Da ottobre sarà in libreria il volume di grande formato, fatto di 80 pagine in quadricromia con 50 immagini e testi manoscritti da originali inediti, dal titolo Le OroVie di Andrea Aschedamini & Davide Sapienza, con prefazione di Max Pavan (Lubrina Editore, Bergamo).
Da alcuni anni Aschedamini e Sapienza girano insieme le Prealpi Orobie (le Prealpi bergamasche) e particolarmente la zona di appartenenza del loro immaginario: la Presolana e le zone di confine rivolte alle Alpi. E qui, si sono conosciuti. Un giorno, proprio su queste frontiere immaginate dagli uomini, durante una magica escursione nel parco Adamello, i due vedono l’OroVia.
Pensano alle loro montagne e nasce l’idea di prendere nota, a mano, con i taccuini di Davide, e, nella visione, con gli scatti di Andrea.
Dedicare un libro alle Orobie, per loro, da subito è stato un atto d’amore: come dire, noi vi vediamo così, condividiamolo con chi le ama e cerca un’angolazione diversa per penetrare il loro segreto, almeno per l’attimo dell’immagine e del racconto che le terre alte narrano ai camminatori dei sentieri e delle cime.
Ecco perché il gioco di parole tra “Orobie” e “Orovie”: le OroVie sono i sentieri del cuore di una geografia rinnovata e
innocente, creata da un ciclo di stagioni che partono in Inverno e che conducono gli autori verso un luogo dove “non c’è la direzione giusta”.
Come due esploratori, gli autori invitano il lettore a seguirli nella spedizione orobica: per questo il libro è un diario speciale, un taccuino fresco di viaggio e che sa di Bellezza appena munta - non ancora filtrata.
Sono la meraviglia e lo stupore che nascono camminando per montagne e sentieri, per celebrare la ricchezza della Terra, la presenza delle creature terrestri e le zone selvagge.
Le OroVie non esibisce bensì invita, non impone ma stimola a partire per scoprire luoghi meravigliosi magari meno celebrati di quelli più famosi delle Alpi: ma che questa spedizione, sembra di capire, ci suggerisce essere ancora tutti da scoprire.
Con valenza tutta simbolica, ma che esprime pienamente il feeling profuso dai due autori nella loro scrittura, nel giorno dell'uscita ufficale del volume Davide Pazienza e Andrea Aschedamini andranno, a ora imprecisata, in vetta alla Presolana che tanto ha dato a questo loro lavoro durato due anni esatti, dall'estate 2009 a oggi e nasconderanno in un anfratto della montagna una copia. Chi la trova...la legga, e la rimetta a posto!
Dalla prefazione di Max Pavan: «Innanzitutto ci sono le parole, che puntellano le tappe di questo viaggio lungo - o verso - Le OroVie. E sono parole che, come sempre, Davide sceglie con un rispetto sacrale. Sono parole che hanno un corpo, una consistenza, che hanno “muscoli e cuore”. Sono lettere che si uniscono l’una all’altra sgorgando dall’energia che Davide imprime a ognuna di esse, e che trasmette al foglio, scrivendole di proprio pugno. C’è un enorme foglio bianco, che aspetta di ricevere i nostri pensieri: è il manto della neve, che arriva talvolta in anticipo, annunciata dalla pioggia, sua vestale, all’incontro con l’asperità della roccia, a coprire tutto. Ci sono i colori, che guidano il Giovane Camminatore, indicandogli “i sentieri sulla terra grassa”. C’è il vento, che con la sua presenza imponente ed elegante diventa “l’abito da sera della terra”. In questo più che in altri libri, Davide ci racconta un viaggio iniziatico, il suo itinerario, il percorso che la vita lo ha portato a compiere. è una delle tante strade che lui ha coperto, un cammino di cui ci vuole rendere partecipi.
Tante sono le lingue nelle quali possiamo scegliere di esprimerci. Qui abbiamo la fortuna di imparare un altro idioma: quello che traduce l’immaginazione. E' la lingua di Andrea Aschedamini, che ci racconta un viaggio fatto di attimi sospesi nei suoi scatti. I vocaboli di questa lingua sono le gocce di una sorgente, i soffi che sembrano disegnati sulla neve, foglie d’erba che osano puntare verso il sole. Le fotografie di Andrea ci fanno ascoltare il vento, avvertire il freddo, ci immergono nella nebbia che nasconde la valle in un’alba primaverile, e ci scaldano con l’ocra di un tramonto d’estate. Attraverso i suoi occhi, siamo condotti a scoprire un casolare ai margini di un bosco, accanto ad altri viaggiatori.
Cosa sono Le OroVie? Dove si trovano? Cercate, per gioco, tutte le assonanze che sembrano condurvi in luoghi di cui avete sentito parlare, e che forse sono a un passo da casa. Credo però che ognuno abbia la propria OroVia da scoprire, i propri passi da compiere.»