Deludente il nuoto italiano ai Giochi di Londra, ma il medagliere olimpico italiano va a gonfie vele
Dopo un giorno e mezzo promettentissimi di Olimpiade (con le cinque medaglie di sabato e quelle di bronzo nel judo femminile e d'argento nella sciabola maschile di domenica che hanno portato l'Italia ad essere la terza nazione nel medagliere olimpico) ci si aspettava dal nuoto azzurro un'altra chiusura trionfale.
E invece è arrivata una doppia delusione. Prima Filippo Scozzoli, vicecampione del mondo, che ha chiuso al settimo posto la finale dei 100 rana vinti dal sudafricano Van der Burgh col nuovo record del mondo di 58"46.
E subito dopo, il quinto posto di Federica Pellegrini nei 400 stile libero, in cui ha trionfato la francese Camille Muffat, che in batteria aveva ottenuto il miglior tempo della mattina, davanti ad Allison Schmitt (Usa) e alla campionessa uscente Rebecca Adlington (Gran Bretagna).
Grande delusione per la Pellegrini, che nemmeno si è avvicniati ai fasti dell'Olimpiade di Pechino, e subito una marea di critiche su Twitter e su Facebook e sui social network.
Probabilmente non si perdona alla Pellegrini la forte esposizione mediatica nei mesi precedenti ed anche il fatto di aver rifiutato di fare la portabandiera della squadra italiana nella cerimonia inaugurale dei Giochi.
Il fatto vero probabilmente è che con questi giochi olimpici sono venuti dei nuotatori ancora più forti, quasi "bionici", se qualcuno li ha osservati con attenzioni e che, di conseguenza, le possibilità di performance della pellegrini e degli altri nuotatori italiani sono state per il momento declassate.
Le dichiarazioni della Pellegrini vanno in questo senso.
«Non ne avevo più di così, ci ho provato fino alla fine», ha detto la Pellegrini ai microfoni di Sky Sport subito dopo la gara. «Fa male, ma so di avere dato il massimo». Poi la frase più allarmante. Alla domanda sul suo stato psicologico e la capacità di recupero dopo una sconfitta («cosa che mi è capitata tante volte, lo sport è fatto di questo»), Federica ha risposto: «Non c'è solo la testa». Come a dire: «...è la tenuta fisica che mi preoccupa», in vista dei 200 metri che si corrono 24 ore dopo. Tant'è vero che, parlando a RaiSport, ha aggiunto: «Domani ci sono questi 200, che non farò con uno spirito grandioso, ma a questo punto penso di aver bisogno di un anno di stacco. Poi, l'anno dopo vedremo se avrò ancora voglia di nuotare». «Sono entrata in acqua oggi pomeriggio per fare una gara all'attacco e mantenere il più possibile. Non ci sono riuscita», ha concluso Federica. «Non so che altro dire, non do colpe a nessuno, me le prendo tutte io. Ho dato tutto, nello sport si vince e si perde, e basta».
Queste, invece le dichiarazioni di Scozzoli. Non so cosa sia successo, sono arrivato ai 75 metri che ero veramente impiccato». Così Fabio Scozzoli commenta invece il settimo posto nella finale dei 100 rana. «Ho nuotato male, dovrò rivedere, è andata così. Sono abituato a gareggiare al fianco di Van der Burgh - ha aggiunto - lui era il treno giusto per fare una bella gara e prendere questa medaglia. È andata male, è comunque una finale olimpica, una bella esperienza, voltiamo pagina». La medaglia d'argento è andata all'australiano Christian Sprenger. Terzo lo statunitense Brendan Hansen.
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