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16 agosto 2012 4 16 /08 /agosto /2012 16:12

Tre-atti-in-due-tempi-Giorgio-Faletti.jpgI romanzi sono spesso un ottimo modo per entrare nel vivo di problematiche attuali e per attivare delle riflessioni, in modo molto più efficace di quanto non facciano i servizi di cronaca nei quotidiani e gli approfondimenti tematici ed eventuali inchieste giornalistiche nei settimanali e nella Radio/TV.

I romanzieri, infatti, pur procedendo spesso in modo simile ai giornalisti d'inchiesta allo scopo di raccogliere elementi che rendano credibile e solidamente fondata la propria storia, sono molto più liberi nell'esporre i fatti, perché puntano pur sempre alla costruzione di una fiction e, all'interno di questa cornice, possono dire delle cose anche vere (sempre verosimili però, all'interno di alcuni assunti di base o di un teorema che intendono esporrre), ma senza i vincoli restrittivi che spesso rendono la stampa cartacea e multi-mediatica, come si suol dire "enbedded".
In più, hanno il vantaggio indubitale di poter raccontare utilizzando uno o più vertici d'osservazione "in soggettiva", spesso con l'atttivarsi di una riflessione etica e morale sulle azioni di altri personaggi: cosa che nemmeno sarebbe possibile fare nella stampa d'informazione che, giustamente, vuole evitare i punti di vista soggettivi e le prese di posizione a priori viziate (almeno apparentemente) da moralismi.
Infine, lo scrittore può prendersi la libertà di immaginare ipotesi di riscatto e di metterle a prova, così come quella di proporre dei possibili finali alternativi che, in qualche modo, riportino le storture segnalate e descritte, sotto il dominio di valori morali più ampiamente condivisi.
 
Faletti, nel suo ultimo romanzo (Giorgio Faletti, Tre atti in due tempi, Einaudi, 2012), si muove in un mondo a lui inusuale, ma lo fa in modo egregio (nella pagina dei ringraziamenti, menzionerà i nomi dei suoi "consiglieri" (tra cui anche Alex Del Piero): entra nel mondo del calcio scommesse, delle partite tarcoccate e, in generale, dello sport "truccato", con una vicenda che in qualche modo bigenerazionale.
Un padre, ex-pugile promettente che ha distrutto la sua carriera per un incontro di box truccato e che ora lavora come magazziniere d'una squadra di Calcio di B di una piccola cittadina di provincia (che forse ha l'opportunità di salire nella prima serie in un incontro decisivo), scopre per una serie di coincidenze la compromissione del figlio, giocatore di punta della squadra, in un giro di calcio-scommesse.
Alla luce di questa scoperta sconvolgente che lo riporta a confrontarsi con il suo discutibile passato, Silvano - conosciuto tra gli amici come "Silver" - farà di tutto per impedire che il figlio rovini la sua carriera e la sua vita.
E lo fa, dopo un preambolo o antefatto, nell'arco dei due tempi di una partita di calcio.

Di più non si può dire per non rovinare il piacere della lettura.
Il libro porta - in maniera vivacissima e con uno stile asciutto, molto nello stile hard boiled - l'attenzione sul problema del "marcio" esistente nel mondo del Calcio, problematiche trattate in modo insolente e provocatorio (ma sempre alla ricerca della vertà) nei volumi di Carlo Petrini, oppure più con i toni dell'inchiesta giornalistica in volumi come "Lo stalliere del Re. Fatti e misfatti di 30 anni di Calcio" (di Dario Canovi e Giacomo Mazzocchi, Baldini Dalai, 2011) o ancora "Lo Zingaro e lo Scarafaggio" (di Giuliano Foschini e Marco Mensurati, Mondadori, 2012).

(Dalla quarta di copertina) «Io mi chiamo Silvano ma la provincia è sempre pronta a trovare un soprannome. E da Silvano a Silver la strada è breve». Doveva capitare, prima o poi, che ci incontrassimo qui. La fortuna ha voluto che fossimo soli. Lui mi guarda e ha la forza di non abbassare gli occhi. Io lo guardo e ho la debolezza di non distogliere i miei.

(Dal risguardo di copertina). Con la sua voce dimessa e magnetica, sottolineata da una nota sulfurea e intrisa di umorismo amaro, il protagonista ci porta dentro una storia che, lette le prime righe, non riusciamo piú ad abbandonare. Con Tre atti e due tempi Giorgio Faletti ci consegna un romanzo perfetto come una partitura musicale e teso come un thriller, che toglie il fiato con il susseguirsi dei colpi di scena mentre ad ogni pagina i personaggi acquistano umanità e verità.
Un romanzo che stringe in unità fili diversi: la corruzione del calcio e della società, la mancanza di futuro per chi è giovane, la responsabilità individuale, la qualità dell'amore e dei sentimenti in ogni momento della vita, il conflitto tra genitori e figli. E intanto, davanti ai nostri occhi, si disegnano i tratti affaticati e sorridenti di un personaggio indimenticabile. Silver, l'antieroe in cui tutti ci riconosciamo e di cui tutti abbiamo bisogno.
Hanno detto
«C'è morbidezza di toni, nel libro, malinconia; e anche, accanto alla trama a suspense, una delicata storia d'amore appena sfiorato ma che ci commuove...Eccellente sorpresa, insomma» (Giovanni Pacchiano, « il Fatto Quotidiano»).
«(...) con Tre atti e due tempi, Faletti conferma la sua volontà di confrontarsi con temi più legati al nostro vissuto quotidiano: il conflitto tra le generazioni, la difficoltà di essere giovani, il ritorno al rispetto delle regole morali, la qualità dei sentimenti e la necessità dell'amore» (Santa Di Salvo, «Il Mattino»)

L'autore. Giorgio Faletti, astigiano, dopo il successo come talento comico, è diventato anche brillante autore di canzoni e in seguito scrittore thriller di enorme fortuna: Io uccido (2002) ha venduto piú di tre milioni di copie. Sulle stesse orme i romanzi Niente di vero tranne gli occhi (2004) e Fuori da un evidente destino (2006). Nel 2008 ha pubblicato la raccolta di racconti Pochi inutili nascondigli. Ha scritto due racconti per le antologie Crimini (Einaudi Stile libero, 2005) e Crimini italiani (Einaudi Stile libero, 2008) e, nel 2011, ha pubblicato Tre atti e due tempi (Einaudi Stile Libero Big)
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Presentazione

  • : Ultramaratone, maratone e dintorni
  • : Una pagina web per parlare di podismo agonistico - di lunga durata e non - ma anche di pratica dello sport sostenibile e non competitivo
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  • Ultramaratone, maratone e dintorni
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.
  • Mi chiamo Maurizio Crispi. Sono un runner con oltre 200 tra maratone e ultra: ancora praticante per leisure, non gareggio più. Da giornalista pubblicista, oltre ad alimentare questa pagina collaboro anche con altre testate non solo sportive.



Etnatrail 2013 - si svolgerà il 4 agosto 2013


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Il perchè di questo titolo

DSC04695.jpegPerchè ho dato alla mia pagina questo titolo?

Volevo mettere assieme deio temi diversi eppure affini: prioritariamente le ultramaratone (l'interesse per le quali porta con sè ad un interesse altrettanto grande per imprese di endurance di altro tipo, riguardanti per esempio il nuoto o le camminate prolungate), in secondo luogo le maratone.

Ma poi ho pensato che non si poteva prescindere dal dare altri riferimenti come il podismo su altre distanze, il trail e l'ultratrail, ma anche a tutto ciò che fa da "alone" allo sport agonistico e che lo sostanzia: cioè, ho sentito l'esigenza di dare spazio a tutto ciò che fa parte di un approccio soft alle pratiche sportive di lunga durata, facendoci rientrare anche il camminare lento e la pratica della bici sostenibile. Secondo me, non c'è possibilità di uno sport agonistico che esprima grandi campioni, se non c'è a fare da contorno una pratica delle sue diverse forme diffusa e sostenibile. 

Nei "dintorni" della mia testata c'è dunque un po' di tutto questo: insomma, tutto il resto.

Archivi

Come nasce questa pagina?

DSC04709.jpeg_R.jpegL'idea motrice di questo nuovo web site è scaturita da una pagina Facebook che ho creato, con titolo simile ("Ultramaratone, maratone e dintorni"), avviata dall'ottobre 2010, con il proposito di dare spazio e visibilità  ad una serie di materiali sul podismo agonistico e non, ma anche su altri sport, che mi pervenivano dalle fonti più disparate e nello stesso tempo per avere un "contenitore" per i numerosi servizi fotografici che mi capitava di realizzare.

La pagina ha avuto un notevole successo, essendo di accesso libero per tutti: dalla data di creazione ad oggi, sono stati più di 64.000 i contatti e le visite.

L'unico limite di quella pagina era nel fatto che i suoi contenuti non vengono indicizzati su Google e in altri motori di ricerca e che, di conseguenza, non risultava agevole la ricerca degli articoli sinora pubblicati (circa 340 alla data - metà aprile 2011 circa - in cui ho dato vita a Ultrasport Maratone e dintorni).

Ho tuttavia lasciato attiva la pagina FB come contenitore dei link degli articoli pubblicati su questa pagina web e come luogo in cui continuerò ad aprire le gallerie fotografiche relative agli eventi sportivi - non solo podistici - che mi trovo a seguire.

L'idea, in ogni caso, è quella di dare massimo spazio e visibilità non solo ad eventi di sport agonistico ma anche a quelli di sport "sostenibile" e non competitivo...

Il mio curriculum: sport e non solo

 

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Statistiche generali del magazine dalla sua creazione, aggiornate al 14.04.2014

Data di creazione 12/04/2011
Pagine viste : 607 982 (totale)
Visitatori unici 380 449
Giornata record 14/04/2014 (3 098 Pagine viste)
Mese record 09/2011 (32 745 Pagine viste)
Precedente giornata record 22/04/2012 con 2847 pagine viste
Record visitatori unici in un giorno 14/04/2014 (2695 vis. unici)
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