Lara La Pera è stata vincitrice del Trail dei Nebrodi alla sua prima edizione, svoltosi lunedì 8 dicembre 2014 e ne è rimasta entusiasta, tanto da voler scrivere di getto le sue impressioni. Ma sentiamo le sue parole che ci introducono al racconto vero e proprio: "Ecco il racconto di una giornata... unica! E non è stata unica solo per me, ma per tutti i "guerrieri" che hanno deciso di affrontare una gara alla quale nessuno di noi era preparato. Tante gare si dimenticano, altre nella nostra mente si confondono, ma questa credo che per tutti noi resterà... unforgettable!"
(Lara La Pera) Quando si dice che la Sicilia è una terra ricca di contrasti… è proprio la sacrosanta verità!
Domenica scorsa 1° dicembre 2014 la colonnina di mercurio a Palermo alle ore 18 segnava 27 °C.
Lo scirocco ormai ci deliziava col suo tepore fuori stagione da una settimana... tutto faceva pensare che anche il Trail dei Nebrodi di giorno 8 dicembre sarebbe stato all’insegna del caldo, del sole… e 43 km con lo scirocco sono pesanti anche per gli amanti del caldo e della tintarella fuori stagione. Tutto potevamo immaginare, tranne che ci saremmo ritrovati a lottare non solo con il dislivello ma con una bufera di neve che nulla aveva da invidiare a quelle di alta montagna e che ci ha fatto compagnia per tutta la durata della gara.
Il meteo, che ormai tutti consultiamo in modo ossessivo prima di una gara sui nostri telefoni cellulari, riportava sereno o poco nuvoloso con temperature medie di 5°C.
Tutti avevamo il materiale obbligatorio nel nostro zaino, guscio, pantaloni anti pioggia, guanti, fasciacollo, cappello… e persino la coperta termica! Materiale che fino al giorno prima, in cui ovviamente splendeva il sole, da tutti noi è stato definito “peso inutile”…materiale che, alla maggior parte di noi, ha permesso di portare a termine la gara contro vento, neve, e una temperatura che per noi “gente di mare” è assolutamente insolita.
I duecento atleti iscritti all’evento (circa novanta per la 43 km e gli altri iscritti alla 22 km) si sono ritrovati circa alle 7.30 nella zona della partenza sotto un diluvio che non prometteva nulla di buono per la nostra gara. Sono certa che il nostro Aldo Siracusa ha valutato in religioso silenzio l’idea di annullare l’evento poiché si immaginava che la pioggia in quota era neve! I nostri volti erano un po’ sconfortati, i più ottimisti erano sicuri che una volta partiti le nuvole si sarebbero aperte lasciando il posto al nostro sole caldo…. ma il rumore della pioggia sul tendone era sempre più assordante.
Alle 8.00 Aldo ci riunisce, ci raccomanda di vestirci con gusci, pantaloni antipioggia, cappelli, di portare negli zaini dei cambi… perchè alle 8,40 la prima edizione del Trail dei Nebrodi sarebbe partita in ogni caso e non ci sarebbe stato alcun taglio sul percorso. A quel punto mi sono detta “Lara, hai due alternative… o ti lasci andare e ti godi uno spettacolo insolito… o non partecipi nemmeno!".
Ovviamente ho optato per la prima soluzione…e via…
Dopo un paio di km in discesa è iniziata una salita di 10 km….già a quota 1500 m la pioggia battente era diventata neve… altrettanto battente. Ma, a dispetto della temperatura rigidissima, le mie paure si erano sciolte come neve al sole.
Devo dire che la mia carica di entusiasmo si chiama anche Pippo Ruggeri… ormai in gara siamo collaudati. Quei boschi fitti, la neve che sferzava i nostri visi, le risate di chi a 40, 50, 60 anni si diverte come un bambino. Ci rendevamo conto che avrebbero anche potuto fermare la gara con quella bufera…. ma tutti speravamo di poter portare a termine quell’insolito viaggio.
Abbiamo attraversato torrenti che a causa della pioggia della notte erano in piena, l’acqua gelida feriva i nostri piedi ma nessuno si lamentava. That’s trail!!
Quando la salita cedeva il posto alla discesa veniva la tentazione di sedersi e scivolare sulla neve morbidissima… Io mi sorprendevo della mia totale assenza di paura nelle discese dove quella poltiglia giallina di fango e neve era più scivolosa del sapone. Ma è proprio vero che la mente comanda e se ci si scollega dalla razionalità alle volte vincere le paure è più semplice. E poi non potevo lasciare andare super Pippo… Inizia la seconda salita e, in quota, la temperatura crolla di nuovo bruscamente… i fiocchi di neve si sono trasformati in aghi che pungevano la nostra faccia ed era difficile tenere gli occhi aperti.
Gli alberi del bosco sembravano dei giganti immobili e rassegnati a tanta forza. Noi invece piccoli piccoli e curvi su noi stessi volevamo e dovevamo andare avanti.
Qualcuno in mezzo alla nebbia grida “Non fa maleee!”… sembrava un grido di battaglia e in effetti lo era. Perché era una lotta, durissima. Siamo allenati alle più ripide salite, alle discese tecniche….ma a combattere contro quella forza inarrestabile della natura non era preparato nessuno di noi. Dei Siciliani che corrono durante una tormenta di neve in mezzo a un bosco sono come dei pinguini che prendono il sole sulla spiaggia!
Dopo circa 34 km (non avevo gps) superiamo il quarto ristoro e ci troviamo ai piedi d'un abbondante torrente che sfociava nel lago ……il ponticello era totalmente sommerso e ci rassegniamo all’ennesimo gelido pediluvio.
Per circa un chilometro costeggiamo il lago arrancando in una montagna di fango (e non solo….ma questo fa parte della corsa in natura!) che ci arrivava oltre le caviglie. Gli ultimi 10 km anche se in gran parte erano in discesa sono stati i più faticosi perché non finivano mai… Ormai le enormi pozzanghere di fango non mi facevano più paura, mi ci tuffavo dentro senza cercare i massi su cui saltare x non bagnarmi troppo. In quella scivolosissima discesa sognavo una salita che, ovviamente, è arrivata praticamente alla fine. L’ultimo km era in salita, che meraviglia! Ho dato fondo alle ultime energie rimaste e ho cercato di corricchiare inseguendo fino al traguardo quel ragazzino di Pippo…..Perchè tra me e lui….il più giovane è lui!
E’ stata una gara entusiasmante, divertente, difficile ma incredibilmente vissuta. E’ durata poco più di sei ore [per l'esattezza la prova di Lara La Pera è durata 6h02'04] ma mi sono sembrati sei giorni perché mi sono goduta ogni secondo. Prima della partenza ero preoccupata, ma poi quel freddo, la neve, il vento, essere con amici che lottavano come me, mi hanno fatta sentire felice di esserci.
Chi ha deciso di arrendersi al freddo ritirandosi è stato saggio e atleticamente maturo. Non si sfida mai la natura se il nostro corpo non ce lo permette. Chi è arrivato al traguardo, dal primo all’ultimo, è stato incredibilmente bravo.
Credo che ieri, aldilà delle classifiche, abbia vinto il trail. Quello vero, fatto di bella natura, difficoltà del percorso e metereologiche, ma soprattutto fatto di entusiasmo e coscienza sportiva.
Alla prossima avventura e speriamo di nuovo con qualche fiocco di neve!
Ecco di seguito (vai al link) la classifica individuale del Trail dei Nebrodi
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