(Elena Cifali) Di persone ne conosco tante, tante davvero, al punto che ormai non conto più le figuracce che faccio quando non riconosco qualcuno. Tra tutti coloro che posso definire amici c’è anche Rosario Catania, Ros.
Ho conosciuto Ros lo scorso febbraio. Dopo aver letto di lui, delle sue imprese e del tentativo di Guinnes Word Record che si accingeva a battere non potei fare a meno di cercarlo. Lo contattai tramite facebook e solo allora scoprii che abitavamo molto vicini. Uno stretto giro di messaggi, una telefonata e subito dopo il nostro incontro. Un incontro da veri atleti oserei dire. Niente di formale, solo scarpette, pantaloni, maglietta e bastoncini. Una stretta di mano e “piacere sono Elena”, “piacere mio sono Rosario”.
Iniziammo da subito ad allenarci, il medesimo giorno. Da Nicolosi all’osservatorio di Piano Vetore, camminammo in salita io da una parte della carreggiata e lui dalla parte opposta. Gli avevo chiesto di insegnarmi ad usare il corretto utilizzo dei bastoncini ed in cambio gli avrei fatto compagnia durante i lunghi ed estenuanti allenamenti di endurance, anche in notturna.
Così fu!
Io e Rosario iniziammo ad allenarci insieme costantemente, lunghi su lunghi, di camminata ed anche di corsa. Ognuno dei due aveva un obiettivo e senza parlare, concentrati, a testa bassa, assorti nei rispettivi pensieri portavamo a termine le nostre sfide, costruivamo il nostro futuro, gettavamo le basi per la buona riuscita delle nostre imprese. Io all’epoca mi allenavo per l’imminente 100 km del Passatore che avrei dovuto correre l’ultima settimana di meggio.
Non fu necessario parlare molto di noi, era come se ci conoscessimo da sempre, sentivamo le stesse emozioni e ci nutrivamo delle stesse passioni.
I mesi passarono in fretta e il giorno del record arrivò prima che potessimo renderci conto che la nostra amicizia si era consolidata e diventata importante.
Rosario riuscì nel suo tentativo di GWR. Ci riuscì grazie alla sua capacità e anche grazie ad un team fatto di persone speciali. Oggi posso dire con fierezza che anche io sono parte del suo team.
Alcuni giorni fa, preso dall’emozione e dalla fierezza, mi mandò questo scritto che col suo permesso ho il piacere e l’onore di condividere con tutti voi, con tutti coloro che avranno voglia di leggerlo.
Cosa mi ha insegnato Ros?
Mi ha insegnato che i sogni vanno cercati, costruiti ed infine vissuti affinchè si realizzino.
Grazie Rosario.
Ed ecco lo scritto emozionante di Rosario Catania, con le sue considerazioni, bilanci, ringraziamenti.
"LONGEST MARATHON NORDIC WALKING "
Guinness World Record Attempt
(tentativo di record nella specialità Camminata Nordica)
Dal 28 aprile al 1 maggio 2014
Nicolosi centro sportivo pineta Monti Rossi (CT)
Dal 28 aprile al 1 maggio 2014, io Rosario Catania, già titolare della più lunga maratona internazionale " Endurance Walking" con 215 km percorsi in 48 ore, su una pista sintetica di atletica, ho tentato di battere il Guinness World Record (GWR) nella specialità Camminata Nordica, definito come Longest Marathon Nordic Walking.
La prova è stata effettuata dentro lo stadio sportivo Monti Rossi nel comune di Nicolosi (Catania - Italy).
La sfida era camminare ininterrottamente, per almeno 67h e 17 minuti, con 5 minuti di pausa ogni ora di camminata effettiva (o cumulativi ), come previsto dal regolamento di GWR. Tre giorni e tre notti di resistenza al sonno, alla stanchezza, sfidando se stessi e i propri limiti. Per realizzare questo record è stata necessaria una quantità incredibile di risorse e una capillare organizzazione. Ma la domanda a cui io stesso volevo darmi una risposta era questa: cosa ispira le persone a raggiungere un livello di prestazioni cosi elevate? Per capirlo profondamente non mi restava altro che tentare la madre di tutte le sfide, il Guinness World Record!
Ho tentato questo record per spingere i miei limiti ancora piu' avanti, verso zone ignote, e per me non vi era riconoscimento più elevato che essere un Guinness World Record Holder nel Nordic Walking, un sport che amo profondamente e che ho adottato come stile di vita. Ho sempre considerato il GWR come la madre di tutte le sfide, quasi irraggiungibile, ma sentivo di essere pronto per tentare ufficialmente questa magnifica impresa. Volevo dimostrare a me stesso che potevo aggiungere qualcosa di molto speciale nella mia vita, e man mano che organizzavo tutta la formazione associata all'evento e la logistica, ho iniziato a capire la grandezza del compito che mi attendeva.
Per ottenere i migliori risultati mi serviva un' ispirazione, qualcosa di estremamente coinvolgente, un modello da seguire. Sono una persona competitiva e amo le sfide, e ne ho avuto conferma quando ho conosciuto Manfredi Salemme.
Lui è un amico, un modello da seguire, qualcuno per il quale nutro un profondo rispetto. Mi avviò al nordic walking anni fa ed è stato il mio allenatore durante i primi tentativi. Manfredi ha speso la sua vita camminando per le cause importanti, come le malattie che colpiscono i bambini. Ho imparato da lui la generosità nello sforzo e sopratutto, che una sfida, non dovrebbe mai essere limitata solo alle prestazioni personali ,ma deve essere utilizzata per aumentare la consapevolezza nelle cause importanti. In generale, credo che tutti noi dovremmo avere mentori e modelli di ruolo nella vita , e dovremmo sforzarci di assomigliargli. A volte non sono facili da incontrare , e spesso apprendiamo le loro gesta dai libri o nelle notizie. Se siamo fortunati possiamo incontrarli e trascorrere del tempo con loro.
A me e' successo con Manfredi. Ho un passato come atleta competitivo e ho praticato trekking, speleologia e recentemente il Nordic Walking. Ho raggiunto importanti traguardi noti a livello internazionale, come il record per la più lunga maratona "Endurance Walking" con 215 km in 48 ore. Era il maggio del 2013. Mi alleno periodicamente con Endurance da 24 ore, ma da 24 a 48 ore cambiano molte cose, e raggiungere questo traguardo è stato un passo importante e particolarmente difficile. Alla fine della prova mi sentivo ancora in grado di proseguire il cammino per un altro giorno, e in quel preciso momento, ho capito che ero pronto per tentare la Longest Marathon Nordic Walking di GWR.
La cosa più difficile da imparare era combattere la mancanza di sonno. Dopo 36 ore cominciano le allucinazioni ed è sempre più difficile rimanere nella realtà e sopratutto in piedi! Ricordo di aver visto cose che non erano reali, come segnali stradali di STOP trasformati in pizze (la fame è anche difficile da gestire). Vien da ridere leggendo queste cose, ma c'è una zona grigia tra la coscienza e il sogno, dove l'estremo camminatore rimane per molte ore durante la sua performance. Un'altra cosa difficile è combattere il dolore fisico. Vesciche e dolori muscolari sono a volte insopportabili. Così, alla fine, tutto si riduce alla forza mentale e alla propria capacità di resistere alla pressione e al desiderio di sdraiarsi e dormire. Tutto ciò è particolarmente più intense, quando si fa in spazi relativamente ristretti, come dentro un anello di atletica, lungo solo 400 metri, con il paesaggio che non cambia mai!
Ma dopo ogni sforzo estremo, si verifica un incredibile benessere fisico e mentale, a disprezzo del dolore. E' una sensazione unica e ne vale lo sforzo. Amo la natura e l'avventura e il Nordic Walking è uno sport che si pratica all'aria aperta e comprende tutto ciò. E' uno sport fisico e muove oltre il 90 % dei muscoli del corpo. Durante lo sforzo prolungato si consumano tra le 6000 e le 7000 Kcal in 24 ore (consumo medio giornaliero per un uomo sedentario è 2000-2500 Kcal). Allo stesso tempo, è uno sport che ti permette di vivere la natura e catturarla per sempre, come quando si scatta una fotografia.
Quando cammino ho la sensazione che sto davvero facendo ciò che amo, ma nel tempo ho maturato l'esigenza di camminare bene e aumentare le mie prestazioni. Dopo l'incontro con Manfredi Salemme, ho cercato un istruttore professionista per imparare le basi di questo sport.
Mi sono rivolto alla Scuola Italiana di Nordic Walking e ho conosciuto Rosario Costanzo. Il Nordic Walking è molto tecnico, nonostante le apparenze, quindi ho dovuto imparare e approfondire tutti gli aspetti. Ho iniziato con un modulo base, poi sono andato all'intermedio, e ora sono a livello avanzato. Tra i miei obiettivi, quello di diventare Istruttore di Nordic Walking. Tutti questi livelli sono estremamente pratici e solo il 20 % di questi programmi trattano teoria, principalmente Fisiologia e Posturologia. Con il mio allenatore abbiamo programmato incontri successivi per migliorare il mio stile. Non c'era più la teoria durante questi incontri e abbiamo scelto diversi percorsi di allenamento sul Monte Etna, con la tecnica del Nordic Walking. Ci siamo incontrati circa 4 volte dopo il corso, in media per 4 ore.
Durante queste sessioni di follow-up , Rosario Costanzo, ha corretto I miei errori e mi ha portato ad un buon livello di padronanza del Nordic Walking. Inizialmente non sapevo come il corpo si sarebbe comportato in queste condizioni estreme, e nemmeno avevo esperienza sulla componente nutrizionale, psicologica e osseo-muscolo-posturale.
Per questo aspetto ho lavorato con l'Università di Catania e le facoltà di altre università come Enna e Verona. Tra i ricercatori che mi hanno seguito, cito Fabio Galvano, Donatella Di Corrado, Giovanni Li Volti, Ignazio Barbagallo, Elisa Tricarichi, Valeria Tarascio, Anna Pedrinolla, Rocco Tinnirello.
Durante il mio primo tentativo di record di 24 ore, nel settembre 2012, abbiamo sperimentato e registrato gravi problemi intorno alla 19^ ora: debolezza muscolare, crampi, disidratazione, e l'accumulo di liquidi negli arti, soprattutto mani e piedi, con conseguente gonfiore e dolore. E' stato estremamente difficile continuare a utilizzare una rigorosa tecnica del Nordic Walking, mentre vivevo questi problemi e devo ammettere che è stata un'esperienza scoraggiante. Ma ho superato questi aspetti grazie al loro sostegno e al supporto di chi mi seguiva.
Per il problema di accumulo di liquido, ho dovuto migliorare una parte della tecnica del Nordic Walking chiamato rollaggio e pompaggio. Un corretto movimento di piedi e mani (il piede appoggia in sequenza tallone-metatarso-alluce) e aprendo e chiudendo le mani in modo speciale durante il movimento (attività di pompaggio), si possono spostare i liquidi intorno al corpo attraverso il sistema linfatico. Per la disidratazione, abbiamo capito, dopo alcuni test con diverse temperature, altitudini e terreni, che l'assunzione media di liquido per me doveva essere di circa 30 ml per km attraverso una miscela di acqua, sali minerali e succo d'arancia. Per l’alimentazione mi sono basato essenzialmente sulla dieta mediterranea, in preparazione e avvicinamento al record. Durante lo sforzo, ho basato la mia nutrizione, privilegiando gli zuccheri da spremuta di agrumi e carboidrati da pane prodotto in casa con farine da cereali, con pochissimi grassi e quasi nulla di proteine.
Un ringraziamento particolare va alla comunità di amici, colleghi e partner, che mi hanno sostenuto, fin dal primo momento. E’ stato fondamentale ed e’ cresciuto in modo straordinario, con un gruppo attivo di oltre 20 persone che condividono la stessa passione per il Nordic Walking. Atleti come l’ultramaratoneta Elena Cifali (che corre i 100 km), che si sono uniti recentemente al team, mi hanno sostenuto nella preparazione al Guinness World Record. Il 4 aprile, insieme ad Elena ho battuto il mio record personale in 24 ore con 136 km percorsi dentro una pista di atletica. Ha camminato con me per tutta la notte in condizioni terribili: pioggia, vento, nebbia e temperature sotto 5°. E 'stata di grande aiuto nel portare a termine quel record.
Ho una squadra molto versatile, che comprende parenti, amici, medici, atleti, includendo tante altre professioni, comprese le funzioni pubbliche. Tutti hanno le loro priorità, le proprie famiglie, e tutti hanno contributo al tentativo di questo record. Due persone straordinarie, che fanno parte della mia vita, a cui sono profondamente legato, Manuela Pecorella e mia figlia Elena, hanno determinato il completamento di questo record, con un pensiero speciale alla mia famiglia e dedica a mio Padre, che ha lasciato questo mondo nel 2008. I tentativi non sarebbero stati possibili senza il loro supporto e maggiormente in questo record. Ho sentito una forte responsabilità nel mantenere questa squadra unita e impegnata, consapevole di non avere alcuna autorità. Sono tutti volontari e bisogna mantenere sempre alta la motivazione.
Pensandoci bene, cosa è un record dal loro punto di vista? L'emozione iniziale poteva non durare, e come i giorni e le settimane passavano, il rischio di ritrovarsi persone demotivate era alto. Mi piace dire che il rischio di fallimento è inversamente proporzionale alla quantità di entusiasmo! Quindi è stato necessario lavorare molto su questa dimensione. Gli eventi formativi intermedi, come la 24 ore non-stop che ho fatto il 4 aprile, hanno dato alla gente emozioni e speranze sul raggiungimento del prestigioso traguardo del GWR. Il segreto era lavorare a breve termine, pensando a lungo termine. Il tempismo era fondamentale. Dovevo fare tutto il possibile per non demotivare. La motivazione è dentro e fuori. Non si può motivare qualcuno a meno che non si crei il giusto contesto in cui egli stesso possa prosperare, migliorare e crescere.
La comunicazione è estremamente importante. Ho utilizzato i social media per tenere la squadra aggiornata su ogni evento. Ci congratulavamo per tante altre realizzazioni, anche personali, come aver trovato un nuovo sponsor, o aver trovato la soluzione ad un problema. Questo è un meccanismo che si auto-alimenta, una sorta di circolo virtuoso in cui l'ottimismo è contagioso e si diffonde. Per la comunicazione faccia a faccia , ci siamo organizzati con riunioni di gruppo ogni due settimane , facendo il possibile per incontrarci fisicamente e stabilire un legame umano. La trasparenza è fondamentale, trasmette fiducia, crea allineamento, ma deve avvenire in piccole dosi. Non si possono sovraccaricare le persone con le informazioni, quindi comunicavamo brevemente, ma spesso, dopo ogni piccolo successo. Anche in questo caso il tempismo è fondamentale. La mia squadra di amici conta molto sulla responsabilità reciproca.
Ogni comunicazione è condivisa attraverso i social media e le e-mail, e quando una persona annuncia pubblicamente un' idea, una proposta o un' azione, si assume la responsabilità per qualcosa, che coinvolge l'intero gruppo. Tutti hanno la loro parte e riconoscono che il successo di questa avventura dipende anche da loro. Nessuno vuole deludere ed è orgoglioso di completare il suo compito. Ma veniamo al record.
Dovevo camminare 67 h e 17 minuti chiuso dentro una pista. La cosa non mi spaventava, ma sapevo che prima o poi sarebbero emersi problemi noti e ignoti. Ho sempre gestito con grande determinazione lo stress fisico attraverso un percorso di autocontrollo mentale, ma sapevo che questa volta ciò che dovevo governare era proprio la mente.
Infatti, alla 40^ ora volevo fermarmi a tutti i costi, le ginocchia cedevano sotto impulsi del cervello, avevo la schiena bloccata, e non riuscivo a tenere nemmeno gli occhi aperti, diventando intollerante con coloro che mi circondavano, e sentivo che il crollo era vicino. Tutto il team si e’ confrontato, raggiungendo al telefono il team leader per trovare una soluzione. Non controllavo più le mie azioni, sbandando dentro le corsie di marcia, avevo le visioni di scene e oggetti che non esistevano nel contesto, avevo la febbre, tremavo come una foglia sferzata da un vento gelido, sentivo la corda che stava per spezzarsi, quella corda che mi aveva tenuto unito al gruppo fino a quel momento.
La mia adorata Manuela, mi urlava guardandomi negli occhi, di lasciar perdere la pista, e insieme a me, ha percorso ben 30 giri camminando di spalle con lo sguardo incollato al mio. Avevo accanto mio fratello, un amico, e mio cognato, ma sentivo la presenza, e allo stesso tempo il peso, di tutto il gruppo, quel gruppo, che ha lasciato le proprie famiglie in piena notte, sapendo della mia crisi profonda, la crisi di Ros, cosi mi chiamano gli amici. Non potevo interagire con nessuno, ne potevo fermarmi senza aver raggiunto un tempo sufficiente di cammino tra una pausa e l'altra, rispettando il regolamento di GWR, non potevo né mangiare né bere, dovevo aspettare la pausa e l'alba era ancora lontana. Era ancora piena notte! La fine era prossima, quando ho guardato negli occhi coloro che mi sostenevano senza tregua in tutte le direzioni, nonostante il freddo e la stanchezza.
Sapevo che il record e la gioia non sarebbero stati solo miei, così come sapevo, che se mi fossi fermato me ne sarei pentito amaramente. La zona grigia che avevo sperimentato nelle precedenti imprese era sprofondata in un terribile nero. Quindi ho cercato, voluto e trovato, quel sottile meandro nella mente che poteva governare le mie stesse azioni e grazie ai precedenti test effettuati insieme alla mia assistente psicologa Donatella Di Corrado, ho reagito portandomi alla pausa. Li e’ cambiato tutto, ho ritrovato un po' di calore, ho mangiato, bevuto, abbracciato Manuela, Luca, Giuseppe, Rosario, ho pianto, ma sapevo che il peggio era passato, l'alba del terzo giorno avanzava e i primi raggi di sole riscaldavano cuori e gambe.
Ritrovavo energie ed amici, e scandendo, come in un battito di cuore, i miei passi a colpi di bastoncini, completavo gli ultimi chilometri della mia incancellabile impresa! Ormai tirava un vento di festa, ormai era fatta, e cosi e’ iniziato il conto alla rovescia, con tutti che si stringevano attorno a quell' atleta che aveva regalato tante emozioni.
La Longest Marathon Nordic Walking è stata l'endurance della gente, degli sportivi, degli amministratori, dei volontari, di chi ama Rosario e le sue imprese, di chi ama lo sport e la montagna, di chi non si arrende, di chi sfida i propri limiti per conoscersi meglio e migliorarsi. Il traguardo e' stato raggiunto. Alle 8:19 del primo maggio ho raggiunto le 70 ore e con un applauso collettivo ho rallentato e mi sono fermato Il record è stato battuto.
La corda non si e' spezzata.
Io, Rosario Catania ho raggiunto il mio obiettivo.
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