(MC) Il 24 agosto 2014 è stato il sedicesimo giorno di cammino per i nostri due pellegrini siciliani Elena Cifali e Rosario Maccarone, sempre in compagnia di Pedro: laloro tappa si è snodata da Rabanal del Camino a Ponferrada, per una distanza di 35 km.
Ponferrada che rende il nome da un ponte costruito nel XII secolo per consentire ai pellegrini di superare il fiume Sil nel loro cammino verso Santiago di Compostela. è una grossa cittadina di circa 70.000 abitanti, sempre nella Provincia di Leòn.
Poco prima dell'arrivo a Ponferrada, Elena Cifali e i suoi compagni di cammino si sono fermati ai piedi della Croce di Ferro (la Cruz de Hierro), che è considerata - per il suo valore simbolico - uno dei punti più cruciali e significativi del Cammino di Santiago, e qui con gioia hanno compiuto il rituale che tanti pellegrini prima di loro hanno fatto.
Per riprendere quanto scritto ieri, ci sono molti modi diversi di compiere il Cammino di Santiago: ci sono quelli che lo percorrono in bici, altri -più di rado - a cavallo, quelli che vanno a piedi a passo lento e quelli che camminano velocemente. Ciascuno ha le sue motivazioni più o meno profonde, piùo meno consapevoli, il suo progetto, segreto o esplicito che sia. E ciascuno porta con sé il fardello della propria vita, una promessa da sciogliere, un voto da compiere, il desiderio di conoscere se stesso, la voglia di trovare qualcosa, anche se non si sa bene cosa, il desiderio di fare qualcosa in muta condivisione con la persona amata come l'anziana coppia in cammino in cui elena cifali si è imbattuta a meno di 300 km da Santiago.
il Cammino, tra le molte cose, insegna ad essere tolleranti: non solo ci si sbarazza strada facendo dei propri fardelli, ma anche si riempe la propria gerla di cose, di sensazioni, di affetti, di nuove e straordinarie amicizie - per quanto temporanee esse siano. Ed è attraverso il confronto con gli altri, ognuno con la propria solitudine e con la propria diuturna fatica e con le sue motivazioni ogni volta diverse, che ciascun pellegrino impara ad essere tollerante e gentile: una gentilezza che solo il viandante nel suo rispecchiarsi in altri viandanti e negli hospitalieri che incontra lungo la strada può conoscere ed imparare a praticare.
E nessuno dei modi di compiere il Cammino di Santiago può essere sanzionato o criticato. Ha un sapore alquanto fondamentalista e di intolleranza nei confronti delle ragioni degli altri che qualcuno venga a dirci come il Cammino di Santiago debba essere fatto e se debba essere fatto, il come e il perché e il quando.
Ma siccome voglio mantenere alla mia vocazione di psicologo, voglio pensare che coloro i quali sostengono che ci sia solo un Modo per portare avanti il Cammino siano quelli che non l'hanno mai fatto e che forse mai lo faranno e che pensano che, se lo facessero, lo farebbero in questo modo e non in un altro.
E tornando ai nostri pellegrini, loro stanno portando avanti il loro cammino con gioia, aperti agli incontri casuali, all'apertura di nuove amicizie.
( Elena Cifali) Sedicesimo giorno di Cammino da Rabanal del Camino a Ponferrada per 35 km, sempre con Rosario e Pedro.
Anche stasera è arrivato il momento del riposo.
Ho avuto mal di pancia per tutto il giorno e camminare non mi è risultato semplice.
Il mondo di oggi è stato una visione davvero spettacolare. Le montagne si sono parate davanti ai nostri occhi, i fiumi si sono fatti attraversare tramite i loro millenari ponti romani.
Il verde degli alberi faceva a gara con l'azzurro macchiato di bianco del cielo.
La dolcezza della signora anziana che fa il Cammino col marito mi ha lasciato incredula.
Lo spirito dei pellegrini è sempre lo stesso: generoso, gentile, umile.
Ho letto tanto del momento magico che tocca provare ad ogni pellegrino quando si trova d'incanto sotto la croce di ferro.
Finalmente quel momento è arrivato anche per me.
Ho posato il mio zaino vicino la staccionata di legno, ho aperto la cerniera e con gesti lenti -quasi religiosi- ho preso la "mia pietra".
La mia pietra, quella prelevata a 3000 metri sull'Etna, quella che porta il nome di tante persone a me care, quella che racchiude il simbolo dell'amore, adesso giace ai piedi della Croce di Ferro.
Che gioia!
L'ho posizionata vicina vicina ad un piccolo e vecchio crocifisso che per primo ha catturato la mia attenzione.
Ci sono sentimenti che non si possono spiegare e che non voglio spiegare, ognuno li vive a suo modo.
Non ho mai pensato di fare un Cammino di Fede, non ne sarei capace e tanto meno degna.
Il mio è piuttosto un Cammino di gioia, di sane risate, di amici nuovi, di scoperta, di ricerca, di partenza e mai di arrivo.
Avere la presunzione di farmi scuola o di insegnarmi come si fa il Cammino è stupido quanto inutile.
Ci sono modi e modi di vivere questa esperienza, chi può dire che un modo sia più valido di un altro?
Ad ognuno il suo.
Il mio procedere al momento si chiamano strada, cibo e branda.
Il mio sorriso si chiama vita.
I miei compagni si chiamano Rosario e Pedro.
I miei amori si chiamano Ezio e Luca.
Per tutto il resto, al momento, non c'è spazio.
Leggi il resoconto di tutte le tappe
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