Gioacchino Maniscalco (ASD Marathon Misilmeri) ha partecipato con un nutrito gruppo della sua Società all'Ultratrail del Lago d'Orta che si svolto - con partenza ed arrivo a Pogno tra il 20 e il 21 ottobre scorso.
Nella sua Società, già antesignano di simili imprese trail, è stato capace di coinvolgere proprio nel trail un bel numero di rappresentanti del suo gruppo podistico, Innocenzo La Scala suo presidente in testa (sino a pochi mesi quasi esclusivamente "stradaioli". Quindi, da un certo punto di vista, è stato l'ispiratore dell'odierna impresa podistica degli altri 8 atleti del Marathon Misilmeri che hanno partecipato alla gara lunga di Pogno, tutti con grandissima soddisfazione, ma anche il curatore della parte logistico-organizzativa.
Ha concluso in 11h30' circa, dopo aver lottato con una crisi, che soltanto ha potuto superare grazie alle sue esperienze come la Valdigne e del Cervino Xtrail.
Ma ce l'ha fatta ed è questo ciò che conta.
Qui di seguito il suo racconto.
(Gioacchino Maniscalco) Pogno 20/10/2012 ore 10.00. Mi trovo sulla linea di partenza, il sole risplende, il cielo è sereno, ma l’aria frizzante ci ricorda che siamo lontani dalla nostra Sicilia.
Intorno a me una moltitudine di trail-runner colorati ed allegri, di fianco gli amici di sempre, compagni di tante avventure e tanto sudore.
I pensieri sono tanti, ma l’eccitazione cresc.
OK.
Ci siamo.
Si Parte …
Siamo veramente tanti per un Ultratrail di 63 Km con 3.600 di dislivello positivo.
Appena partiti, quasi subito usciamo dal centro abitato ed il lungo serpentone comincia a salire per un sentiero piuttosto agevole ma affollato; mi impongo di andare piano ma i primi km scorrono via veloci tra un sorpasso ed un altro sono già al Santuario, accanto a me c’è Enzo ed insieme passiamo i Monti della Luna dove ad attenderci c’è un panorama mozzafiato sul Lago d’Orta e la simpaticissima Julia che dopo aver lavorato come una matta sul percorso, percorrendolo chissà quante volte è lì con la sua macchina fotografica ad immortalare tutti.
Adesso siamo nel bosco, Enzo ed io abbiamo preso un bel ritmo, il percorso è invitante con saliscendi continui su un letto di foglie.
Ecco, ci siamo! E' arrivato il momento in cui corri e basta, i pensieri si annullano e, mentre tutto il resto del mondo si allontana, tu ritorni bambino, pensi solo a giocare e vuoi che il bel gioco non finisca mai.
I chilometri scorrono, il bosco è sempre più fitto e la magia cresce.
Ora siamo in 6, perché abbiamo beccato un gruppetto che ha il nostro passo e siamo in fila indiana, però Enzo tira - un po’ troppo direi - ed io decido di stare in coda. I km sono tanti e non voglio strafare: so che non posso competere con un grande maratoneta come lui e che su un percorso del genere devo stare calmo.
Sono passate circa 2 ore dalla partenza e comincio ad avvertire stanchezza: Brutto segno è troppo presto, questa non me l’aspettavo, ma come ho faticato tanto per preparare la gara, ci tenevo tanto non è possibile, cosa fare?
I pensieri sono tanti, si accavallano l'un l'altro.
Li ho portati io qua, certamente non posso mollare.
Chissà come stanno gli altri?
Eppure abbiamo fatto tutto per bene, perché ora questa stanchezza?
Devo resettare...
Iio devo arrivare al traguardo e basta, nient’altro conta né l’orario né la classifica né i piedi doloranti, devo essere Finisher e basta.
Questa convinzione mi fa cambiare tattica: abbasso il ritmo e mi estraneo, predendo ad andare avanti e basta un passo dopo l’altro. Dai, Gioacchino, dai! Lo hai fatto tante volte forza!
E’ difficile spiegare cosa accade nella mente in situazioni del genere, quando sai che non è giornata, che fisicamente non stai bene: però poi decidi che la testa è più forte, che la sfida è qui e adesso e che non c’è appello, quando comprendi che devi andare oltre i limiti ancora una volta. E allora ti vengono in soccorso i pensieri positivi , le motivazioni lo sguardo dei tuoi cari, e vai, vai e basta.
La gara è infinita. Mi ha superato Giovanni, è un grande… 57 anni, ma sembra un ventenne; non importa, certo mi sarebbe piaciuto agganciarmi a lui , ma oggi la mia gara è un'altra, ci siamo solo io e la montagna ed io devo arrivare al traguardo1
Monte Novesso mi ridà energia, mi piacciono le lunghe salite; sono invece i saliscendi continui che oggi mi sfiancano, in cima poi il panorama è mozzafiato.
Il Monte Rosa domina bianco ed imponente sulla sinistra, mentre sulla destra il Lago Maggiore pare separato solo da una minuscola striscia di terra dall’Orta, che spettacolo!
Julia instancabile ci fotografa anche qui e, con un meraviglioso sorriso, ci annuncia il prossimo ristoro; mentre bevo, arriva Christian felice e contento come una pasqua.
Meno male! Mi rincuora che i miei amici non stiano soffrendo come me, mi sento un po’ responsabile per averli coinvolti: Chissà Angelita come stà, ma lei è forte sicuramente la finisce, quello che mi preoccupa di più è Antonio, lui al massimo ha fatto l’Etna, speriamo bene , saluto Christian e lo incito ad andare, mentre io riprendo in discesa, ma il passo non è quello solito purtroppo.
I compagni di avventura si susseguono, le ore passano , le gambe sono sempre più pesanti, chissà a che ora arriverò, forse ho ancora un paio d’ore di luce, dai andiamo spingi spingi, la testa c’è ma il resto oggi no.
Pensieri positivi, pensieri positivi solo questo, penso ai tanti momenti di difficoltà passati, a tutte le volte che credevo di non farcela ed invece sono riuscito a tagliare il traguardo, e comincio ad immaginarlo, penso alla festa, presto sarà solo festa dai un passo dopo l’altro.
Angelita mi ha superato per fortuna anche lei sta alla grande, mi sento felice per loro, finalmente ho fatto conoscere ai miei compagni un mondo nuovo e meraviglioso che avevano vissuto dai racconti miei e di Giovanni, con le nostre mitiche imprese sul Cervino e alla Valdigne.
Adesso però devo farcela anch’io, sono arrivato al 48° dove c’è il ristoro; qui bevo un po’ di the caldo, ne approfitto per cambiare la maglia e preparare la lampada, la sera incombe e la strada è ancora lunga .
Quante fatiche mi tornano alla mente, i ricordi adesso sono i miei migliori compagni di viaggio, l’Oriondè avvolto dalla nebbia, il Col de Licony , Planaval e la Punta Fetita con quel vento micidiale, il traguardo di Pantelleria con l’unghio rotto e la pioggia, il calore del traguardo di Morgex, il traguardo del Cervino che non arrivava mai, mio figlio che corre assieme a me verso il traguardo .
Sono nel buio adesso, il bosco di notte è un esperienza nuova ed affascinante , è come se tutte queste ore non fossero passate , mammamia è una giornata intera che sono in gara eppure adesso mi sento bene, riesco a godere del piacere della scoperta, il percorso è segnato benissimo e vado via dritto, manca poco ormai .
All’ultimo ristoro siamo al 60°, prendo un po’ di thè e la signora anziana che me lo serve si scusa perché non è molto caldo, che gente meravigliosa che abbiamo incontrato…. tutti gentili , disponibili e felici di dare una mano .
Ci siamo vedo le luci del paese, esco dal bosco e comincio a correre in direzione del campanile, è fatta, l’arrivo è dentro il Palawojtila dove tutti già mangiano e festeggiano così che anch’io dopo 11h30' ricevo applausi e festeggiamenti; Enzo è subito lì a darmi il cinque, Julia mi abbraccia e Giovanni mi stringe commosso.
Mi dicono che Antonio è arrivato poco prima…
Che bello!
Tutti al traguardo, tutti felici e grati agli organizzatori ed alla gente del Lago d’Orta per averci regalato una giornata indimenticabile!
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