Correndo si fanno incontri straordinari, si trovano cose e ci si imbatte in sorprese inaspettate.
E' questo il grande dono che ci regala lo stare sulla strada, perseguendo la nostra comune passione.
Questa - quello dello stare sulla strada - è una delle dimensioni della corsa che sono state sin qui poco esplorate e discusse: è una cosa in più (che prescinde dai valori della corsa come passione sportiva) che allarga gli orizzonti e che arricchisce il gesto atletico di significati più profondi.
Se ci fate caso, una parte importante del proprio tempo ciascun podista la trascorre non solo all'aria aperta, ma spesso e volentieri proprio su di una strada (in tutte le sue possibili declinazioni).
Il podista in qualcosa condivide in questo la natura del cacciatore-raccoglitore del nostro passato ancestrale che per gran parte della sua giornata, camminando lungo i sentieri tracciati sul suo territorio e spesso aprendone di nuovi, alla ricerca di acqua e di altre fonti di appovvigionamento.
Lara La Pera proprio nel periodo di Natale si è imbattuta, mentre si allenava, in uno specialissimo dono e in un incontro capace di modificare la vita e di cambiare le abitudini: un incontro fortunoso che ha avuto però anche una componente quasi fatidica e che, in qualche modo, ripercorre in una velocissima sintesi, il percorso che ha portato il cane a divenire commensale degli Umani.
Tutto nacque, infatti, secondo alcuni etologi dal fatto che nella notte del nostro passato più remoto (forse più di 10.000 anni addietro, secondo alcuni anche prima) qualche bambino, rimasto intenerito dai guaiti di un cucciolo che era stato abbandonato dalla mamma forse morta o ferita, lo volle prendere e portarlo con sè, sino al povero insediamento della sua famiglia e che, da questo primo atto empatico, nacque la joint venture uomo-cane che, meraviglia delle meraviglie, sempre secondo alcune delle teorie elaborate dagli etologi, modulò le emozioni e i sentimenti degli uomini in maniera determinante.
Nello scritto che segue Lara ci racconta il suo primo racconto con il piccolo Whiskey che adesso è divenuto a casa di Roberto e Lara un piccolo re, coccolato, nutrito e riverito...
(Lara La Pera) Il Natale quest'anno ci ha fatto un bel regalo. il 25 mattina correvamo a 10 al km sul lungo mare di Ficarazzi, morti di sonno e con i muscoli ancora indolenziti dal trail del 23 dicembre precedente. Mancava circa 1 km alla macchina e abbiamo notato un cuccioletto di cane, dall'aria sperduta e legato ad una corda ad un palo. accanto aveva solo una ciotolina d'acqua quasi vuota.
Appena l'ho visto ho capito subito che non lo avrei mai lasciato lì...
Robi temeva che lo avessero lasciato in quelle condizioni solo per qualche ora e che, prima o poi, sarebbero tornati i padroni che io definirei aguzzini: povero cucciolo, avrà avuto neanche 2 mesi. E' scoccata subito una scintilla e ho riflettuto che chi lascia un cagnolino così sicuramente non lo ama e non lo tratterà mai bene. La bestiolina tremava forte forte, poverina.
Così di fronte a gli occhi meravigliati di Robi, ancora perplesso ed esitante, con fortissima determinazione, ho slegato la bestiola dalla corda e l'ho portata via con me. Appena siamo sailti in macchina, il piccolo si è addormentato tutto avvolto nel mio giubbotto.
Nessun senso di colpa per aver portato via con me quel cucciolo: piuttosto la certezza di averlo salvato...
Mi chiedo: Come si fa a lasciare una bestiola così indifesa su di una statale, attaccata ad una corda, a morire di fame e di sete? Solo delle "bestie", nel senso peggiore del termine, possono fare una cosa simile. Cosa può muovere degli individui cosi inqualificabili a comportarsi in un simile modo? Cosa pesneserebbe (o sentirebbero) se qualcuno - per ipotesi - facesse la stessa cosa a loro?
E, forse, questa sarebbe una salutare lezione: lasciarli incatenati ad un palo senza cibo e senza acqua per un po' di tempo, per fargli capire si può provare in un simile frangente.
Adesso il cuccioletto è con noi, è stato visitato dal verinario e ha iniziato il suo ciclo di vaccinazioni. In tutto e per tutto lo trattiamo come un re e ieri. Lo abbiamo già portato a fare le prime passeggiatine in montagna e qualche giorni fa ci ha accompagnato nella trasferta siracusa. Magari riusciremo a farlo partecipare alle gare del del circuito Ecotrail Sicilia del 2013!
Abbiamo deciso di chiamarlo Whiskey. Perchè? La risposta è semplice: è dello stesso colore della bevanda...
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