma non era niente, e nel ritorno all'atto primordiale della corsa ha trovato la sua libertà, il suo coraggio, il suo essere più puro. Perché alla fine l'ultra non è più uno sport: è un mezzo per arrivare alla natura e a se stessi.
Gli autori. Folco Terzani, figlio del famoso giornalista Tiziano Terzani, scomparso nel 2004, è nato a New York nel 1969 e ha vissuto la sua infanzia tra vari paesi, seguendo gli spostamenti del padre. Ha frequentato scuole in tutto il mondo, inclusa una scuola pubblica a Pechino. Si è laureato in Lettere Moderne a Cambridge e in Cinema a New York. Dopo un’esperienza di un anno alla casa dei morenti di Madre Teresa in Calcutta, ha girato il documentario "Il primo amore di Madre Teresa". Affascinato dall’Asia, ha anche girato un film sui Sadhu dell’Himalaya.
Nel 2006 ha curato "La fine è il mio inizio. Un padre racconta al figlio il grande viaggio della vita" (Longanesi), il libro postumo di Tiziano Terzani, che, sapendo di essere arrivato alla fine del suo percorso, parla al figlio Folco di cos'è stata la sua vita e di cos'è la vita. Proprio a partire da queste conversazioni ha in seguito curato la sceneggiatura dell'omonimo film. Nel 2011 ha pubblicato A piedi nudi sulla terra (Mondadori) e nel 2016 La santa. Accanto a Madre Teresa, in collaborazione con Mario Bertini. Di recente uscita, il volume "Il Cane, il Lupo e Dio" (Longanesi, 2017).
Michele Graglia (Sanremo 1983) è uno dei più forti ultramaratoneti a livello mondiale. E ciò è indiscutibile anche se sino a questo momento non è mai stati selezionato per far parte di una rappresentativa italiana ai campionati del mondo di ultramaratona (100 km, 24 h) e di ultratrail.
Ha iniziato la sua carriera come fotomodello a Miami e successivamente a New York per i maggiori brand internazionale. Una carriera iniziata per caso, poichè si trovava in Florida per tutt'altri motivi.
Da un certo momento in poi, ha iniziato a dedicarsi alle corse sulle lunghissime distanze.
Dal 2011 ha intrapreso con successo alcune delle gare più estreme di ultramaratona ed ultratrail, prima negli Stati Uniti e poi in molti altri paesi del pianeta. Ritornato in Italia ha dato vita alla Ultra Milano-Sanremo, sullo stesso percorso della classica ciclistica Milano-Sanremo e ha trionfato nella prima edizione che ha avuto luogo nel 2014.
Sembra quasi una fiaba la vita di Michele Graglia. Arrivato in America per cercare nuovi clienti per l’azienda di famiglia, si ritrova, grazie ad un incontro casuale, catapultato nel mondo dell’alta moda. Da quel momento in poi, Michele vive la vita che molti vorrebbero. Poco lavoro, moltissimi soldi, feste esclusive con personaggi importanti, macchine di lusso e appartamenti con vista mozzafiato nelle più belle città d’America. Ma c’è qualcosa, in tutto quel mondo scintillante e favoloso, che Michele sente di non avere e di non poter comprare. Qualcosa che gli sfugge. Come se, circondato da così tante cose, da così tante persone, non ci fosse un senso nella sua vita e in quella di chi, come lui, vive in quella “gabbia dorata” che molti invidiano. Questo pensiero, nato dopo una serie di esperienze assai “forti”, lo porterà a guardare la sua bella vita dorata sotto un’altra luce e a cercare un nuovo senso per la propria vita. Sarà in una piccola libreria di New York che Michele conoscerà il mondo delle Ultramaratone, gare estreme in cui i partecipanti devono andare oltre i propri limiti. Ed è entrando in questo mondo che Michele avrà modo di incontrare Folco Terzani. Dopo un iniziale diffidenza i due stringeranno una fortissima amicizia che li porterà a condividere l’esperienza e il mondo delle Ultramaratone. “Però conoscendolo bene non sta bene quel poveraccio. Che poveraccio non lo è, perché ha più soldi di quello che possiamo immaginare. Ma la mattina si alza e non ha ancora trovato quello che lo rende felice nella vita, perché chiaramente nonostante i miliardi di shopping tutti i giorni e il jet privato e il motoscooter e le donne e gli uomini che si può comprare non ha raggiunto quello che realmente conta. Ma allora? Ma allora? Gente che nella vita non fa nulla, ma nulla nulla. Non deve neanche lavorare perché ha talmente tanti soldi che è libera quanto le pare. Per generazioni! Quindi può fare tutto quello che vuole, ma non trova un senso nella vita. Perché alla fine ti alzi al mattino e ti chiedi “chi sono io? Cosa faccio nella vita? Compro cose?”. Lui era in depressione totale, alcolizzato, sempre fatto di Xanax e di chissà quali altre pastiglie, perché non riusciva a sopportarsi. Quella visione mi ha toccato tanto in quel momento. Solo, senza più un obiettivo. Perdi il senso. E se non hai il senso puoi avere tutto quello che vuoi, ma non ti sentirai mai appagato come persona. Questo è quello che mi ha fatto capire quell’angelo biondo. Poveraccio.”(pag.47). Sono rimasto profondamente colpito dalla storia di Michele Graglia, un modello che aveva tutto quello che poteva desiderare nella vita e che decide, dopo un lungo e sofferto percorso, di gettare la propria carriera per non scendere a compromessi, per non arrendersi e trovare il proprio posto nel mondo, la propria identità, il proprio scopo nella vita. In questo libro scritto a quattro mani da due autori eccezionali, Terzani e Graglia, mi sono ritrovato a leggere non solo lo straordinario percorso di vita di Michele, un percorso tormentato fatto di successi e sconfitte, ma anche la continua e instancabile ricerca di identità in un mondo sempre più fasullo e artefatto. Un libro, a mio parare importante, che invita il proprio lettore a porsi delle domande che qualcuno reputerebbe “scomode” o “difficili” come solo il cercare di capire chi si è davvero può essere. Un libro che, personalmente, mi sento di consigliare vivamente a chiunque sia in cerca di qualcosa di straordinario (Recensione di Gabriele Scandolaro)
scrivi un commento …