Vincono il 3° Campionato del Mondo Ultratrail (IAU World Trail Championshio), tenutosi a Connemara (Irlanda) i francesi Erik Clavery e Maud Gobert. All'Italia l'Argento femminile con Cecilia Mora, campionessa del mondo uscente. Ma nella classifica a squadre (che è stata introdotta per la prima volta quest'anno nella storia ancora breve dei Campionati del Mondo IAU Trail), grazie alla tenacia dei componenti delle sue due squadre nazionali (maschile e femminile), l'Italia conquista l'Argento a squadre maschile e femminile.
Un percorso di gara secondo alcuni difficile, secondo altri meno. Alcune delle difficoltà lamentate da alcuni: soprattutto l'acqua presente in numerosi tratti del terreno e la scivolosità dei pendii, sono state per altri difficoltà facilmente aggirabili.
Certo è che tra i nostri atleti, Lorenzo Trincheri assieme ad un atleta che lo precedeva di poco è sprofondato sino alla vita nell'acqua di una marcita per cadere malamente subito dopo ed essere costretto al ritiro.
Numerosi e ardui i dislivelli altimetrici da superare, in un percorso che si presentava molti articolato: dopo la partenza ( che è stata data nell'affascinante scenario di Kylemore Abbey) e dopo circa 3500 metri su asfalto gli atleti venivano immessi nel percorso di Diamond Hill, un loop ad 8 da ripetere per due volte con un passaggio al 12° km al punto di assistenza ubicato in zona arrivi (Letterfrack). Quindi, attorno al 20° km, i runner venivano immessi nel giro grande a forma di cerchio - grosso modo, anche se interrotto - da percorrere sino al punto più estremo dov'era ubicato il posto di ristoro n°3 e quindi, dopo il giro di boa, all'indietro, seguendo la stessa via, per un totale - come si è detto - di 70 km.
131 gli atleti partenti, compresi quelli iscritti alla gara open: alle 17.30, erano circa 95 i finisher, con 11 ore di tempo massimo.
Le condizioni di terreno hanno fatto molta selezione tra gli atleti, sia nella gara maschile sia in quella femminile.
Uomini. Il canadese Jason Loutitt dopo essere stato alla testa della corsa per quasi 48 km cedeva il passo al francese Erik Clavery, che dominava la gara sino alla sua conclusione, chiudendo in 6h39'07. Loutitt lo seguiva sul traguardo con meno di 1' di distacco. Un po' più distanziato giungeva il terzo corridore, il francese Patrick Bringer in 6h47'50, che confermava la posizione acquisita già al 48° km. Quarto il norvegese Thorbjorn Thorsen Ludivgsen in 6h49.55, seguito da Silvano Fedel, primo degli Italiani, in 6h51'18 e dallo statunitense Ben Nephew in 6hh54'26".
Il francese Thierry Breuil che si trovava in quarta posizione al 48° km è scivolato in 7^ posizione al traguardo finale.
Il secondo e il terzo italiani sono stati Francesco Caroni che ha chiuso in 7h03'54 e Mario Zanchi in 7h04'57.
L'Italia non sale sul podio maschile, anche se sulla base dei riscontri cronometrici dei primi tre arrivati (tutti e tre selezionati per la competizione a squadre) si può affermare - seppure in via ufficiosa - che l'Italia ha conquistato il secondo posto del podio mondiale per classifica a squadre.
Comprensibile quindi la soddisfazione e l'emozione di tutti gli atleti, degli official e degli accompagnatori, man mano che accogliavano i loro compagni di squadra al traguardo.
Questa, invece, la gara femminile. Sin dall'inizio della gara, Cecilia Mora, campionessa del Mondo Ultratrail 2009, è passata - con molta determinazione al comando della corsa per mantenersi alla testa della gara sino a dopo il 48° km. Ma forse per avere dato un po' di più del necessario nell'ultima salita, o forse per una ripresa della più diretta avversaria alle sue spalle, negli ultimi chilometri di quasi pianura cedeva il passo alla francese Maud Gobert che, transitata al 48° km con poco più di due minuti di distacco, la precedeva al traguardo con il tempo di 7h41'31, dando a Cecicilia Mora un distacco di circa 9'. La francese Gober e l'italiana Mora sono state rispettivamente 31^ e 38^ in classica generale.
Alle loro spalle, la britannica Lucy Colquhorn che ha staccato il crono di 8h04'22 (42^ in classifica generale), conquistando la terza piazza del podio mondiale e Aurelia Truel (FRA) in 8h04'22 (47^), seguita da Cinzia Bertasa, seconda italiana, quinta tra le donne e 51^ in classifica generale, con il crono di 8h17'32 e da Laurence Klein con il crono di 8h14'49. Infine, settima, nella graduatoria femminile, ha tagliato il traguardo - felice di avere retto sino all'ultimo, difendendo la posizione dell'Italia nella classifica a squadre - Katia Fori, autenticamente commossa subito dopo l'arrivo, con il crono di 8h17'32.
Pe completare, ecco le classifiche a squadre ancore ufficiose.
Uomini
Francia
Italia
Donne
Francia
Italia
Canada
La gara, malgrado le abbondanti pioggie dei giorni scorsi, insolite perfino per gli Irlandesi del posto, è stata favorita da condizioni meteo accettabili e da una temperatura non fredda, con una tendenza al caldo man mano che avanzava il giorno: sole e cielo oscurati da nuvolaglia, soltanto a tratti.
Letizia Mora, intervistata al traguardo, ha detto: Venendo a partecipare a questo Campionato del Mondo, ho sognato la medaglia d'oro. E' ovvio. Ma anche quella che ho conquistato vale per me un patrimonio.Maud Gober aveva indubbiamente una marcia in più e, in pianura, appena mi ha potuto mi ha superato. Ha fatto una gran bella gara. E' stata brava e voglio complimentarmi con lei.. Bellissimi, stupendi, i paesaggi.
Cecilia Mora, autentica "mamma volante", ha portato con sé, in questa trasferta, uno dei suoi figli e all'arrivo c'è stato un grande - commovente - abbraccio.
L'ho portato con me in questo viaggio, perchè ho voluto dargli un incoraggiamente. A scuola non è andato del tutto bene. Questo viaggio non è stato certo un premio, ma a mio modo di vedere un incoraggiamento perchè faccia meglio il prossimo anno e perchè si senta stimolato a studiare un po' di più - ha raccontato Cecilia alla vigilia.
Tantissime le scene commoventi al traguardo, dove gli atleti in arrivo sono stati aspettati coralmente dai propri compagni di delegazione già arrivati, da familiari e accompagnatori, fidanzate, mogli, compagni o viceversa, con scene di tenerezza e di commozione che fanno davvero bene al cuore.
Ogni arrivo è stato festoso e solidale: per ogni atleta che arriva al traguardo la festa è sempre grande per tutti.
Chi è stato costretto al ritiro è logicamente afflitto e dispiaciuto, ma solidale nei confronti dei propri compagni in gara.
Ed è questo il bello delle manifestazioni di trail, una caratteristica forse ancora più spiccata di quella che si respira in altri tipi di gare in linea, ma certamente abbastanza comune anche nelle altre discipline di ultramaratona.
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