Esce con la casa editrice Limina un volume di ricordi e aneddoti di Pietro Mennea, nella forma d'una lunga intervista (suddivisa in numerosi capitoli) resa al giornalista Daniele Menarini, condirettore di "Correre". In questo libro, dal titolo "La corsa non finisce mai", il Campione Olimpionico di Mosca '80 ed ex Recordman del Mondo sui 200 metri piani (ma tuttora detentore del Record europeo), racconta la sua vita, quella leggendaria sulle piste d'atletica e quella per certi versi ancora più significativa trascorsa fino ad oggi tra l'Università, come studente prima (quattro lauree) e come docente tuttora, al Parlamento Europeo (una Legislatura), nell'ambito della Professione di Avvocato e Dottore Commercialista e nell'impegno filantropico in qualità di co-Fondatore e Presidente della Fondazione che porta il suo nome.
Il volume è interessante e ricco, perchè - come sa bene chi ha avuto la fortuna di ascoltare direttamente Pietro Mennea durante uno dei suoi numerosi interventi pubblici - è un personaggio che ha tanto da raccontare, in termini di storie ed aneddoti, con una apertura di grande profondità sul senso della vita e sull'impegno che ciascuno deve cercare di profondervi nel corso della sua esistenza.
Il titolo è evocativo di uno dei pilastri portanti della filosofia di vita di Pietro Mennea, di quella filosofia che lui stesso ha operosamente applicato nel corso della sua essitenza da sportivo e da uomo: anche quando si finisce con l'essere praticanti di una qualsivoglia attività sportiva, quella tensione applicata agli obiettivi dello sport deve permanere ed essere indirizzata, perchè rimangono ancora molti traguardi da raggiungere.
Pubblicato nella Collana Storie e Miti per Lìmina, il libro è anche prenotabile tramite email (ilrecord1972@gmail.com).
Sintesi del volume. Carattere forte, introverso, ostinato, Mennea deve i suoi successi sportivi, oltre che allo straordinario talento innato, al lavoro duro e alla tenacia ferrea di un allenamento costante e quotidiano, che gli consentivano di fronteggiare atleti più potenti e "modellati", lui ragazzo dal fisico mingherlino. In quel periodo magnifico, agli appuntamenti importanti, lui c'era sempre. Oro ai Giochi del Mediterraneo del 1971, nel 1972 partecipò alle Olimpiadi di Monaco dove vinse il bronzo nei 200 metri. Ai Campionati europei di Roma del 1974 arrivò davanti a tutti nei 200 metri e nella staffetta 4x100. Agli Europei del 1978 a Praga nei 100 e nei 200 metri. Quest'ultima era la sua specialità preferita, dove poteva far emergere la sua accelerazione nel finale, la sua velocità di punta, impossibile. Nel 1979 a Città del Messico, durante le Universiadi, con 19"72, realizzò il record del mondo nei 200 metri, primato che resisterà fino al 1996. Poi, nel 1980, l'oro olimpico di Mosca: sul filo del rasoio dopo una rimonta prodigiosa. Il 22 marzo 1983 stabilì anche il primato mondiale dei 150 metri piani, con 14"8, che resiste tutt'oggi. Uno dei più grandi atleti del nostro sport, resta anche uno dei più amati, oltre che per le eccezionali imprese, per il coraggio e l'impegno incrollabile: "Esiste un solo modo per sapere se si fallirà o si vincerà: provarci".