Dopo le devastazioni prodotte dall'uragano Sandy e la cancellazione della Maratona "ufficiale" da parte del Sindaco Bloomberg, i maratoneti non si sono fermati e, in maniera informale, migliaia di persone si sono egualmente date appuntamento a Central Park, e per le vie di Manhattan per correre a modo proprio una maratona "non ufficiale", senza pubblico, senza tavoli di ristoro e soprattutto senza un traguardo.
Diciamolo pure: i tanti maratoneti giunti a New York e ritrovatosi improvvisamente "organi" di "mamma" Maratona non hanno voluto sprecare il senso del loro viaggio sin lì e, nel giorno della Maratona, si sono dati appuntamento per dar vita ad un allenamento collettivo, che in qualche modo evocasse l'atmosfera della Maratona.
(Dall'articolo di Stefania Arcudi in America24) "Siamo qui per correre, correremo", Michelle Langevin, maratoneta di Atlanta, non intende arrendersi alle decisioni prese dopo il passaggio dell'uragano Sandy. Il sindaco Michael Bloomberg ha cancellato, per la prima volta nella storia dell'evento, la maratona di New York? Più o meno digerita la delusione, migliaia di maratoneti hanno deciso di correre lo stesso, a Central Park, lungo Park Avenue, la Fifth Avenue e le altre strade di Manhattan.
Da soli, a piccoli gruppi, con o senza il pettorale ufficiale, i corridori hanno deciso di proseguire con il programma iniziale, per quanto possibile.
Soprattutto chi era arrivato da lontano (per esempio numerosi i runner italiani) si è dato appuntamento a Central Park poco dopo l'alba per correre la propria, ovviamente non ufficiale, maratona. Alcuni giri attorno al parco, vari chilometri lungo le vie della città, qualcuno si è spinto anche nel Queens, attraversando il Queensboro Bridge. Lance Svendsen, organizzatore del gruppo Run Anyway (corri comunque), spiega l'iniziativa: "Molte persone vogliono solo finire quello che hanno cominciato", ha detto.
C'è anche chi ha pensato di organizzare una sorta di maratona non ufficiale per beneficenza. Edgar Martinez, ex giocatore di baseball dei Seattle Mariners, e sua moglie Holli hanno chiesto ai maratoneti di correre lo stesso, presentandosi all'angolo tra Columbus Circle e Central Park Drive alle 8.00 del mattino: "Capisco la decisione, ma siamo elettrizzati all'idea di trasformare il rammarico in qualcosa di positivo e utile", ha detto Holli Martinez.
Tra i maratoneti la delusione è palpabile: molti mesi di preparazione sono andati in fumo, senza contare i soldi spesi per organizzare il viaggio, visto che tantissimi corridori arrivano da altri stati americani e dall'estero. Qualcuno prova a spiegare: "Comprendiamo la tragedia di chi ha perso la propria casa o, peggio, un familiare, ma la tempistica della decisione del sindaco è per lo meno opinabile: se avesse annunciato la cancellazione almeno un paio di giorni prima, se non altro avremmo risparmiato i soldi del viaggio", dice Janet Harmer, arrivata dalla Florida con il partner Michael Busby.
Della stessa idea Eduardo Villareal, arrivato dall'Argentina con un gruppo di amici: "Sono d'accordo al 100% con la decisione del sindaco, ma sarebbe stato bello saperlo prima di salire sul volo per New York", ha detto poco dopo avere terminato i suoi quattro giri attorno a Central Park (un giro intero sono circa 9,6 chilometri, quindi quattro giri sono poco meno di 40 chilometri, più o meno la distanza che avrebbe percorso correndo la maratona).
"Sono venuto a correre la maratona del 2001 (due mesi dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre), mi ricordo lo spirito che animava le persone: ci siamo ripresi, la città si è ripresa. Però erano passati due mesi, questa volta solo due giorni, capisco che la gente si potesse sentire offesa", ha detto Ben Hauck, che ha corso la NY Marathon già dieci volte.