I romanzi sono spesso un ottimo modo per entrare nel vivo di problematiche attuali e per attivare delle riflessioni, in modo molto più efficace di quanto non facciano i servizi di cronaca nei quotidiani e gli approfondimenti tematici ed eventuali inchieste giornalistiche nei settimanali e nella Radio/TV.
In più, hanno il vantaggio indubitale di poter raccontare utilizzando uno o più vertici d'osservazione "in soggettiva", spesso con l'atttivarsi di una riflessione etica e morale sulle azioni di altri personaggi: cosa che nemmeno sarebbe possibile fare nella stampa d'informazione che, giustamente, vuole evitare i punti di vista soggettivi e le prese di posizione a priori viziate (almeno apparentemente) da moralismi.
Infine, lo scrittore può prendersi la libertà di immaginare ipotesi di riscatto e di metterle a prova, così come quella di proporre dei possibili finali alternativi che, in qualche modo, riportino le storture segnalate e descritte, sotto il dominio di valori morali più ampiamente condivisi.
Faletti, nel suo ultimo romanzo (Giorgio Faletti, Tre atti in due tempi, Einaudi, 2012), si muove in un mondo a lui inusuale, ma lo fa in modo egregio (nella pagina dei ringraziamenti, menzionerà i nomi dei suoi "consiglieri" (tra cui anche Alex Del Piero): entra nel mondo del calcio scommesse, delle partite tarcoccate e, in generale, dello sport "truccato", con una vicenda che in qualche modo bigenerazionale.
Alla luce di questa scoperta sconvolgente che lo riporta a confrontarsi con il suo discutibile passato, Silvano - conosciuto tra gli amici come "Silver" - farà di tutto per impedire che il figlio rovini la sua carriera e la sua vita.
E lo fa, dopo un preambolo o antefatto, nell'arco dei due tempi di una partita di calcio.
Di più non si può dire per non rovinare il piacere della lettura.
Il libro porta - in maniera vivacissima e con uno stile asciutto, molto nello stile hard boiled - l'attenzione sul problema del "marcio" esistente nel mondo del Calcio, problematiche trattate in modo insolente e provocatorio (ma sempre alla ricerca della vertà) nei volumi di Carlo Petrini, oppure più con i toni dell'inchiesta giornalistica in volumi come "Lo stalliere del Re. Fatti e misfatti di 30 anni di Calcio" (di Dario Canovi e Giacomo Mazzocchi, Baldini Dalai, 2011) o ancora "Lo Zingaro e lo Scarafaggio" (di Giuliano Foschini e Marco Mensurati, Mondadori, 2012).
(Dalla quarta di copertina) «Io mi chiamo Silvano ma la provincia è sempre pronta a trovare un soprannome. E da Silvano a Silver la strada è breve». Doveva capitare, prima o poi, che ci incontrassimo qui. La fortuna ha voluto che fossimo soli. Lui mi guarda e ha la forza di non abbassare gli occhi. Io lo guardo e ho la debolezza di non distogliere i miei.
(Dal risguardo di copertina). Con la sua voce dimessa e magnetica, sottolineata da una nota sulfurea e intrisa di umorismo amaro, il protagonista ci porta dentro una storia che, lette le prime righe, non riusciamo piú ad abbandonare. Con Tre atti e due tempi Giorgio Faletti ci consegna un romanzo perfetto come una partitura musicale e teso come un thriller, che toglie il fiato con il susseguirsi dei colpi di scena mentre ad ogni pagina i personaggi acquistano umanità e verità.
Un romanzo che stringe in unità fili diversi: la corruzione del calcio e della società, la mancanza di futuro per chi è giovane, la responsabilità individuale, la qualità dell'amore e dei sentimenti in ogni momento della vita, il conflitto tra genitori e figli. E intanto, davanti ai nostri occhi, si disegnano i tratti affaticati e sorridenti di un personaggio indimenticabile. Silver, l'antieroe in cui tutti ci riconosciamo e di cui tutti abbiamo bisogno.
Hanno detto.
«C'è morbidezza di toni, nel libro, malinconia; e anche, accanto alla trama a suspense, una delicata storia d'amore appena sfiorato ma che ci commuove...Eccellente sorpresa, insomma» (Giovanni Pacchiano, « il Fatto Quotidiano»).
«(...) con Tre atti e due tempi, Faletti conferma la sua volontà di confrontarsi con temi più legati al nostro vissuto quotidiano: il conflitto tra le generazioni, la difficoltà di essere giovani, il ritorno al rispetto delle regole morali, la qualità dei sentimenti e la necessità dell'amore» (Santa Di Salvo, «Il Mattino»)
L'autore. Giorgio Faletti, astigiano, dopo il successo come talento comico, è diventato anche brillante autore di canzoni e in seguito scrittore thriller di enorme fortuna: Io uccido (2002) ha venduto piú di tre milioni di copie. Sulle stesse orme i romanzi Niente di vero tranne gli occhi (2004) e Fuori da un evidente destino (2006). Nel 2008 ha pubblicato la raccolta di racconti Pochi inutili nascondigli. Ha scritto due racconti per le antologie Crimini (Einaudi Stile libero, 2005) e Crimini italiani (Einaudi Stile libero, 2008) e, nel 2011, ha pubblicato Tre atti e due tempi (Einaudi Stile Libero Big)
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