Negli antichi Giochi Olimpici che avevano anche una valenza fortemente rituale e religiosa, veniva dichiarata - all'unanimità - tra tutte le Polis greche una tregua dalle belligeranze che sarebbe cominciata prima dell'inizio dei giochi e proseguire sino alla loro fine, la cosiddetta "tregua olimpica", detta in greco 'ekecheiria' (ἐκεχειρία = le mani ferme).
Questa usanza è stata ripresa nel 1992 nei Giochi Olimpici moderni, ma la sua applicazione rimase un fatto isolato a quei giochi olimpici.
Successivamente, in occasione del summit del Millennio, tenutosi a New York, nella sede delle Nazioni Unite, dal 6 all'8 settembre 2000, e che ha visto convenuti più di 150 capi di stato e di governo, è stata adottata la "Dichiarazione dei Millennio" in cui è incluso un paragrafo sulla "Tregua olimpica".
Proprio facendo riferimento a quel paragrafo, per i prossimi Giochi di Londra del 2012, è stata - proprio in questi giorni - adottata una risoluzione ONU che applicherà una "tregua olimpica" di non belligeranza tra tutte le nazioni partecipanti che avrà inizio una settimana prima della cerimonia inaugurale e termine una settimana dopo la cerimonia di chiusura dei Giochi paralimpici.
Un grande valore di testimonianza in questo senso sta avendo la marcia a piedi di 5000 km di Lord Bates dal sito dell'antica Olimpia a Londra proprio per perorare la causa della "tregua olimpica" (vedi l'articolo: In cammino per la Tregua Olimpica: Lord Bates arriva in Italia).
Con una decisione non scontata, ma sostenuta a conti fatti da una votazione record sottoscritta da ben 193 nazioni, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato all'unanimità la tregua olimpica per Londra 2012
Quella riportata oggi presso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite è forse la vittoria più bella di Londra 2012.
E' stata una soddisfazione non solo per il CIO e per il suo vicepresidente Mario Pescante, ma per tutto il movimento che potrà nuovamente farsi portatore di quegli antichi valori che un tempo animavano le Olimpiadi.
Il risultato finale, indubbiamente convincente nei numeri, era tutt'altro che certo alla vigilia della votazione. Restavano infatti da convincere Iran e Siria, ma il superlavoro di Sebastian Coe e di Pescante ha permesso al Cio di ottenere i voti necessaria far passare il progetto.
"Sono contento - ha affermato all'ANSA Mario Pescante - che l'Assemblea abbia recepito il nostro messaggio, ossia, quello di costruire insieme grazie allo sport un mondo più pacifico. Il nostro intento era quello di far capire che lo sport non deve dividere e ci siamo riusciti. Posso capire Iran e Siria, la loro è un'opposizione di carattere meramente politico, non specificatamente contro la tregua olimpica. Era il loro modo di protestare contro l'attività della Nazioni Unite, di recente particolarmente spinta contro Iran e Siria. Alla fine hanno capito che lo sport non deve essere un momento di divisione".
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