Finisterre (Fisterra, in galego, è il toponimo ufficiale) è un comune spagnolo di 4.959 abitanti situato nella comunità autonoma della Galizia. Il suo nome deriva dall'espressione latina Finis terrae, cioè "confine della terra" in quanto il capo Fisterra è uno dei punti più occidentali della Spagna (il primato spetta a Cabo da Nave e a capo Touriñán presso Muxía).
È spesso visitato dai pellegrini che compiono il Cammino di Santiago di Compostela e decidono di prolungare il pellegrinaggio per circa un altro centinaio di chilometri. La tradizione vuole che i pellegrini qui compiano un bagno nell'oceano in segno di purificazione, brucino un indumento indossato durante il cammino stesso e infine raccolgano una delle conchiglie (simbolo che segna il cammino a partire da Roncisvalle) che si trovano su una spiaggia a prova dell'avvenuto pellegrinaggio.

Piove quell'acqua che ti entra dentro, sottile e costante, che gocciolina dopo gocciolina ti bagna fin dentro l'anima.
Scaliamo l'ennesima montagna in un sali e scendi continuo che con lo spuntare del sole ci affascina ancora di più.
Come farò senza tutto questo?
Cosa farò senza la terra, il cielo e la natura di Spagna?
Mi avvicino ad un castagno secolare e con fare gentile lascio scorrere le mani sul tronco. Mi mancherà il poterlo fare tutte le volte che lo desidero.
Poco più avanti una decina di mucche attraversano la strada, una mi passa talmente vicina da poterne sentire l'alito.
E pensare che le mucche mi facevano paura!
Cos'è successo durante questi 19 giorni?
Sono partita dall'Italia da maratoneta con uno zaino di 9 kg, oggi mi ritrovo felicemente pellegrina con uno zaino di 6 kg.
E nel frattempo cos'è accaduto?
Potrei dire ciò che dicono tutti: il Cammino ti entra dentro e ti cambia.
Sì, potrei dire proprio così e voi vi accontentereste di questa spiegazione. In realtà nessuno al mondo, neppure coloro che hanno già vissuto questa esperienza, può spiegare a qualcun altro ciò che si verifica lungo questa via.
Il giorno che tarda ad arrivare, il sole che picchia forte sulla pelle, i volti segnati dalla stanchezza, la fame, il sonno mancato e poi lei: la natura.
Una natura che ti sfida, che ti aiuta e annienta al contempo.
I volti dei pellegrini che giorno per giorno incontri ti sembrano quelli degli angeli che vedi dentro le centinaia di chiese.

Le camerate dove poter dormire che sembrano torri di Babele dove si parlano decine di lingue.
Il russare del vicino di branda, il rumore delle buste di plastica nel cuore della notte.
La nonnina che ti augura buon cammino.
Lo scricchiolio delle foglie sotto le suole.
I sassolini che, a decine, ti entrano di continuo dentro le scarpe.
Rosario che come un angelo custode veglia su di me.
Pedro, uomo gentile e discreto che mi cammina sempre accanto, silenzioso e fiero.
Ho sempre pensato che le persone speciali si sappiano riconoscere fra loro ed ancora una volta la vita me ne dá dimostrazione.
Avevo paura di partire per fare il Cammino di Santiago, oggi ho paura di tornare.
Come farò a riabituarmi alla frenesia della città, alle chiacchiere sconclusionate della gente, al menefreghismo, all'invidia, alla gelosia, ai maltrattamenti psicologici di cui è intessuta la vita quotidiana "ordinaria"?
Come farò a vivere senza indossare lo zaino e il cappello?
Tornare non sarà semplice.
Tornare fisicamente sarà un obbligo, ma per riuscire a tornare mentalmente ci vorrà più tempo di quanto avrei mai pensato.
Il Cammino ti da ciò di cui hai bisogno!
Non mi aspetto che mi capite, mi aspetto che mi comprendiate.
Io, abituata a correre oggi ho bisogno di camminare ancora e poi ancora e poi ancora.
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