(Maurizio Crispi) Si è celebrata ieri, 21 aprile 2013, la Virgin London Marathon.
Oltre 30.000 hanno affollato le vie di Londra, con la presenza di un apparato di sicurezza appositamente rinforzato, in considerazione dei fatti di Boston della domenica prima.
Un apparato di sicurezza pari a quello dispiegato in occasione dei Giochi Olimpici, discreto, ma efficace, con diverse centinaia di agenti sparsi lungo il percorso, in divisa e non.
Ma fortunatamente nulla è accaduto: le cose sono andate nel migliore dei modi, lasciando che la giornata fosse una autentica occasione di festa e di sport.
Dal punto di vista sportivo, ci sono state le grandi gesta dei top runners, tra le quali lo stupefacente passaggio alla mezza di Mo Farah in 58' e qualche decina di secondi.
Ma tutti hanno voluto ricordare i tragici fatti di Boston, sia per i 30" di totale silenzio, prima della partenza, sia per la stringa nera al braccio, oppure attacata davanti al pettorale che tutti hanno indossato per tutta la durata della maratona, a partire dei top runner: una fascia che ha voluto avere il senso di dedicare la corsa nella sua interezza alle vittime e ai feriti di Boston.
E' stato così che la Virgin London Marathon, pur nell'atmosfera di festa, si è tramutata in una grande e compunta preghiera collettiva.
Una preghiera fatta nel modo migliore in cui la sanno fare i podisti: correndo!
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