(Luca Gianotti, della "Compagnia dei Cammini"). Se Labbucci sostiene che i camminatori sperimentano dal vivo l'uguaglianza, perché in cammino scompaiono le distinzioni sociali ed economiche, di razza e di sesso, Enrico Brizzi ne "Gli psicoatleti" (Dalai Editore, 2011) canta le gesta di una fantomatica Società Nazionale di Psicoatletica che sarebbe nata 150 anni fa, nel 1861, e grazie al camminare avrebbe attraversato le epoche della storia italiana, schierandosi sempre con i valori positivi della società e del tempo, con Garibaldi, contro le guerre, contro gli stati nazionali ma anche contro la regionalizzazione, insomma Brizzi è chiaramente dalla parte dei camminatori, al punto da creare una mitologia a loro uso e consumo.
Dopo la lettura del suo ultimo romanzo, infatti, a chi non verrebbe voglia di creare davvero una Società di psicoatletica, visto che la storia è già scritta?
Brizzi è uomo schivo e dalle amicizie selettive (la sua banda di amici, quarantenni in crisi tra superficialità e profondità, è protagonista del libro) e quindi difficilmente si imbarcherà in una simile avventura, ma secondo lo statuto della Società di psiocoatletica il ruolo di nuovo presidente (o gubernator) toccherebbe proprio a lui!
Nella Società c'è anche un mistero, l'Uomo Verde, uno dei fondatori, dedito a pratiche occulte, crea una scissione e fonda una società segreta, la Confraternita dell'Uomo Verde, dedita "alla pratica del viaggiare a piedi sino alla sfinimento al fine di creare dentro di sé l'auspicato "deserto interiore".
Enrico Brizzi scrive bene. Ed è un bravo fotografo. Con le pupille e con le parole fotografa la realtà e la trasforma in romanzi. I suoi viaggi a piedi sono motivo d'ispirazione, e dal viaggio Italica 150, tutta l'Italia a piedi dall'Alto Adige alla Sicilia, nasce questo che è il suo romanzo più lungo perché è il cammino suo più importante.
Brizzi fotografa e poi ritocca, come chi usa Photoshop. Al punto che leggendo non si sa mai cosa sia ispirato alla realtà e cosa sia finzione. Fotografa, poi aggiunge un po' di mistero, un po' di avventura, un po' di storie d'amore. E il gioco è fatto, il risultato è eccellente.
Con questo romanzo si sarà conclusa una trilogia di storie in cammino, dopo "Nessuno lo saprà" e "Il pellegrino dalle braccia d'inchiostro"?
Non lo sappiamo, quel che è certo è che i camminatori in queste storie ci si ritrovano, e che un altro merito di Brizzi è di aver avvicinato tante persone giovani al camminare, e non è un merito da poco.
Un piccolo vezzo personale, per concludere. È la seconda volta che Brizzi mi inserisce in un suo libro. Questa volta è un suo compagno di cammino a dire "Ci rideranno tutti dietro!". "Tutti chi?" "La scena! Luca Gianotti, il CAI, ..." . "Luca Gianotti non lo conosci nemmeno...".
Questo ruolo del critico severo del mondo del camminare è molto divertente: mi ha subito portato alla mente il critico rompiglione per eccellenza, nelle parole di Guccini "Un Bertoncelli, un prete, a sparare caz...ate!"
Enrico Brizzi, "Gli psicoatleti", Dalai Editore, 2011, 20 euro
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