L'altro giorno, il 18 novembre 2012, durante la Maratona internazionale Città di Palermo, è morto quasi sul colpo un podista impegnato nella distanza della Mezza maratona, a pochi chilometri dal traguardo.
Poco più di un mese prima, durante una gara di trail nel Parmense, un podista è deceduto per infarto, mentre gareggiava sulla distanza corta di 23 km, tra le due previste dal regolamento.
Poco più di un anno fa un mio caro amico, runner molto conosciuto nel mondo del podismo amatoriale a Palermo, è stato colto da malore mentre si allenava nella Villa accanto allo Stadio comunale di Palermo e, soccorso tardivamente (il luogo era praticamente deserto), è rimasto a lungo in coma in terapia intensiva per morire di una complicanza polmonare qualche mese più tardi.
Analoga sorte è toccata ad un podista impegnato in un'ecomaratona siciliana lo scorso giugno (2012).
Si muore: di questo si deve prendere atto e si muore a prescindere del fatto che si stia facendo o meno una gara podistica o un'attività sportiva.
E' come se l'orologio di ciascuno fosse settato in un certo modo, cosicché, in alcuni casi, scatta il momento irrevocabile.
Bisogna prendere atto di ciò e riflettere sul fatto che forse soltanto la fede (o l'accettazione del principio dell'impermamenza) possono aiutarci a farci ragione di ciò che accade, una volta sgombrato il campo da eventuali negligenze ed omissioni.
Tutto il putiferio mediatico che accade quando simili eventi si verificano in manifestazioni pubbliche deriva in gran parte da un atteggiamento di rifiuto nei confronti della morte in quanto evento che fa parte della vita.
E siccome si rifiuta ciò che accade, quando ha la cifra dell'irrevocabilità, si cercano sempre delle responsabilità altrui, applicando tutte le proprie forze per identificare un colpevole, come se - così facendo - si possa in parte fugare l'ansia che ci coglie di fronte all'irrevocabilità e al senso assoluto di una morte.
Proprio in concomitanza dell'evento di Palermo un altro fatto luttuoso nel mondo dello sport si è verificato, questa volta a Genova.
Si tratta della morte improvvisa di una ragazza sedicenne che sognava di diventare ballerina, deceduta proprio mentre danzava sul palco, preparandosi ad uno spettacolo di una certa rilevanza.
Ecco la notizia.
(ANSA.it) Sognava di diventare ballerina professionista. Invece la sua vita è finita per questo, danzando: Martina B., una ragazza di 16 anni, è morta a Genova sul palco di un teatro, preparandosi per un'esibizione da portare in scena a Natale. La tragedia si è consumata nella serata di sabato, sul palco del Von Pauer, un piccolo teatro nel quartiere Marassi, adiacente alla palestra e scuola "Immagine Danza", dove Martina aveva studiato danza per tutta la vita. La ragazza era a lezione per provare con le colleghe uno spettacolo in preparazione, "Stelle Danzanti", che avrebbe dovuto andare in scena a Natale, per poi essere trasmesso anche in tv.
Mentre stavano verificando le luci, Martina sul palco stava provando un esercizio quando ha accusato un malore e all'improvviso si è accasciata a terra. "Pensavo fosse solo svenuta - ha raccontato l'insegnate, Viviana Pozzolo, testimone diretta della tragedia -. Invece non si è più ripresa".
L'insegnante ha dato subito l'allarme e sul posto sono intervenuti i medici del 118 che hanno trasportato d'urgenza la ragazza in ospedale.
E' morta per arresto cardiaco mentre si trovava sull'ambulanza. I medici prima in ambulanza e poi al pronto soccorso hanno tentato per più di un'ora di farle riprendere il battito, senza riuscirci: il decesso è stato constatato intorno alle 22,00.
Scontata l'apertura da parte della Procura di un'indagine per capire le cause del decesso. Martina era piuttosto nota nell'ambiente della danza moderna.
Nonostante la giovane età, Martina vantava già alcuni tour a livello nazionale, e aveva alle spalle anche alcune apparizioni televisive. "Era la più brava di tutte - ha detto Viviana Pozzolo -. Il suo sogno era di fare la ballerina professionista. Viveva per la danza. Era una ragazza solare e divertente. Piena di vita. Non riesco ancora a crederci". Martina studiava danza da quando aveva 4 anni. Aveva iniziato con la danza classica per poi passare a quella contemporanea e moderna. Per affinare le sue doti aveva anche seguito per due anni lezioni di ginnastica acrobatica.
Al suo attivo pure un tour "da professionista" con lo spettacolo "Jesus Christ Superstar" della T&M Live Liguria Art Show.
Il profilo di Facebook di Martina è stato inondato da migliaia di messaggi di cordoglio: lettere, post, canzoni. Amici, compagni ma anche semplici conoscenti che hanno voluto dare alla loro maniera l'ultimo saluto a Martina
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