La 2^ edizione dell'Ultramaratona di Reggio Emilia, che si è celebrata il 27 ottobre 2012, è stata un vero e proprio "festival dell'ultramaratona" su strada. Infatti, oltre alla gara sulla distanza della maratona, si disputavano una 6 ore (valevole come Campionato Italiano IUTA 6 ore su strada 2012), una 100 km e una 12 ore.
La gara si è disputata sulla pista ciclistica di Reggio Emilia, intitolata a Giannetto Cimurri, che forma un circuito di 1022 metri esatti.
in totale, nelle diverse distanze e specialità, si sono confrontati 114 atleti.
Le condizioni meteo non sono state delle migliori, fredde e uggiose.
Quello che segue è il resoconto di Michele Rizzitelli che ringrazio per aver escritto un resoconto così dettagliato.
Malgrado le numerose richieste inoltrate da questa testata al patron della manifestazione Antonio Tallarita, non ci è pervenuto alcun comunicato ufficiale dal Comitato organizzatore, che sarebbe stato di una certa rilevanza, soprattutto per quanto concerneva la gara di 6 ore su strada, Campionato italiano IUTA 2012.
Si spera vivamente che il Comitato organizzatore si predisponga il prossimo anno ad operare con un addetto stampa più efficiente e non viziato - nella sua attività - da scelte preferenziali (con notizie diramate ad alcuni media soltanto e ad altri no, anche se ne è stata fatta richiesta specifica).
(Michele Rizzitelli. Fonte: clubsupermarathon.it) Un’uggiosa giornata invernale ha fatto da cornice all’Ultramaratona del Tricolore, svoltasi sabato, 27/10/2012, a Reggio Emilia sulla pista ciclistica intitolata al fido massaggiatore di Fausto Coppi, Giannetto Cimurri. Per 12 ore consecutive, il sinuoso tracciato asfaltato di 1022 metri ha visto l’alternarsi di un intenso programma podistico.
Alle ore 8.00 sono partite la 12 ore e la 100 km, alle 10.00 la maratona e la 6 ore, quest’ultima valevole Campionato Nazionale IUTA su strada.
In realtà, l’evento era cominciato la sera del venerdì.
Mentre fuori pioveva e la città era ricoperta da una sottile foschia, non facendo presagire nulla di buono per l’indomani, in casa Tallarita l’atmosfera era calda ed elettrica.
Né poteva essere diversamente fra mozzarelle di bufala, pasta al sugo di pesce secondo una ricetta in uso a San Benedetto del Tronto, salumi locali e vini nazionali.
Romantico il finale del pasta party: Gabriella ed Antonio sono apparsi sull’uscio della sala tenendo in mano due torte con sopra scolpiti tre cuori tricolori.
E’ ancora buio quando 6 centochilometristi e 32 dodicioristi incominciano ad inanellare giri su giri sull’impianto situato a ridosso dell’aeroporto, silente ed inattivo per le cattive condizioni atmosferiche.
Il cielo è ricoperto da nuvoloni neri ma non piove, l’aria è satura di umidità ed il vento moderato.
Gli ultramaratoneti si disperdono nella foschia che avvolge il circuito. Si muovono a ritmo lento, pensosi per la lunga fatica che li attende, facendo ognuno gara a sé. Ai bordi, il folto pubblico, la cordiale organizzazione, nonché i profumi della cucina, rendono l’ambiente gradevole.
Due ore dopo, irrompono 20 maratoneti e 56 seioristi che portano allegria ed infoltiscono il traffico.
Scompare la corsa solitaria e prevale quella in gruppo con scambio d’incoraggiamenti, complimenti, chiacchiere e critiche.
Qualcuno si domanda, incapace di dare una risposta, del perché abbia lasciato la moglie a casa e sia venuto a sacrificare il fine settimana. Qualche altro ammette, senza esitazione, d’essere matto!
Si sentono anche discorsi costruttivi. I Supermaratoneti discutono animatamente sull’Albo d’Oro.
Finchè dal cielo cade una sottilissima pioggia, tutti si comportano da prodi e continuano coraggiosamente a correre ed a discutere. Ma quando l’intensità aumenta, c’è un fuggi fuggi generale ad indossare cappelli ed impermeabili. Sono pochi gli impavidi che sfidano la pioggia.
Mentre si corre, la radio manda sul vasto territorio di gara musiche ed interviste.
Non c’è uno speaker ufficiale, ma molti ufficiosi. Il microfono se lo scambiano Antonio Tallarita, Gregorio Zucchinali, Stefano Scevaroli e Claudio Sterpin che, data la competenza in materia, se la cavano egregiamente.
Non viene affissa nessuna classifica ufficiale durante lo scorrere delle ore.
E’ naturale che tutti chiedano ai giudici il numero dei giri effettuati, che non coincide quasi mai con quelli contati personalmente.
Smette di piovere. Poi piove ancora. Alcuni alberi situati in una posizione più nascosta, oltre all’acqua del cielo, ne ricevono in quantità dai concorrenti. Continua a piovere e s’inzuppano magliette, pantaloncini, calze e scarpe ai cui lacci è adeso un delicato chip Fidal che si scolla e si perde. Si sente qualche ironia sulla Fidal.
I primi ad abbandonare il campo di battaglia sono i maratoneti, le cui classifiche non creano problemi durante le premiazioni: 1) Marco Bonini 3.24.0, 2) Fausto Finiguerra 3.36.2, 3) Stefano Giorgio 3.45.2; 1) Adele Di Lorenzo 4.02.2, 2) Sara Valdo 4.04.1, 3) Maurizia Gambarelli 4.40.4.
I nodi al pettini arrivano alle premiazioni della 6 ore, per via di classifiche non proprio veritiere.
L’organizzatore generosamente si accolla ogni responsabilità, gli atleti si comportano educatamente e tutto fila liscio.
Non si finisce mai di premiare.
Ci sono da dare riconoscimenti ai classificati Fidal, Iuta ed alle rispettive categorie. I regolamenti Iuta prevedono la cumulabilità dei premi, motivo per cui Maria Ilaria Fossati sale sul podio ben quattro volte.
E’ tutto un tripudio di bandiere tricolori, sulle quali sono stampati tre cuori ed il nome del vincitore.
Fu a Reggio, nel Palazzo Comunale, che il 7 gennaio 1797 il Congresso delle città dell’Emilia, costituita la Repubblica Cispadana, scelse a proprio vessillo il tricolore. Questi i vincitori della 6 ore: 1) Germano Gentile 76,856 km, 2) Andrea Accorsi 74,915 km, 3) Michele Locatelli 69,265 km.
Donne: 1) Maria Ilaria Fossati 70,136 km, 2) Simonetta Castelli 60,685 km, 3) Paola Ramponi 58,844 km.
Mentre nella sala delle premiazioni si parla, in pista continuano a correre, tra una pioggerellina e l’altra, quelli della 100 km e della 12 ore.
S’è fatto subito sera.
La fioca luce delle fiaccole indica ai corridori dove mettere i piedi.
Faccio in tempo a vedere l’arrivo di Fabio Busetti, che vince la 100 km in 9.21.50, di Stefano Verona in 9.39.00 e di Giovanni Rotondella in 10.12.03.
Sono le ore 19.00. Non riesco a vedere la conclusione della 12 ore che si svolge su alti livelli tecnici: 1) Tiziano Marchesi 128,851 km, 2) Franco Miazzi 128,520 km, 3) Vincenzo Tarascio 117,773 km. Donne: 1) Laura Ravani 118,470 km, 2) Juana Vassella 109,765, 3) Giancarla Agostini 108,023.
Mi attendono 680 km di auto. Un’altra 6 ore, se per la via non mi coglie il sonno.
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