Il 30 setttembre 2012, Elena Cifali (ASD Movimento é Vita Gela) ha partecipato alla 2^ edizione dell'Etna Sky Race 2012.
Anche questa volta ha scritto un racconto relativamente alla sua esperienza, ma tiene a precisare che "...non è un vero racconto, più che altro una riflessione. Non ho avuto voglia di scrivere altro...":
Elena ha attraversato un periodo pieno di impegni familiari che l'hanno portata a dovere assolvere incombenze di vario genere e l'hanno distolta dal potersi applicare (sia fisicamente, ma soprattutto a mente libera) nell'attività che preferisce sopra ogni altra e che é la "CORSA".
Nella vita di tutti noi capitano dei momenti così, dei momenti in cui possiamo avere la sensazioni di essere oberati, schiacciati dai tempi stretti e frenetici o dagli obblighi che si affastellano nelle nostre vite.
Poi questi periodi passano, come le nubi che si addensano nel cielo che si disperdono sospinte dal vento e ritorna il sereno: quel sereno che ci dà la ricarica per affrontare altri momenti di nubi ed altre piccole (o grandi) tempeste.
La nostra Elena si preoccupa che il suo racconto, proprio perchè in forma di riflessione in cui convergono i problemi e le difficoltà quotidiani, possa non piacere: invece, io penso che sarà apprezzato.
Quante volte ad ognuno di noi è capitato di pensare ai propri problemi nel corso di una gara o di un allenamento? La risposta è semplice: sicuramente, tantissime volte.
Ed è anche vero che il pensare alle difficoltà quotidiane mentre si corre oppure, dopo, a cose fatte scriverne, riflettendo a come si intersecano con il nostro correre, è un'attivita che consente di prendere le distanze da ciò che ci assilla, dandoci anche l'opportunità di compiere - nello stesso tempo - un importante lavoro di rielaborazione (e forse anche utile per la messa a punto di possibili soluzioni).
Correre condensa in pochi atttimi la nostra vita, ma nello stesso in alcuni momenti della nostra corsa, ci ritrovaimo immessi con facilità in una dimensione onirica che è quella più fruttuosa ai fini delle nostre trasformazioni interiori, della sollecitazione della Memoria e anche dei processi di apprendimento.
Per questo motivo, il momento dell'allenamento e, ancora di più, quello della gara, ci consentono di fare dei bilanci, di sperimentare emozioni, di focalizzare affetti e priorità.
Tutto questo traspare dal racconto-riflessione di Elena Cifali, in cui da immagini puramente oniriche e quasi poetiche ritorno ai bilanci e alle riflessioni su ciò che la corsa le ha dato e sicuramente le darrà anche negli annii futuri.
(Elena Cifali) Da qui sopra, posso abbracciare il cielo e stringere le nuvole fra le mani, da qui sopra sono padrona del mondo e il mio sguardo si estende oltre l’universo.
Da qui sopra mi è più semplice parlare col mio Dio, raccontargli della felicità che provo a trovarmi a quasi 3000 metri in cima al vulcano attivo più alto d’Europa.
Da qui sopra l’Etna non sembra così imponente come quando lo guardo da casa: l’ho scalato ancora una volta e, ancora una volta, io e lui ci siamo raccontati l’una dell’altro.
E’ l’Etna che raccoglie oggi le fatiche, i sacrifici, le trepidazioni ed il sudore di ben 50 runner. Ognuno di noi vive questa passione a suo modo: é una passione che ci permette di affrontare e vincere sfide che parleranno di noi, anche oltre noi.
Proprio qui sopra l’ho incontrata, l’ho riconosciuta: era bellissima, dolce come una poesia, leggera come una discesa, felice come un bimbo il giorno del suo compleanno, sorridente come una sposa sull’altare, piena di entusiasmo come un runner sulla linea di partenza.
Era nera come la lava, azzurra come il cielo, calda come il sole, ripida come una salita e mi parlava di avventure future ed incontri inattesi, di giorni lieti e di persone speciali: era la VITA.
Io, Salvo Crudo ed il buon Davide Pagnossin (i miei angeli custodi durante i duri allenamenti che mi hanno permesso la conquista di Sua Maesta), abbiamo partecipato alla 2^ edizione della Etna Skyrace, portando a termine la nostra gara affrontando le nostre ansie e vincendo le nostre paure.
Sono felice di poter dire ancora una volta IO C’ERO e sono sicura che anche i miei amici condivideranno le mie emozioni ed i miei sentimenti.
Durante il cammino della nostra vita incontriamo moltissime persone, alcune di loro non le ricordiamo già dopo i primi cinque minuti, altre le ricorderemo per sempre.
Non importa quanti anni trascorreranno: il ricordo di un giorno speciale come quello di oggi rimarrà indelebile nelle nostre menti per sempre, come rimarrà indelebile il ricordo del “batti cinque” con mio figlio, dell’"In bocca al lupo" detto da mio marito, di quei chilometri corsi con Davide e del lungo abbraccio con Salvo, dopo il mio arrivo.
La corsa mi ha dato l’opportunità di conoscere persone meravigliose come Inge Hack: é una donna strepitosa (una donna con le "palle quadrate", oserei dire) che ha iniziato a correre all’età di 48 anni e, oggi dopo 10 anni, corre gare come la100 km del Passatore, divorando km con assoluta leggerezza. Uomini come Pietro Bernando che affronta gare come il Tor Des Geant col sorriso in bocca e con un’entusiasmo coinvolgente, o come Claudio Chines che ha iniziato a correre “solo per perdere peso” e che oggi è in continua sfida col cronometro e con se stesso. Uomini come Vincenzo Altamura, Luigi Buccello, Alfonso Sciarratta, Salvo Piccione, Carmelo Santoro, Melchiorre Bernardone, Orazio Scivolone, Salvo Campanella, Gioacchino Maniscalco, Nino Simonte, Mimmo Causarano e Elio Sortino; donne come Tatiana Betta, Graziella Bonanno, Concetta Filizzolo e Teresa Ferro solo per fare alcuni nomi; senza dimenticare il mitico Stefano Marta che ha collaborato alla realizzazione di questa gara e che, giorno dopo giorno, si adopera per la buona riuscita di molte altre in giro per l’Italia.
Certamente non sono i soli, perché insieme a loro ci sono tanti altri che hanno il coraggio e la determinazione per correre col sole caldo dell’estate e con il gelo dell’inverno.
A tutti va il mio grazie ed il mio pensiero ogni volta che taglio la linea del traguardo perché so che almeno uno di loro si avvicinerà per dire ancora una volta: Grande SuperElena.
Tra tutti la persona che mi sta più a cuore e che amo come un padre è Maurizio Crispi che attende con infinita pazienza ogni mio racconto ed ogni mio aneddoto di corsa.
Stavolta non è un racconto ma un riflessione - sicura che piacerà allo stesso modo.
Grazie a tutti ed alla prossima!
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