Ecco un altro amarcord di Elena Cifali, relativo alla sua partecipazione all'edizione 2013 della 100 km del Passatore, a tutti gli efetti dil suo battesimo in una Cento:nell'avvicinarsi del nuovo, fatidico, appuntamento, riemergono i ricordi.
Ancora una volta, ecco un'esemplicazione di quelle che nel linguaggio della psicologia vengono definite come "peak experiences": in questo caso, è paradigmatica l'esperienza della scissione della mente dal corpo e del suo porsi come osservatore disincarnato dal'alto.
"Stai bene?" - mi chiese uno mentre mi superava correndo.
"Si" - risposi con un filo di voce, quasi sussurrando.
Mentivo!
Non stavo affatto bene.
Avevo dolori alle caviglie, alle piante dei piedi, ai reni e alle spalle.
Volevo che quel tormento finisse.
Vidi un cartello che diceva: 80 km.
Mancava ancora una mezza maratona.
Mi odiai perché non riuscivo a correre come volevo.
La pioggia batteva forte sul mio viso e si mescolava a lacrime di rimpianti e di rimorsi.
Mi fermai di colpo, mi diedi uno scossone e ricominciai, come se avessi iniziato in quel momento.
Resettai fatica e dolore, l'imperativo categorico era: Arrivare!
Sì, arrivare.
E, mentre ricominciavo a correre, mi guardavo dall'alto, fiera, sicura, vigile, attenta...
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