A sorpresa, Elena Cifali ci ha regalato un bel contributo sulle motivazioni più profonde che ci spingono a correre la maratona. Si pottebbe dire tanto su di esse e ci si potrebbe scrivere un intero trattato. Ma lei ha deciso di dare a queste sue considerazioni un taglio del tutto particolare, ponendo in relazione il sesso e l'orgasmo, con le emozioni che si provano a preparare, correre e terminare al traguardo una maratona.
Il suo raffronto non è tanto ardito se si considera che nelle attività sportive agonistiche, il raggiungimento dell'obiettivo che si prefigge di rispondere comporta un'attivazione del nostro reward system cerebrale, elicitando un'iperincrezione di dopamina (che è lo stesso mediatore implicato dall'assunzione di cocaina)nello spazio sinaptico di alcune aree grigio del SNC con la relativa stimolazione dei centri detti "del piacere".
Ciò è stato messo a punto nella orto-filogenesi del nostro sistema nervoso centrale per accrescere l'efficacia dei processi di apprendimento e per rinforzare le reazioni neuromotorie positive.
In più, c'è da aggiungere che in tutti gli sport di lunga durata si attiva in modo notevole il sistema endorfinico che pure porta - anche se per vie diverse - ad una stimolazione dei centri del piacere.
A completamento di quanto scritto da Elena Cifali, c'è anche da dire che - secondo la formulazione latina - accada che "post coitum omne animal triste [est]": ciò ha una base reale, nel senso che la risposta dopaminergica di cui si è detto implica un temporaneo svuotamento delle vescicole pre-sinaptiche di quelle aree deputate all'apprendimento e, quindi, un possibile rebound di tipo depressivo.
Questo fenomeno è alla base dell'iterazione successiva dello stesso comportamento: si cerca di rinovellare l'esperienza di quel piacere sperimentato prima, combattendo al tempo stesso la reazione depressiva conseguente all'eccitazione orgasmica elicitata dal raggiungimento del traguardo.
In ciò risiede in nuce il fatto che dopo aver corso una maratona, se ne vorranno correre molte altre, ancora ed ancora, ed anche quell'altro fenomeno di desiderare di andare alla ricerca di esperienze ancora più impegnative, che diano delle stimolazioni più forti ed intense.
(SuperElena Cifali) Ieri mattina, dopo un allenamento in pineta, ho incontrato un amico che mi ha chiesto quale gara io stia preparando.
“La maratona!” rispondo ridendo.
“Ormai ti sei fissata con le maratone”, ha replicato lui, sorpreso.
E come dargli torto! Sì, ormai mi sono fissata: la maratona è una passione.
Una passione nel senso più stretto ed erotico del termine.
Proprio come il sesso, dopo averla provata la prima volta non riesci più a farne a meno. Ti rimane un pensiero fisso e spesso accade che qualsiasi gesto tu faccia durante il giorno o durante gli allenamenti sia indirizzato esclusivamente a quello scopo.
La maratona o il sesso potrebbero essere la stessa cosa.
Ed è inutile che alcuni di voi strabuzzino gli occhi: sfido chiunque a darmi torto o a smentirmi.
Il tutto si svolge con una similitudine a dir poco preoccupante: preliminari/rapporto/orgasmo.
Preliminari. Preparare una maratona significa allenarsi quasi esclusivamente per 3-6 mesi. Significa accarezzare dolcemente l’idea di quello che si farà. Significa sognare ogni minimo movimento del corpo, nulla può essere lasciato al caso, seppure in realtà tutto si svolgerà seguendo il solo istinto. Come durante i momenti che precedono un rapporto sessuale, quando ci troviamo davanti alla linea di partenza l’adrenalina si impossessa di noi, tutti i nostri muscoli lavorano all’unisono, le pupille si dilatano, la frenesia e l’eccitazione arriva alle stelle, siamo un ammasso di nervi che non vede l’ora di sciogliersi.
Rapporto. Dopo mesi e mesi di preparazione finalmente arriva il fatidico momento. Diamo il meglio di noi stessi, corriamo, ci agitiamo, cerchiamo di non perdere il ritmo, ogni tanto (ai ristori) ci fermiamo, beviamo e mangiamo per poi riprendere rinfrancati dalla nostra sosta. In questi momenti la mente viaggia leggera, sopraffatta da solo pensieri positivi - già perché nella maratona, come nel sesso, un solo pensiero negativo comporterebbe la famigerata “cilecca”- e noi, dopo tanto lavoro non vogliamo che ciò accada. Ma, il destino è beffardo, la mente si diverte a prenderci in giro e allora, di tanto in tanto, qualche brutto pensiero, qualche preoccupazione riaffiorano, aprono la porticina della nostra testa ed iniziano a martellarci con stupide e fuori luogo osservazioni. Il risultato è terribile, nella maggioranza delle occasioni comporta il ritiro dell’atleta dalla gara o il fallimento del rapporto sessuale, con grande avvilimento sia nostro che della nostra squadra (o compagno).
Se riusciamo a tenere a bada le nostre preoccupazioni, tutto fila liscio come l'olio e, gesto dopo gesto, passo dopo passo ci avviciniamo con gran godimento al traguardo.
Orgasmo. Ci siamo dimenati, ci siamo divertiti, abbiamo corso, ora la linea del traguardo è molto molto vicina. Ancora di più, facciamo attenzione a che tutto fili liscio, l’ultimo tratto di strada è solitamente il più bello, quello dove nei nostri occhi e sulle nostre labbra si accende il sorriso. Acceleriamo, il passo si fa d’incanto più leggero, ci muoviamo in completa sincronia ed il nostro livello d’eccitazione raggiunge l’apice proprio davanti alla linea del traguardo. L’attraversiamo ed è in quel momento che raggiungiamo l’orgasmo podistico. Aaaah! Che liberazione, che felicità che sensazione unica ed impareggiabile!
Siamo stanchi ma l’unica cosa che desideriamo è ricominciare d’accapo.
Mio caro amico, hai ragione, ormai mi sono fissata con la maratona.
Buona maratona a tutti!
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