1.400.000 passi lungo la Via Francigena (Giuliano Mari, Emmebì, 2011) è un testo ricco di annotazioni, spigliate e argute, su uno spaccato dell’Italia di oggi. L'autore, mentre percorre la via francigena, posa un occhio vivo, poetico e ironico che vede quello che non si vede dal treno o dall’automobile.
“Questa camminata è stata per me un atto d’amore verso il Bel Paese e la gente meravigliosa che lo abita e da questa esperienza è nato il resoconto di questo viaggio: 1.400.000 passi sulla via Francigena. L’antico tracciato percorso dai pellegrini, che nel Medioevo scendevano a Roma dal nord Europa per rendere omaggio alla tomba di San Pietro.L'arcivescovo di Canterbury Sigerico, intorno all’anno 1.000, fu il primo a redigere un diario elencando le tappe del suo cammino di ritorno da Roma fino a Canterbury. L’intero percorso da Canterbury a Roma è lungo 1.700 chilometri” (Giuliano Mari).
Il tratto italiano inizia dall’Ospizio del Gran San Bernardo a 2.473 metri, sulle Alpi Svizzere, e arriva a Roma dopo avere attraversato la Valle d’Aosta, il Piemonte, la Lombardia, l’Emilia, la Liguria, la Toscana e finalmente il Lazio per un totale di 974 chilometri. L’intero percorso ha richiesto 39 giorni per essere completato, con tappe giornaliere mediamente di 25 chilometri. 1.400.000 passi sulla via Francigena è il diario di questo viaggio, e racchiude in sé il racconto di tante piccole storie, di cose successe durante i quaranta giorni di questa meravigliosa avventura.
Alcuni dei luoghi attraversati dall’autore:
- Ospizio Gran San Bernardo (Svizzera), Echevennoz (AO),
- Aosta (AO), Chatillon (AO), Saint Vincent (AO), Verrei (AO),
- Point Saint Martin (AO), Ivrea (TO), Santhià (VC), Vercelli (VC),
- Palestro (PV), Robbio (PV), Mortara (PV), Garlasco (PV),
- Groppello Cairoli (PV), Pavia (PV), Belgioioso (PV), Piacenza (PC),
- Montale (PC), Fiorenzuola D’Arda (PC), Fidenza (PR),
- Costamezzana (PR), Medesano (PR), Fornovo (PR), Terenzo (PR),
- Berceto (PR), Pontremoli (MS),Villafranca di Lunigiana (MS),
- Aulla (MS), Sarzana (SP), Massa (MS), Pietrasanta (LU), Camaiore (LU),
- Lucca (LU), Capannori (LU), Porcari (LU), Altopascio (LU),
- Ponte a Cappiano (FI), Fucecchio (FI), Gambassi Terme (FI),
- San Miniato (PI), San Gimignano (SI), Colle val d’Elsa (SI),
- Monteriggioni (SI), Siena (SI), Isola d’Arbia (SI), Quinciano (SI),
- Ponte D’Arbia (SI), Buonconvento (SI), San Quirico d’Orcia (SI),
- Bagno Vignoni (SI), Radicofani (SI), Acquapendente (VT),
- Bolsena (VT), Montefiascone (VT), Viterbo (VT), Vetralla (VT),
- Capranica (VT), Sutri (VT), Campagnano di Roma (RM),
- Formello (RM), Roma (RM).
Quella che segue è la recensione di Luca Gianotti (per La Compagnia dei Cammini). Ogni volta che mi appresto a leggere un diario di viaggio di un cammino come Santiago e la Francigena sono preoccupato. Ne ho letti e recensiti tanti, in questi anni. La mia preoccupazione è: troverò qualcosa di interessante, o saranno cose già lette?
Prendiamo il caso del libro di cui sto per parlare: il titolo non invoglia, la copertina neanche, le motivazioni dell’autore a mettersi in cammino non sono certo devozionali: “Io ho deciso di camminare sulla via Francigena per due semplici motivi: amo camminare e amo la mia terra”.
Ma poi la magia del cammino rende interessanti, almeno per noi camminatori, tutti i diari di viaggio. In ognuno ritrovo lo spirito del cammino, i gesti che i camminatori conoscono bene, situazioni su cui riflettere.
Anche questo diario di Giuliano Mari è così. Mari evolve in cammino, come succede a tutti. Il numero dei passi, dei chilometri e del cibo perdono pian piano di importanza, e viene fuori l’interiore.
Alla fine, ecco le riflessioni dell’autore che racchiudono il successo del suo viaggio: “Il cammino è forte, più forte di te e di qualsiasi uomo. Se si affronta con la forza non si hanno speranze di arrivare alla meta, il sogno finisce miseramente da qualche parte sulla strada ed è inutile cercare all’esterno alibi per il fallimento. Il cammino deve essere percorso con gli stessi tempi antichi di chi lo percorreva mille anni fa. Deve essere inteso non come il mezzo per arrivare, ma il fine stesso dell’azione. In questo modo, mentre noi andiamo sulla strada, il cammino entra in noi e diventa un amico fedele, un compagno di viaggio affidabile. La sua forza diventa la nostra forza, e allora più si cammina e meglio si sta”.
Giuliano Mari – “1.400.000 passi sulla Via Francigena”, Emmebi Editore, 2011 - 16 euro