Ana No dello spagnolo Agustin Gomez-Arcos, è stato pubblicato in Italia grazie a Edith de la Héronnière, filosofa e pellegrina francese che sarà ospite al Festival del camminare di Bolzano, 23-25 maggio 2014 e che cura una collana dedicata ai “testi dell’erranza” per la piccola casa editrice L’Ippocampo.
Ana No fu pubblicato in Francia nel 1977, e vinse un premio dei lettori, Le Prix du livre Inter. In Italia invece fu pubblicato nel 2005, ma con poca visibilità.
Ma Ana Non merita di essere ripescato dall’oblio, innanzitutto perché è un bel romanzo.
L’autore è Agustin Gomez-Arcos, morto nel 1998, scrittore libertario, che fuggì alla censura del franchismo in Spagna per trovare rifugio in Francia.
La storia è ambientata appunto durante il franchismo. È la storia di Ana, che durante la guerra civile ha avuto il marito e due dei tre giovani figli morti e seppelliti in una fossa comune. Il terzo, il “piccolo”, è in carcere a vita perché comunista.
Ana non sa leggere e quindi strappa ogni anno la lettera che le arriva dal carcere, e continua ad aspettare il ritorno del figlio.
Dopo trenta anni di attesa sofferente, Ana decide di mettersi in cammino. Vuole rivedere il figlio prima di morire, quel figlio che è rinchiuso in una prigione in qualche luogo nel Nord.
E così Ana cammina sei mesi.
È un cammino nella sua sofferenza di madre e moglie a cui è stato tolto tutto, è un cammino di crescita, Ana parte analfabeta, e impara a parlare, a scrivere, a esprimersi.
È un cammino verso la morte, una morte paziente, che sa attendere il suo momento.
Il cammino parte dal mare di un villaggio andaluso, e Ana lo prepara con cura.
Ci mette due giorni a cucinare un dolce speciale, fatto con tutto l’amore di cui è ancora piena.
Segue la ferrovia, incontra poche persone nei suoi mesi di cammino, evita i paesi, ma il viaggio è sempre sorpresa, quindi tutto pian piano cambia, e i suoi compagni di viaggio saranno una cagna malata, poi un cantante di strada cieco, e infine un piccolo circo sgangherato.
Pian piano Ana perde tutto, sempre più miserabile, sempre più pura. Perde anche Dio, per lei un estraneo. Ma alla fine di questo cammino interiore c’è il freddo, la neve e la morte paziente che l’aspetta, e Ana si presenta alla morte nella sua purezza.
Un testo, Ana No, che a diritto deve entrare nella biblioteca dei camminanti.
(Dal risguardo di copertina) Ana aspetta ogni mattina, felice, il ritorno dalla pesca del marito e dei tre figli in un porticciolo andaluso. La guerra civile spezza quel sogno: Ana si ritrova sola per tanti anni, in quella casa in riva al mare. Chiusa nel dolore e nel rifiuto, diventa "Ana no". Un filo di speranza la sostiene: rivedere l'unico figlio rimasto, prigioniero a vita in un carcere nel nord della Spagna. A settant'anni, chiude l'uscio di casa e parte a piedi con il pandolce che lei stessa ha preparato per lui. Un viaggio d'amore e di morte, di scoperta e d'iniziazione, sublimato dalla scarna scrittura di Gomez-Arcos.
Nota biografica sull'autore. Nato nel 1939, nell'andalusa Almeria, Agustin Gomez-Arcos amava definire se stesso uno scrittore libertario, nonché libertino. Per fuggire alla censura di Franco lasciò la Spagna nel 1966, scegliendo come terra d'esilio la Francia, di cui adottò la lingua. Al suo primo romanzo, L'agneau carnivore (1975), fecero seguito Maria Republica (1976) e Ana non (1977), suo capolavoro, tradotto in tutto il mondo e pubblicato qui per la prima volta in italiano.
La sua feroce denuncia del franchismo e delle compromissioni politiche della Chiesa è enfatizzata da un senso poetico travolgente che accomuna a sorpresa l'accanito scrittore anticlericale alla grande tradizione dei mistici spagnoli. Morì a Parigi nel 1998.
Agustin Gomez-Arcos – “Ana no”, L’Ippocampo 2005 – 9,90 euro