
Lo ha conosciuto personalmente e il suo modo di ricordarlo è vibrante di emozioni.
E’ forse Lei ? La Signora Morte che non ci lascia mai durante il nostro Cammino di Vita?
Viviamo pensando d’essere immortali, viviamo per conquistare il presente e nel ricordo del nostro passato. Viviamo per morire, prima o poi, ma pur sempre morire.
Cosa accadrebbe se ogni mattina ci alzassimo con il pensiero di dover lasciare questo mondo?
Accadrebbe che perderemmo il gusto di vivere.
Fino ad oggi non ho mai fantasticato sul momento in cui Lei, la Signora Morte, vorrà portarmi via. Non ci penso semplicemente perché non mi interessa sapere.
Egoisticamente vivo per vivere, egoisticamente di ciò che lascerò di in concluso dopo di me non mi importa.
Mi interessa piuttosto il segnale positivo che vivrà anche dopo di me.
Ieri mattina ho perso un amico!
Ieri mattina Carmelo ha tagliato il traguardo dell’ultima sua corsa.
Carmelo, un uomo d’altri tempi, un ragazzo di 68 anni che ha vissuto la sua vita correndo, per la corsa e con la corsa.
Lo conobbi lo scorso anno a maggio. Eravamo a Rosolini. Mi venne incontro col braccio teso e la mano aperta salutandomi festosamente: “Tu devi essere Elena Cifali” mi disse sorridendo – “Ho sentito tanto parlare di te e finalmente ti conosco”.
Con lo spirito di un bambino monello iniziò a raccontarmi delle volte che anche lui aveva corso la 100 km del Passatore, iniziò a raccontarmi delle sue 200 maratone. I suo anni di corsa, correndo una maratona il sabato ed una la domenica, in quegli anni in cui essere un ultrarunner significava essere dichiaratamente folli.
Ci scherzava su Carmelo, e ci scherzava su anche durante il nostro ultimo pranzo insieme a Pergusa, quando la squadra dell’Atletica Sicilia si riunì attorno a lui facendo cerchio. Ci deliziava con i suo aneddoti e ci faceva sognare.
Una perdita importante quella di Carmelo, ma se posso osare, se posso fantasticare ancora una volta preferisco immaginarlo felice anche adesso.
Ha corso la sua ultima corsa, concludendo l’ultima sua maratona col cuore che batteva forte, con le gambe che spingevano anche quando avrebbero dovuto fermarsi.
Ha vissuto facendo ciò che più gli piaceva ed è morto facendo ciò per cui ha vissuto.
Piango, piango per tristezza e dolore. Piango perché ieri su quel rettilineo, incrociandolo, l’ho incitato ad andare avanti e lui sorridendo mi fece segno col pollice all’insù.
Ricordo ancora le sue parole buone nei miei confronti, il suo incitarmi a fare ciò che mi piace.
Mi ha dato un grande insegnamento, insegnandomi che i desideri non si spengono e che i sogni vanno vissuti da svegli. Farò come lui, farò ciò che amo fino alla fine, senza riserve e senza risparmiarmi.
Il suo Cammino prosegue da un’altra parte, e magari prosegue con le scarpette allacciate ben strette.
Ciao, Carmelo!
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