
Non è certamente una 100 km tra le tante. E' "LA" 100 km per antonomosia, la Signora delle Cento.
Hanno ragione i Russi quando dicono emozionati, per voce di Popov il loro allenatore e Coach: "Noi veniamo qui, perchè noi amiamo la 100 km del Passatore".
Tanta eccitazione, tanti incontri.
Tutto è passato via come un turbine...
E' un ciclone che afferra la vita di tutti quelli che vi sono coinvolti: dagli atleti che la corrono, allo staff, agli appassionati e ai supporter che la seguono, ai giornalisti e ai fotografi al seguito, cronisti per parole ed immagini dell'evento
Di anno in anno la 100 km del Passatore - a differenza di altre gare sulla distanza di 100 km - rivela in pieno la sua natura di avventura e di sfida.
Una sfida che è coinvolgente per tutti, un'avventura bella da vivere che, sempre, con luci (grandi) ed ombre (qualche volta, ma piccole: piccole imperfezioni perdonabili, perchè nulla di ciò che fatto dagli umani può essere perfetto) è capace di generare meraviglia e di produrre grandi ed esaltanti emozioni.
Ed è forse per questo che, da un anno all'altro si desidera farvi ritorno...
E' anche per questo che, quando la gara con tutti i suoi annessi e connessi è finita, quando tutta la baracca viene smontata e tutti riprendono la via di casa e della normalizzaziona quotidiana, si prova una sensazione di vuoto interiore e di dispiacere, per quanto possiamo essere pienii di emozioni esaltanti, di sentimenti delicati come un fiore che appassisce dalla mattina alla sera, di cromatismi eleganti pari al volo di una farfalla e di memorabili incontri, del profumo di fieno appena tagliato e del rosso occhieggiante dei papaveri dal bordo delle strade che abbiamo percorso.
Incontri, racconti e senso della meraviglia: Quel pieno che hanno generato, seguito da un vuoto momentaneo, ma acutissimo, quando la festa è finita (poi arriverà il lavoro della rimemorazione a colmarlo) può lasciarti per un attimo spiazzato e come privo di forze.
Ed è per questo che subito cominci a desiderare di essere ancora lì, nell'anno che verrà.
E' è per questo che alla 100 chilometri del Passatore inevitabilmente si finisce con il fare ritorno.
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