(Maurizio Crispi) Anche se i puristi del Trail e dell'Ultratrail (e le loro inevitabili frange fondamentaliste) sostengono che il Magraid non sia un trail "vero" perchè mancano le forti impennate altimetriche, ci si troa di fronte, analizzandoone ne accuratamente l'anatomia ad una gara ardua e difficile, che può essere paragonata (anche se in scala ridotta) ad una Marathon des Sables.
Gli atleti devono infatti confrontarsi con condizioni climatiche difficili, come il caldo estremo che pone problemi di disadratazione e che mette a rischio di colpi di sole/calore (a seconda dell'umidità dell'atmosfera) e con un terreno difficilissimo.
Le pietraie dei due due fiumi che formano una vera e propria steppa desertica, infatti, non solo impongono agli atleti un continuo stress per cercare di mantenere andature elevate, in assenza di sentieri tracciati, ma devono anche subire temperature elevatissime sia per la scarsa ventilazione sia per l'accentuata irradiazione della luce solare che rimbalza dai sassi prevalentemente bianchi.
Una valida prova conferma di tali difficoltà i numerosi ritiri che si verificano nel corso del "tappone" di 55 km.
Il Magraid è un Trail con T maiuscola e sarebbe bello se anche i trailer votati alla montagna più quotati lo degnassero di attenzione.
Troverebbero certamente pane per i loro denti e si renderebbero conto che il cimento è arduo anche in assenza di significativi dislivelli altimetrici.
Del resto è soltanto un'interpretazione fondamentalista e restrittiva pensare che una gara trail debba avere significativi dislivelli altimetrici.
La parola inglese "trail", infatti, significa semplicemente "pista" o anche "percorso su terreni disagiati" ed è già restrittiva una formulazione di questo tipo rinvenibile su Wikipedia che fa: "Il trail running è una variante della corsa che differisce da quella su strada e su pista, in quanto generalmente si svolge su percorsi normalmente utilizzati per l'escursionismo, in particolare in montagna. Questi percorsi si snodano su sentieri inaccessibili per diversi chilometri, di solito, per l'inizio e la fine dell'escursione ed attraversano colline, montagne, altopiani, boschi ed in generale remote zone naturali. La natura stessa del percorso rende il trail running particolarmente impegnativo sia per il profilo altimetrico che per la tipologia di terreno sconnesso sul quale si corre. Le gare di trail running più lunghe sono definite ultratrail".
La componenete "montagna" e lo spiccato dislivello altimetrico complessivo non devono essere considerate le ineleminabili componenti del trail running, poichè bisogna anche tenere conto di altre varianti altrettanto fondamentali come la natura del terreno (la presenza di fondi di roccia, sassi, sabbia, fango, prati scivolosi) e delle condizioni climatiche.
Nessuno, infatti, oserebbe contestare l'appartenenza della Marathon des Sables alla tipologia degli Ultratrail a tappe, benchè in tale gara siano assenti di norma spiccati dislivelli altimetrici.
Il Magraid, per quanto in scala ridotta (in tre giorni si percorrono 100 km, con un tappone centrale di 55 km), è una gara ultratrail con tutti i crismi che si avvicina alla tipologia delle gare trail nei deserti.
Alla fine della gara sono stati molti ed entusiastici i commenti dei finisher, anche tra coloro che avevano sperimentato numerose gare trail ed ultratrail, ma i più significativi sono stati quelli di alcuni che, in passato, anche partecipato da finisher alla Marathon des Sables.
Dai commenti viene fuori la forte idea che il Magraid sia un'esperienza di vita forte ed intensa che forgia gli individui, facendoli diventare "magraider", cioè persone che - in qualche modo - si sono conforontate con un "rito di passaggio", superandolo.
Si potrebbe aggiungere, a mo' di massima: "Correre non sarà più la stessa cosa, dopo la partecipazione ad un Magraid". Così come il portare a termine una Marathon des Sables acquisisce in qualche modo le connotazioni di una prova iniziatica.
Per questo motivo i neofiti del trail pur affaticati e stressati hanno espresso dei pareri entusiastici.
Per esempio, Elisabetta Gaia Zamaroni, componente della 2^ squadra classificata ha detto: "Indipendentemente dal significato della parola Trail, io credo che Magraid debba essere provata almeno una volta nella carriera di un podista. Perché non è una semplice gara, bensì un'esperienza di vita. Un vulcano di emozioni. Che tutte le parole del mondo non potranno mai descrivere. Perché solo correndo questi 100 km si può' vivere questo sentimento che ti catapulta letteralmente in un altro mondo. E se hai la capacità, la forza di volontà di diventare Magraider, si torna a casa con la consapevolezza di non essere più' gli stessi. Perchè è un percorso con noi stessi, una meditazione profonda che disorienta. E che ti fa crescere. Sulla strada del ritorno a casa un misto di malinconia ti accompagnerà sempre. E' come quando si è fatto un bel sogno. Ti svegli che sei felice, ma dispiace così tanto sia finito".
E Paola Sanna, membro dello stesso Team, aggiunge: "Concordo pienamente con Elisabetta quando scrive che la 100 km del Magraid debba essere provata da tutti almeno una volta! Così come il Passatore, il Magraid ti lascia un segno indelebile proprio dentro. Ti scolpisce nel cuore che, come nella vita, ci sono momenti di grande difficoltà dove il traguardo sembra lontanissimo o addirittura impossibile da raggiungere, ma che - con la propria forza interiore che si trova scavando dentro di sé e grazie all'aiuto delle persone più care a noi che ci sostengono sempre e comunque, dandoci un'energia che nemmeno noi sapevamo di possedere - si raggiunge la meta finale. Qui poi le emozioni non hanno limite e non si possono nemmeno descrivere... bisogna solo viverle"!
Nella foto (Maurizio Crispi): La squadra di Paola Sanna (Montini Icarus team) che si classificherà seconda nella gara a tappe, classifica a squadre), al 9° km di gara, nella terza tappa del Magraid 2012 (15-17 giugno 2012) all'inizio del percorso lungo le sassaie del fiume Meduna, nel punto in cui ci sono i riaffioramenti dell'acqua e che viene chiamato dalle persone del luogo "Meduna Beach" (infatti, qui, sono sempre numerosissimi nei giorni di festa, i bagnanti e gli amanti della tintarella.