(Maurizio Crispi) Il caso "Di Cecco" a partire dal polverone sollevato da Calcaterra con le sue - a mio avviso - infelici esternazioni si sta trasformando in un balletto plasmato da una forma di schizofrenia tipicamente "all'italiana".
Se c'era qualcosa da dire e da obiettare, tutto ciò avrebbe dovuto essere fatti mesi prima, caso mai, eventualmente mettendo in discussione le prestazioni di Alberico Di Cecco in Ultramaratona.
Perché nessuno l'ha fatto prima?
A Seregno, nel 2013 ha conquistato il titolo di Campione Italiano FIDAL100 km 2014, dove secondo regolamento è stato sottoposto ai regolamentari controlli anti-doping..
Nessuno lo ha messo in discussione.
Ritengo che tutta questa disquisizione, unitamente alle accusa di scarsa credibilità della IUTA che, tra l'altro, nelle selezioni degli atleti, opera nel nome e per conto della FIDAL, alla vigilia di un Mondiale che arriva dopo due anni (il Mondiale 2013 non si è potuto disputare) sia assolutamente inopportuna perché sta creando disarmonie e perdita della necessaria concentrazione e armonia all'interno del team azzurro, sia nella sua componente di atleti sia in in quella dei dirigenti.
In più stiamo mettendo in scena un "balletto" che non giova alla nostra credibilità sportiva in uno scenario internazionale. Credo davvero che nessun altro team nazionale si esporrrebbe ad uno spettacolo tanto penoso e sconfortante: e simili sceneggiate ti fanno un po' vergognare di essere italiano.
Mettiamo che Alberico Di Cecco venga escluso dal team azzurro, a detrimento delle buone possibilità del gioco di squadra, visto che le sue prestazioni in ultramaratone (comporvate "pulite", alla luce del titolo italiano conseguito) ed anche il suo bronzo mondiale a Seregno nel 2012, ci portano a pensare che egli possa essere anche in questo frangente uno pilastro del team nazionale: a chi gioverebbe questo risultato. Forse soltanto ai moralisti accecati dalla loro stessa ira.
Ma, per il resto, sarebbe una vittoria di Pirro; e, in ogni caso, già adesso, per come stanno andando le cose sii sta gettando il ridicolo addosso al team azzurro, alla IUTA e alla FIDAL, di fornte ad una platea internazionale.
E, quindi, non si può che applaudire a Re Giorgio per le sue esternazioni che stanno provocando cotanti effetti!
E, aggiungerei, visto che si tira in ballo la Carta etica che la FDAL ha adottato a partire del Gennaio 2014, che dire dei principi fondamentali su cui si fonda che sono il "rispetto", nonché la "fiducia" reciproca" e la "lealtà", o anche la solidarietà tra compagni di squadra, principi che lo stesso Calcaterra è stato il primo ad infrangere, attaccando a spada tratta un suo pari?
Due gli articoli da attenzionare in merito alla questione, di recente pubblicati, entrambi su www.atleticalive.it.
Consiglio federale 2: la Fidal silura Di Cecco, Iuta messa in riga
Si rimanda anche alla Carta Etica adottata dalla FIDAL, a partire da Gennaio 2014, che regola il comportamento etico di atleti, allenatori, dirigenti e familiari e che si basa sui seguenti principi generali:
- il RISPETTO di sé stessi: ognuno deve avere riguardo dei limiti imposti dal proprio fisico e dai propri ideali, praticando l'attività al meglio delle capacità personali. Inoltre, il RISPETTO degli altri è fondamentale per mantenere una sana convivenza sociale con tutti coloro che interagiscono all'interno del mondo atletico.
- Ogni individuo è tenuto al rispetto del principio di LEALTÀ durante la pratica sportiva, attribuendo il giusto valore alla competizione. E' importante osservare tutte le regole che disciplinano l'Atletica, sia a livello nazionale che internazionale. E' complementare a tale principio l'ONESTÀ, in forza della quale ognuno è tenuto a riconoscere la superiorità del rivale ovvero a non infierire in caso di sua manifesta inferiorità. Questi due valori insieme contribuiscono alla formazione di una SANA COMPETITIVITÀ, quale fine fondamentale a cui tendono i principi della presente Carta Etica.
- Nel relazionarsi con gli altri ogni individuo deve essere mosso da un sentimento di FIDUCIA RECIPROCA verso il prossimo per favorire il rispetto delle opinioni altrui con la consapevolezza che lo stesso trattamento verrà riservato per le proprie.
- La Carta Etica si fonda anche sul principio di INTEGRAZIONE. Sono infatti favorite tutte le esperienze volte alla realizzazione di una stretta connessione tra bambini, privilegiando la dimensione ludica e creativa dell'Atletica; per attuare questa vera integrazione si vuole incoraggiare l'aggregazione di ragazzi stranieri ed il coinvolgimento dei disabili.
- L'Atletica vuole assumere la dimensione di sport “SOSTENIBILE” al fine di scongiurare che lo sviluppo fisico ed emotivo sfoci in esasperazioni o aberrazioni, ma tenda sempre a mantenersi equilibrato e rispettoso delle proprie ed altrui aspettative.
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