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1 giugno 2012 5 01 /06 /giugno /2012 20:52

Ilaria Fossati - Ciro dDi Palma e Inge Hack. Foto di Maurizio CrispiAnche Ciro Di Palma (Reggio Events, M40) ha preso parte alla 40^ edizione del Passatore, arrivando al traguardo di Piazza del Popolo di Faenza in 10h25'50 e classificandosi 210° assoluto (37° nella sua categoria). 
Ma per lui - per il piccolo grande Ciro - non conta il riscontro cronometrico: Ciro valuta una gara di ultramaratona sulla base del livello di intima soddisfazione che percepisce dentro di sè, sia in corso d'opera sia dopo averla portata a termine.
E anche se Ciro Di Palma è un ultrarunner di valore intermedio (non nella sfera dei top, ma sicuramente brillante), tuttavia in lui è molto chiara una predisposizione interiore a vedere l'esperienza della 100 km e di altre ultramaratone molto impegnative come viaggio e trasformazione, come momento di raccogliemento e della memoria, come soglia da uno stato all'altro della mente e di metamorfosi interiori. E, sotto questo profilo, ogni gara ha prescindere dal tempo cronometrico, ha qualche di inestimabile da dare a quei podisti che abbiano il cuore per vedere ciò che è invisibile agli occhi.
Ecco il suo racconto.(Ciro di Palma) Ad una mia amica che, qualche settimana, fa mi chiese come fosse la 100 km del Passatore, io risposi: “Non posso dirti com’è, posso dirti invece cos’è! E’ una dura e fantastica emozione attraverso gli Appennini, un viaggio dentro te stesso”. Rimase così basita da questa mia affermazione che non proferì parola.
Quando, a qualche chilometro dall’arrivo a Faenza, domenica notte ha iniziato a piangere, in quel preciso istante ha capito cosa le volessi dire o, meglio, cosa le volessi trasmettere. Parlare di questa manifestazione, della leggenda e del fascino che l’avvolge è come voler dare un colore ai sogni, una voce ad un ruscello che scorre attraverso i fitti boschi; è un qualcosa di bello che trovar parole per descriver facil non è


Il Passatore è la storia della 100 km, il Passatore è "la" 100 km. Da qui sono passati i grandi, tutti hanno dato e tutti hanno ricevuto da questo cammino attraverso l’Appennino tosco-emiliano che vide le scorribande di tal Stefano Pelloni, meglio conosciuto come Passator Cortese, di cui anche Carducci scrisse. Si sono vissute tante storie, tutte diverse, ma con un comune denominatore: la gioia nel tagliare il traguardo a Faenza. 

Abbiamo abbracciato l’epopea del grande Calcaterra, visto la leggerezza della Carlin, il volare di Fattore, la potenza della Casiraghi, la saga dei Russi e poi ancora Sonia Ceretto, Paola Sanna, il grande Ardemagni, Maria Luisa Costetti, Sartori ed il mito brasiliano Valmir Nunez. Quest’ultimo, ritornato l’anno scorso per festeggiare il ventennale della sua prima vittoria, è arrivato in Romagna in lacrime. Se un uomo, un atleta, un grandissimo atleta come il santista, che ha vinto tra le altre gare la Spartathlon e la Badwater ultramarathon, arriva in piazza del Popolo piangendo, un motivo ci deve pur essere e questo motivo si chiama: "100 km del Passatore". 

Ho citato dei campionissimi, ma questa è anche la corsa di tutti, degli atleti normali, di chi è alla ricerca di un’emozione, di chi spera di trovare la pace dentro di sé, oppure di chi comunque vuole dimostrare qualcosa a qualcuno o a se stesso. 

Quest’anno più di duemila persone si sono radunate a Firenze per la quarantesima edizione di questa 100 km e, a questo punto, mi chiedo se è il Passator Cortese che col suo richiamo cerca di sopravvivere dentro ognuno dei partecipanti, oppure se sono gli atleti che giungono e vogliono immedesimarsi nel Pelloni. 

Firenze, già piena di turisti, vede già dal mattino presto tutti questi atleti colorati e i loro accompagnatori, li accoglie in grembo e gli mostra le sue grazie. I dialetti si vanno a mescolare alle lingue dei tanti visitatori che guardano divertiti e tutt’intorno un’armonia di suoni echeggia facendo dimenticare il tempo che passa lentamente con qualche goccia di pioggia. 

Si vede mezz’ora prima della partenza un campione come Giorgio Calcaterra iniziare il suo riscaldamento, ma subito fermato dal mondo intero che cerca un autografo e magari una foto per immortalare il momento. Lui, con la squisitezza e l’educazione che lo contraddistinguono, non si nega a nessuno ed ha sempre un sorriso per tutti: fantastico! 

Io sono giunto a Firenze in mattinata, ho raggiunto gli amici dell’Associazione “La Via della Felicità” di cui sono testimonial e, mentre loro distribuivano, gratis, i libricini con i ventuno precetti per un buon vivere (alla fine tra Firenze e Faenza ne saranno stati distribuiti circa cinquemilacinquecento), illustravo agli amici che mi raggiungevano quale fosse il segnale che cercavamo di dare. 

Sono andato dopo un po’ a ritirare il pettorale e, a dir la verità, qualcosa di meglio si poteva organizzare visto l’elevato numero di partecipanti.
Verso le 13.30 ho iniziato a girovagare per le stradine antistanti via dei Calzaiuoli cercando la tranquillità, ma questa rimaneva una chimera perché, anche con immenso piacere, si materializzavano tantissimi amici che leggono i miei articoli e mi seguono sui social network. E’ stata tutta una festa, un interminabile scattare di foto, un divertimento assoluto. 


Alle 14.50 ormai siamo tutti li, sotto lo striscione della partenza, dall'atmosfera che si respira è facile rendersi conto che l’avventura sta per iniziare, qualcuno prega, altri ascoltano musica. Le autorità cittadine ci danno il loro saluto e tre, due, uno... si parte. 

Ognuno col suo ritmo, ognuno col proprio modo di correre. Io, come sempre in questo tipo di gare, che svolgo come allenamento per altre più lunghe, corro ad un ritmo tranquillo e chiacchiero con tutti.
Il mio sguardo presto si posa sullo spettacolo che da Fiesole si gode guardando verso la città. 


Mi fermo a tutti i ristori e riparto molto tranquillamente. Dato il mio incedere non velocissimo, tanti amici mi sopravanzano, ma i chilometri passano anche per me. Il tempo scorre ed arriviamo a Borgo San Lorenzo, il passaggio al traguardo volante mi vede felice e sorridente con la mia amica interista Rossella mostrare insieme una bandiera nerazzurra tra l’ilarità degli astanti e la gioia dei fotografi. 

Ancora un po’ e poi s’inizia a salire verso il passo della Colla, la "cima Coppi" della gara. La corsa si alterna a brevi tratti di passo e così fino al quarantottesimo chilometro.
Lì una festa ci aspetta, tantissimi spettatori applaudono, tanti clacson suonano. Mi fermo un po’ per il ristoro ed il cambio indumenti. 


Dopo una decina di minuti riprendo il mio passo verso Marradi, ci sono da correre una quindicina di chilometri e vengono superati con molta facilità. Prossima tappa San Cassiano e poi Brisighella. 

Il buio ha sopraffatto la luce, la notte ha inghiottito il giorno e la stanchezza inizia a prendere il sopravvento sulla freschezza.
Le luci dei paesi lontani, le lucciole e qualche animale non meglio identificato sono i compagni di strada di tutti noi, ormai assorti nei nostri pensieri. Le luci prima lontane e poi vicine dei borghi, insieme al calore dei volontari ai ristori, sono come manna scesa dal cielo per noi.
Ci danno coraggio, ci incitano e ci fanno capire che siamo anche noi i protagonisti. 


Accuso un po’ di stanchezza, non fisica, ma mentale. Un grave lutto, due giorni prima, aveva messo in discussione la mia gara.
Questo pensiero, il buio e la solitudine mi stavano facendo camminare un po’. All’improvviso però, giunge dalle retrovie, Luisa, una toscana con un carattere molto tosto dietro quella sua faccia d’angelo.
Mi chiede di correre un po’ con lei... Inizio a farlo e poi, come m’accade sempre, comincio a stare bene, dopo qualche chilometro non regge il passo e mi sprona ad andare. 


Ormai mancano diciotto chilometri e vedo solo Faenza.
Come lo squalo col sangue, così io col traguardo... Arrivo ad un chilometro dalla piazza, cinquecento metri e si materializza la figura del grande Emiliano che insieme alla Simonetta hanno seguito gli amici lungo il percorso, si complimenta e vado a tagliare il traguardo guardando il cielo, dedicando questa mia gara alla mia cara nonna che ha deciso di correre verso lidi più tranquilli proprio all’antivigilia della partenza. 


Ristoro tranquillo e complimenti agli amici che sono arrivati prima di me. Una delle cose più belle è stata quando mi ha raggiunto la moglie di Max che, felicissima e con una lacrima che le solcava il viso, mi ringraziava perché il marito aveva fatto una splendida gara, avendo dato ascolto a qualche mio piccolo consiglio. 

In pullmino verso la palestra: Là, mi aspettano una doccia e un bel sonno rigenerante fino al mattino, quando Massimo, al settimo cielo, mi raggiungeva e mi ringraziava per quello che avevo fatto per lui, dimenticando forse che a correre fosse stata la sua persona. Anche la mattinata con le premiazioni e la distribuzione degli altri opuscoli de La Via della Felicità passava tranquillamente, poi un sereno ritorno a casa. 

Qualcuno vuol sapere il crono finale? Per me è poco indicativo perché giudico la gara dal grado di piacere che provo nel correrla, comunque 10 ore e venticinque minuti.
Un tempo alto? No, un buon allenamento e tanta felicità. 


Vorrei ringraziare tutti quelli che rendono questa gara speciale, dagli organizzatori ai volontari, da chi sfida la notte per regalarci un applauso a chi monta dei ristori non ufficiali ma comunque pieni di leccornie, dagli atleti ai loro accompagnatori, anche se qualche volta sono indisciplinati e mettono a repentaglio l’incolumità altrui. 

Forse il troppo smog e la poca scorrevolezza nel ritiro dei pettorali le uniche due pecche.

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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

Archivi

Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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