Bruna Scalamera, "camminatrice profonda", ha scritto e pubblicato nel 2009 (per i tipi di Liberodiscrivere) il volume "Camminatori di Dio", riversando nelle sue note diaristiche le sue esperienze di cammino e di scoperta, attraverso la pratica del camminare profondo, della propria interiorità
"A chi cammina non si muovono solo gli astratti pensieri nel cervello, ma si mettono in movimento carne e sangue, così le sapienze inconsce depositate negli organi possono mobilizzarsi, montare in alto e riaffiorare nella coscienza" - così scriveva l'esperta di fiori di Bach Mechthild Scheffer, qualche anno fa.
E il libro di Bruna Scalamera, di tale assunto, è una vivida prova.
Bruna ha camminato fino a Santiago in quaranta giorni nel 2003, scrivendo un diario molto profondo, pieno di riflessioni intime, ma anche condivisibili.
Ha poi rivisto il diario e lo ha pubblicato nel 2009.
Per i camminatori appassionati e per i pellegrini interessati ai sentimenti lungo il Cammino è una bella lettura, anche se 425 pagine scritte fitte sono davvero un po' tante.
Bruna ha preso consapevolezza del potere del camminare.
A metà del suo viaggio ha sperimentato un'esplosione emotiva, e con un commento inserito un anno più tardi dice di questo suo cambiamento in atto: "Di giorno in giorno ero interiormente sempre più aperta, ma ne ero consapevole solo fino ad un certo punto. In effetti attraverso il varco entravano ed uscivano sempre più cose. Entrava la Vita, nei suoi molteplici aspetti".
Lei si è sentita sin da subito subito "camminatrice di Dio", e sicuramente non nel senso confessionale del termine.
Il suo libro è il diario di una credente, ma - soprattutto - è il diario di una donna profonda, capace di leggere dentro di sè e dentro le persone che andava incontrando lungo il cammino. Perchè, come dice lei, "...il vero piacere risiede nel profondo".
Dal risguardo di copertina
Un giorno, improvvisi, lo sguardo e il cuore si levano al cielo per cogliere un suono che invita ad un movimento diverso: è la vocatio. Allora, zaino in spalla, si parte en quête, come i cavalieri erranti, come i pellegrini di ogni parte e di ogni tempo, pronti ad un viaggio
di trasformazione interiore.
Facilmente ci si ritrova sulla Via Lattea, verso Santiago de Compostela e oltre, verso Finisterra: essenziale cammino di fede, esso nutre e tempra la naturale dimensione cosmica, spirituale dell’Uomo.
Da questo momento si diventa “pellegrini” per antonomasia - come ricorda Dante - Camminatori di Dio sempre, dentro e fuori del Camino: la ricerca di Sé, del senso della Vita, di Dio, non ha più fine.