Walter Orioli, circa tre anni ha ha compiuto a piedi il Cammino di Santiago, da solo: 750 km in 35 giorni.
Al ritorno, riflettendo e rielaborando un'esperienza che è stata per lui intensa e profonda e che ha messo in gioco il suo Sè più intimo ha voluto scrivere un libro per raccontarla meglio a se stesso e, come obiettivo secondario, anche agli altri.
Ne è scaturito così un racconto di viaggio che è anche esperienza di vita e di trasformazione, pubblicato in libro con il titolo Camminare e sognare. Verso Santiago de Compostela (Gruppo Albatros Il Filo, 2013).
Ma nelle suepagine diaristiche si ritroverà anche il racconto di una sfida alla resistenza fisica: l'aver percorso in 35 giorni, con il zaino sulla spalle, i 750 km del Cammino.
E, quindi, nel suo racconto c'è anche l'esperienza della resistenza fisica e mentale e, in ultimo, quella della libertà, in una condizione di vita che - per quanto circoscritta temporalmente - sconfina dalla quotidianità e mette in contatto con una dimensione dell'essere essenziale e priva di orpelli.
Ognuno ha il suo ritmo di cammino: Walter Orioli, alla luce della sua esperienza, consiglia che il Cammino lo si faccia da soli e soltanto la sera sperimentare dei momenti di convivialità con altri "pellegrini".
Ciò che scrive Walter Orioli è la prova tangibile che il Cammino di Santiago può essere affrontato come esperienza "laica" e che, ciò nondimeno, può assumere nel corso del suo farsi delle qualità trascendenti che possono mettere ciascuno "pellegrino" in contatto con una religiosità immanente dentro il proprio sé.
E proprio per questo motivo, il Cammino di Santiago può diventare - oltre ad essere esperienza di trasformazione personale - anche avventura dello spirito.
(Sintesi, dal risguardo di copertina) 35 giorni, 700 chilometri da percorrere. Meta: Santiago de Compostela. Una tenace passeggiata tra campi di girasoli, colline, vigneti e foreste di eucalipto, con frecce gialle a indicare il percorso, che ogni anno milioni di pellegrini da tutto il mondo scelgono di intraprendere; una sfida al dolore e alla resistenza fisica, ma più di tutto una dura prova psicologica che impone di fare i conti con la solitudine e costringe all'introspezione, ma da cui germoglia una inedita consapevolezza delle proprie capacità. Walter Orioli racconta il suo cammino verso Santiago in un dialogo intimo e confidenziale con il lettore, fa un resoconto in prima persona di un viaggio capace di liberare la fantasia e la creatività dal peso della vita quotidiana e soprattutto da quello di una fraintesa fatica esistenziale.
Walter Orioli, classe 1952, è uno psicologo che ha sempre lavorato con i vari linguaggi dell'arte: scrittura, teatro, pittura, percezione. Autore di diversi libri sulla funzione terapeutica del teatro, ultimamente si dedica anche alla pittura.
(La recensione de La Compagnia dei Cammini" - Luca Gianotti) Ho conosciuto Walter Orioli un paio di mesi fa, ma avevo sentito parlare di lui in passato, ed ero curioso di conoscerlo. Walter è una di quelle persone che ti stupisce, anche se parla poco.
È una di quelle persone che sa dare valore a un sorriso, a uno sguardo, a un abbraccio. Orioli di professione è psicologo, e si dedica in particolare alla Teatro Terapia, tema su cui ha anche scritto alcuni libri.
È camminatore da sempre.
Ma il Cammino di Santiago deve averlo toccato nel profondo, perché in questo libretto racconta di come per lui sia stato un cammino di rinascita. “Camminare e sognare” si legge bene, l’occhio di Orioli è attento soprattutto ai processi interiori, propri e delle persone che incontra. Il libro è diviso in tre parti: la prima parte contiene riflessioni sul valore del camminare, una autoanalisi che Orioli fa di come il camminare ti fa cambiar pelle, come succede ai serpenti.
Scrive Orioli:
“Per i non credenti il cammino è un atto di svuotamento per mettersi a disposizione delle forze della natura, mentre per i credenti è un atto di abbandono per mettersi a disposizione del divino, ma il risultato non cambia, serve a valorizzare la nostra vita, ad avere fiducia nelle nostre capacità e, a lungo andare, a innescare dei cambiamenti sostanziali nei comportamenti”.
E Walter Orioli nel suo cammino alterna momenti di religiosità cattolica ortodossa a momenti in cui a questa si ribella in nome di una spiritualità più mistica. Anche in questo il cammino per lui è un cambiar pelle.
La parte centrale del libro è un "diario" del Cammino, uno dei due che Orioli ha percorso. Un diario dedicato soprattutto a guardare gli altri esseri umani e a guardare se stesso.
La terza parte si intitola “Gli insegnamenti”, e il titolo spiega di cosa si tratta: il cammino sviluppa alcuni cambiamenti, attraverso un lavoro – dice Orioli – sull’identità dell’Io, sui talenti profondi, sulla consapevolezza e sulla identità psico-fisica.
Concludo con un’altra citazione interessante:
“Spesso nella vita l’azione è indirizzata al tornaconto. Sul cammino no, proprio perché il viandante non si trova nella quotidianità, ma evoca i gesti del quotidiano. Il mondo del viandante agisce con le categorie della prima natura, quella dell’azione legata ai sensi, mentre la seconda natura, quella del pensiero e del mentale, è semplicemente messa da parte, per dare massima attenzione alla percezione sensoriale degli elementi naturali – sole, vento, usignoli, grilli, rane – e nel tempo presente”.
Orioli sarà ospite al Festival del camminare di Bolzano, dal 23 al 25 maggio, così potrete conoscerlo anche voi!
Walter Orioli – “Camminare e sognare. Verso Santiago de Compostela”, Albratos Il Filo, 2013 – 12,90 euro
Da una trasmissione in TV, un'intervista con Walter Orioli