Esistono ancora luoghi veramente selvaggi? Luoghi sconfinati, isolati, elementari, splendidi e feroci, che seguono leggi e ritmi propri, incuranti della presenza umana? E se mai sopravvivono, dove cercarli? Dopo aver fantasticato fin da bambino sui luoghi selvaggi della letteratura, Robert Macfarlane - appassionato alpinista, critico letterario e professore a Cambridge - ha intrapreso una serie di viaggi alla ricerca della natura selvaggia ancora presente in Scozia, in Inghilterra e in Irlanda. Con zaino, tenda e sacco a pelo, si è avventurato in prima persona - viaggiando da solo o con amici fidati - per tracciare un inedito itinerario lungo misteriose terre di pietra, di legno e di acqua.
E quella che ci regala, con i capitoli che si susseguono nel suo libro, "Luoghi selvaggi.In viaggio a piedi tra isole, vette, brughiere e foreste" (Einaudi, 2011) è l'abbozzo di una mappa della selvaticità che, luogo dopo luogo - dalle isole Skelligs alla vetta del Ben Hope, dalla mitica Rannoch Moor alla spiaggia di Orford Ness -, si trasforma sotto i suoi stessi occhi in un vero e proprio romanzo di formazione, segnato da incontri e addii, da scoperte e sorprese.
Seguendo le orme dei padri del deserto, dell'epica nordica, dei grandi "narratori" dell'incanto della natura (Thoreau, Muir, Coleridge, ma anche Calvino, W. H Murray e l'amico Roger Deakin), degli scienziati affascinati dal mistero delle diversità e delle analogie, Macfarlane si avventura in prima persona fuori dagli angusti confini del noto e del domestico e traccia un nuovo itinerario, personale e profondo, in territori di pietra, di legno e di acqua, che scopriamo con lui straordinariamente vivi, sconosciuti e raggiungibili.
Robert Macfarlane scrive bene. E ha una sensibilità speciale. Sa raccontare la natura. Nella tradizione anglosassone, questo libro racconta la “selvaggità”, la wilderness, come non si vedeva dai tempi di Thoreau.
Macfarlane era amico e allievo di Roger Deakin (scomparso nel 2006), i pochi che conoscono Deakin in Italia, e che lo hanno seguito attraverso le sue opere, ricordano la sua capacità di estasiarsi e di raccontare le piccole scene naturali a cui l’autore assisteva nei suoi cammini e nella sua vita in campagna, nei panni dell'“esploratore della contrada ignora che ci dimora accanto”.
Ma Macfarlane è forse più interessante di Deakin (che parla del contatto con la natura in un certo senso "stanziale"), perché racconta sia il piccolo che il grande, alternando continuamente nel suo libro piccoli ritratti acquerellati, descrizioni storiche e ricerche scientifiche.
Il risultato è molto piacevole, l’obiettivo è quello di raccontare i luoghi selvaggi che ancora esistono in Gran Bretagna, costruendo una mappa ideale tutta sua, che va dalle incredibili brughiere del Rannoch Moor alla foresta di Black Wood, dal capo Wrath alla cima del Ben Hope all’isola di Ynys Enlli.
Intanto,proprio in questi giorni, è stato pubblicato sempre per i tipi di Einaudi un nuovo libro di McFarlane sul camminare, Le antiche vie. Un elogio del camminare.
Luoghi selvaggi merita senz’altro, soprattutto per quegli animi contemplativi che sanno fermarsi a osservare il volo di un uccello o la forma di un sasso, facendosi tante domande. Macfarlane conclude: “Ci siamo frantumati in mille pezzi, ma la natura selvaggia può ancora restituirci a noi stessi”.
E la voglia di camminare nelle brughiere scozzesi o di scoprire piccoli angoli selvaggi vicino a casa, un boschetto, un ruscello, una spiaggia fuori stagione, dormendoci una notte col sacco da bivacco, diventa irresistibile…
Hanno detto di Luoghi selvaggi
«Un'ode appassionata a luoghi veri che sembrano impossibili, in una prosa che ci restituisce, quasi intatto, il vivido incanto della loro essenza più intima» (Rebecca Solnit)
«Una narrazione che avvince e convince, ricordandoci che la natura, a dispetto delle devastazioni subite, regna ancora sovrana su gran parte della superficie del pianeta. Era da tanto che non leggevo un libro così inaspettatamente confortante» (Bill McKibben)
Robert Macfarlane, appassionato alpinista, critico letterario, collaboratore della BBC e insegnante a Cambridge, è autore di Come le montagne conquistano gli uomini (Mondadori 2005), Luoghi selvaggi (Einaudi, 2011) e Le antiche vie (Einaudi 2013).
Robert Macfarlane – “Luoghi selvaggi”, Einaudi 2011