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17 novembre 2014 1 17 /11 /novembre /2014 12:56

Il caso Di Cecco, balletto schizofrenico in salsa italiana. L'effetto farfalla delle esternazioni di Re Giorgio

(Maurizio Crispi) Il caso "Di Cecco" a partire dal polverone sollevato da Calcaterra con le sue - a mio avviso - infelici esternazioni si sta trasformando in un balletto plasmato da una forma di schizofrenia tipicamente "all'italiana".
Se c'era qualcosa da dire e da obiettare, tutto ciò avrebbe dovuto essere fatti mesi prima, caso mai, eventualmente mettendo in discussione le prestazioni di Alberico Di Cecco in Ultramaratona.
Perché nessuno l'ha fatto prima?
A Seregno, nel 2013 ha conquistato il titolo di Campione Italiano FIDAL100 km 2014, dove secondo regolamento è stato sottoposto ai regolamentari controlli anti-doping..
Nessuno lo ha messo in discussione. 
Ritengo che tutta questa disquisizione, unitamente alle accusa di scarsa credibilità della IUTA che, tra l'altro, nelle selezioni degli atleti, opera nel nome e per conto della FIDAL, alla vigilia di un Mondiale che arriva dopo due anni (il Mondiale 2013 non si è potuto disputare) sia assolutamente inopportuna perché sta creando disarmonie e perdita della necessaria concentrazione e armonia all'interno del team azzurro, sia nella sua componente di atleti sia in in quella dei dirigenti.
In più stiamo mettendo in scena un "balletto" che non giova alla nostra credibilità sportiva in uno scenario internazionale. Credo davvero che nessun altro team nazionale si esporrrebbe ad uno spettacolo tanto penoso e sconfortante: e simili sceneggiate ti fanno un po' vergognare di essere italiano.
Mettiamo che Alberico Di Cecco venga escluso dal team azzurro, a detrimento delle buone possibilità del gioco di squadra, visto che le sue prestazioni in ultramaratone (comporvate "pulite", alla luce del titolo italiano conseguito) ed anche il suo bronzo mondiale a Seregno nel 2012, ci portano a pensare che egli possa essere anche in questo frangente uno pilastro del team nazionale: a chi gioverebbe questo risultato. Forse soltanto ai moralisti accecati dalla loro stessa ira.
Ma, per il resto, sarebbe una vittoria di Pirro; e, in ogni caso, già adesso, per come stanno andando le cose sii sta gettando il ridicolo addosso al team azzurro, alla IUTA e alla FIDAL, di fornte ad una platea internazionale.
E, quindi, non si può che applaudire a Re Giorgio per le sue esternazioni che stanno provocando cotanti effetti!
E, aggiungerei, visto che si tira in ballo la Carta etica che la FDAL ha adottato a partire del Gennaio 2014, che dire dei principi fondamentali su cui si fonda che sono il "rispetto", nonché la "fiducia" reciproca" e la "lealtà", o anche la solidarietà tra compagni di squadra, principi che lo stesso Calcaterra è stato il primo ad infrangere, attaccando a spada tratta un suo pari?

 
Due gli articoli da attenzionare in merito alla questione, di recente pubblicati, entrambi su www.atleticalive.it.


Consiglio federale 2: la Fidal silura Di Cecco, Iuta messa in riga

 

Di Cecco ai mondiali di Doha e il balletto dello scaricabarile – e in Fidal minacciano la scissione… da sè stessi

 

Si rimanda anche alla Carta Etica adottata dalla FIDAL, a partire da Gennaio 2014, che regola il comportamento etico di atleti, allenatori, dirigenti  e familiari e che si basa sui seguenti principi generali:

La Carta Etica si fonda sui seguenti principi che attengono non soltanto all'esperienza sportiva, ma contribuiscono in maniera decisiva anche alla formazione della persona all'interno della vita sociale:
  • il RISPETTO di sé stessi: ognuno deve avere riguardo dei limiti imposti dal proprio fisico e dai propri ideali, praticando l'attività al meglio delle capacità personali. Inoltre, il RISPETTO degli altri è fondamentale per mantenere una sana convivenza sociale con tutti coloro che interagiscono all'interno del mondo atletico.
  • Ogni individuo è tenuto al rispetto del principio di LEALTÀ durante la pratica sportiva, attribuendo il giusto valore alla competizione. E' importante osservare tutte le regole che disciplinano l'Atletica, sia a livello nazionale che internazionale. E' complementare a tale principio l'ONESTÀ, in forza della quale ognuno è tenuto a riconoscere la superiorità del rivale ovvero a non infierire in caso di sua manifesta inferiorità. Questi due valori insieme contribuiscono alla formazione di una SANA COMPETITIVITÀ, quale fine fondamentale a cui tendono i principi della presente Carta Etica.
  • Nel relazionarsi con gli altri ogni individuo deve essere mosso da un sentimento di FIDUCIA RECIPROCA verso il prossimo per favorire il rispetto delle opinioni altrui con la consapevolezza che lo stesso trattamento verrà riservato per le proprie.
  • La Carta Etica si fonda anche sul principio di INTEGRAZIONE. Sono infatti favorite tutte le esperienze volte alla realizzazione di una stretta connessione tra bambini, privilegiando la dimensione ludica e creativa dell'Atletica; per attuare questa vera integrazione si vuole incoraggiare l'aggregazione di ragazzi stranieri ed il coinvolgimento dei disabili.
  • L'Atletica vuole assumere la dimensione di sport “SOSTENIBILE” al fine di scongiurare che lo sviluppo fisico ed emotivo sfoci in esasperazioni o aberrazioni, ma tenda sempre a mantenersi equilibrato e rispettoso delle proprie ed altrui aspettative.
 
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commenti

E
Viviamo in un momento storico tale che se dovessi paragonare certi atteggiamenti antisportivi dovrei risalire negli anni bui del medioevo.<br /> Nietzsche si oppone ad una concezione di conoscenza che fa coincidere l'essenza delle cose con le maglie della logica, perché questo tipo di scienza è espressione della paura del «diverso» che<br /> pretende di omologare tutto al già noto, come scrive in questo brano dal «Crepuscolo degli idoli»:<br /> <br /> «Il ricondurre una cosa sconosciuta ad una cosa conosciuta procura sollievo, tranquillizza, soddisfa, ed inoltre dà un sentimento di potenza. Ciò che è sconosciuto dà pericolo, inquietudine,<br /> preoccupazione; il primo istinto si volge ad eliminare questi stati d'animo penosi. Primo principio: una spiegazione qualsiasi è meglio di nessuna spiegazione. Poiché in fondo si tratta unicamente<br /> di una volontà di sbarazzarsi di idee opprimenti, non si è molto difficili sui mezzi per sbarazzarcene: la prima idea con cui l'ignoto si spiega come noto fa tanto bene che la si ritiene per<br /> vera... Così l'istinto di causalità è condizionato ed eccitato dal sentimento della paura. La domanda circa la causa non deve, se è possibile, dare una causa per se stessa ma una certa specie di<br /> causa, una causa tranquillante, liberatrice, producente sollievo. Se alcunché di già noto, di già vissuto, di iscritto nella memoria viene stabilito come causa, ciò è la prima conseguenza di quel<br /> bisogno. Ciò che è nuovo, non mai provato, estraneo, viene escluso come causa».<br /> <br /> Nel processo conoscitivo alla ricerca delle cause interviene dunque una motivazione di tipo morale, legata alla debolezza di chi cerca nella causa solo una possibilità di rassicurazione nei<br /> confronti dell'ignoto: ciò che viene spacciato per verità eterna rispecchia solo la paura che nasce dall'assenza di spiegazione, insopportabile al filosofo metafisico.<br /> <br /> La critica alla filosofia presuppone quindi la critica dei valori morali, e più radicalmente la demolizione del presupposto stesso dell'esistenza del valore, che si trova nella nozione di anima<br /> come luogo dell'accettazione di valori morali metafisicamente determinabili. In contrapposizione alla moralità tradizionale che presuppone l'anima come sostanza razionale, Nietzsche ritiene che la<br /> morale scaturisca solo dal «risentimento» di uomini mediocri che vogliono mortificare la creatività di uomini magnanimi: la morale dei deboli che, legati solo al passato, non sanno vivere l'istante<br /> e perciò meditano la vendetta verso chi vive l'«adesso». Agisce così il «moralista», che parte dalla «cattiva coscienza» della sua rinuncia alla vita, dal suo no detto all'esistenza, per aderire<br /> alla «morale del gregge»: «Mentre ogni morale aristocratica germoglia da un trionfante sì pronunciato a se stessi, la morale degli schiavi dice fin da principio no ad un "di fuori", a un "altro", a<br /> un "non-io"; e questo no è la sua azione creatrice. Questo rovesciamento del giudizio che stabilisce valori - questo necessario dirigersi all'esterno, anziché a ritroso verso se stessi - si<br /> conviene appunto al risentimento: la morale degli schiavi ha bisogno, per la sua nascita, sempre e in primo luogo di un mondo opposto ed esteriore, ha bisogno, per esprimerci in termini<br /> psicologici, di stimoli esterni per potere in generale agire: la sua azione è fondamentalmente una reazione» (da Genealogia della morale).<br /> <br /> Esempio tipico di questo atteggiamento rinunciatario e subalterno è, per Nietzsche, la posizione del prete giudaico e del prete cristiano, che provocano la nascita del «senso di colpa» attraverso<br /> la loro condanna della corporeità e della gioia di vivere: ed è da questo punto che inizia il duro confronto-scontro con la competizione mondiale.
Rispondi
M
<br /> <br /> Una splendida lettura filosofica che potrebbe aiutarci ad innalzarci al di sopra della mediocrità dei moralisti dell'ultima ora e del conformismo del "gregge"!<br /> <br /> <br /> <br />
I
..tutto infinitamente triste. Non ho parole!!
Rispondi

Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

Archivi

Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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Statistiche generali del magazine dalla sua creazione, aggiornate al 14.04.2014

Data di creazione 12/04/2011
Pagine viste : 607 982 (totale)
Visitatori unici 380 449
Giornata record 14/04/2014 (3 098 Pagine viste)
Mese record 09/2011 (32 745 Pagine viste)
Precedente giornata record 22/04/2012 con 2847 pagine viste
Record visitatori unici in un giorno 14/04/2014 (2695 vis. unici)
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