Si è svolta tra il 14 e il 15 luglio la 2^ edizione del Marathon trail Lago di Como, con una doppia offerta: per i trailer "duri" la gara individuale di 106 km- 6300 mt D+ (MaratonTrail del Lago di Como "Classico", cui era possibile iscriversi come staffetta) e per i trailer più morbidi la distanza di 35 km (il "Supercorto", individuale oppure aperto a special team uomo+cane).
Ha partecipato Maria Ilaria Fossati (Road Runners Club Milano), vincitrice nell'edizione 2011 del "Supercorto", ed ecco il suo racconto.
Per la cronaca, Maria Ilaria Fossati si è classificata 18^ assoluta ed è stata terza sul podio femminile con il crono di 19h54'51.
Il primo posto femminile è stato appannaggio di Simonetta Castelli (GS Altitude), 12^ assoluta con il crono di 19h07'37, mentre sulla seconda piazza del podio è salita Giuliana Arrigoni (3 Life), 17^ assoluta con il crono di 19h45'23.
(Maria Ilaria Fossati; fonte: sito web del Road Runners Club Milano) Della prima edizione 2011, in cui ho fatto il percorso da 36 km, ricordo l'emozione della vittoria, l'orgoglio, la soddisfazione e la festa che mi hanno fatto tutti.
Quest'anno, in preparazione ai Mondiali 24 ore, qualche trail lungo ci stava: sperimentare il disagio, la notte, la stanchezza, allenare la resistenza mentale alla fatica sono aspetti fondamentali anche se la corsa in montagna non è propriamente assimilabile a quella su strada.
Gli organizzatori poi mi avevano coccolato per tutto l'anno, offrendomi anche l'onore di avere il pettorale numero 1 (Wow! proprio come quelle vere!) nell'edizione successiva e quindi senza indugio ho scelto il trail lungo.
Non amo descrivere i percorsi delle gare perché in fondo bisogna solo esserci e provarli.
Un trail vicino a casa, che parte da Como, passando per Campione d'Italia, Argegno arrivando poi a Menaggio: alcune salite davvero ripide, dei veri e propri "muri" come quello che sale da Campione a Sighignola: un km verticale che si sviluppa in 4,5 km di tracciato.praticamente è una parete, fatta sotto un sole implacabile e la maledizione di Minosse.
Arrivi in cima, trovi un piazzale, le auto, le turiste olandesi col gonnellino, tacco 8 e cocacola ghiacciata e ti chiedi se sia uno scherzo... o cosa? Poi scopri che si poteva salire sin qui in macchina!
E' stato forse in questo momento che ho invocato un po' d'aria (non una tempesta) e qualche nuvola (non l'uragano.)
Ben presto (ero a Lanzo d'Intelvi) inizia a piovere sempre più forte, un lungo temporale di 5 ore, a tratti violentissimo. L'importante è essere ben attrezzati, e purtroppo ho visto molti atleti senza criterio né buonsenso.né rispetto per chi poi mette a rischio la propria vita per recuperare chi si fa male in montagna.
Nel momento peggiore, mentre attraversavamo un crinale completamente esposto, senza un albero, si è scatenato l'inferno.
40 minuti di grandine violenta, grossa come sassolini, nessun riparo e la montagna che franava morbida sotto i nostri piedi.
I sentieri erano diventati torrenti, i tombini saltati.
Vicinissimo a me fulmini ovunque, tanto che decido di nascondere i bastoncini metallici piegandoli sotto il k-way.
Non possiamo tornare indietro, il rifugio è troppo lontano, si deve scollinare la cima del M.Te Crocetta e scendere, non c'è scelta.
Qualche livido sulla mano che protegge il viso e sulle ginocchia, le sole parti esposte ai sassi-dal-cielo.
Siamo stati fortunati, anzi: siamo stati graziati. sono arrivata ad Argegno sana e salva, mi sono cambiata interamente e sono ripartita per l'ultima tappa, quella notturna.
La tensione restava alta, dopo quello che avevamo passato. Vedevo animali selvatici ovunque, addirittura un gruppo di 3 cinghialetti che mi hanno provocato una crisi di panico (lo ammetto..). Anche le mucche che dormivano nella notte mi sembravano minacciose..la mia capacità di accogliere imprevisti si era esaurita sotto la grandinata!
Di questa edizione 2012 ricorderò soprattutto la paura, il terrore puro di rimanere su quella cima Crocetta, in mezzo ai fulmini e alla grandinata a sassi. Non si sente la fatica, il dolore: si corre all'impazzata verso il basso, verso un riparo...poi si continua, si affronta la notte, finalmente serena.
E' stata un'esperienza bellissima, ancora una volta un grande insegnamento. La forza selvaggia e distruttiva della natura, la sua energia pura e primordiale..i lampi che squarciano il cielo nella notte. La luce, il buio.....la solitudine e la meraviglia davanti ad uno spettacolo che pochi possono ammirare. Poi alle 3 di notte un sorriso, un fantasma con la mantellina rossa mi accoglie... "benvenuta sulla Cima Tremezzo". Sono sempre i sorrisi, a volte anche di uno sconosciuto, a modificare le sorti di una giornata, di un'impresa...che non dimenticherò facilmente!
Dalla Cima Tremezzo a 360 gradi, uno spettacolo mai visto: lontani temporali su tutta la Lombardia e la Svizzera, lampi che tagliavano in due l'orizzonte ed illuminavano il lago per una frazione di secondo.
Poi ancora il buio ed il vento che soffia in vetta. Uno spettacolo meraviglioso.
Grazie a Matteo Molinari, l'organizzatore, che al traguardo mi ha fatto subito cambiare idea. Avevo giurato "mai più trail"...ma concedetemi il beneficio della paura: l'ho detto con le dita incrociate.
Alla prossima.
Classifica percorso "Classico"
Classifica percorso Supercorto
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