Elena Cifali e il gruppetto di amici che da runner si trasformano occasionalmente in infaticabili camminatori hanno preso ad esplorare sistematicamente le pendici dell'Etna. Per Elena queste uscite con tanto di attrezzatura da walking, zaino e masserizie varie, oltre che essere occasione di contatto con uno scenario naturale splendido sono delle occasioni propedeutiche per il suo grande progetto che è quello di portare a compimento il Cammino di Santiago.
Quella che segue è la breve, ma intensa cronaca dell'escursione a Piano del Vescovo, Acqua Rocca, Serra del Salfizio sino a Monte Zoccolaro (19 dicembre 2013), il tutto nel territorio di Zafferana Etnea.
Il cammino e la corsa sono una forma di "religio", perchè hanno delle caratteristiche tali da "legare" assieme le persone: questo ci dice Elena.
(Elena Cifali) Ci siamo sentiti unici abitanti della terra, soli e dispersi tra cielo e terra, tra aria e fuoco.
Io ed Enzo abbiamo preso il vizio, il vizio per le escursioni.
Ci accomuna una passione infinita per la scoperta, per l’Etna e la natura.
Ci piace la sfida e le idee che solleticano le nostre teste da eterni bambini riempiono i tempi vuoti o morti delle nostre giornate.
E’ la settimana che precede il Santo Natale e invece che freneticare in giro per negozi a scegliere regali noi il regalo ce lo siamo fatti.
Oggi il nostro fidato compagno e fotografo professionista Giuseppe ci ha abbandonati per cause di lavoro (al lavoro non si può mai rinunciare), ma a noi si sono aggiunti Grazia e Riccardo.
Vi ricordate i vostri anni dell’infanzia?
Gli anni in cui per fare amicizia bastavano pochi secondi?
Con la corsa, con l’escursione e con il camminare succede pressocchè la stessa cosa.
Si diventa amici in un batter di ciglia, ci si scopre passo dopo passo ed è stato così anche tra noi quattro oggi.
Man mano che si scalava l’Etna ci interrogavamo a vicenda, ci chiedevamo della professione, della famiglia, delle passioni e ci scoprivamo esseri assolutamente normali che hanno in comune l’amore smisurato per la vita.
Ho conosciuto Grazia e Riccardo durante le miei gare di trail, ma non ero mai uscita con loro ed ignoravo qualsiasi cosa di loro. Con Grazia è stato subito amore, mi ha colpito il suo sapere. Per natura mi lego alle persone positive, soprattutto a quelle che mi trasmettono sentimenti ed emozioni.
Da lei ho imparato tanto oggi: ho imparato che ci si può nutrire dei semi delle bacche di Faggio, dei frutti rossi delle rose canine, bere la neve ghiacciata, ho imparato da distinguere le tracce di volpe e i rigurgiti dei volatili.
Riccardo, un omone forte e robusto è stato una presenza preziosa.
L’ho visto tirare fuori dal suo zaino il martello ed i chiodi per riparare il cartello in legno con su scritto “Acqua Rocca”, il gesto mi ha sorpresa perché sarebbe stato più semplice tirare dritto e far finta di nulla, ma queste persone sono speciali anche nei piccoli gesti.
Io ed Enzo siamo tornati a casa con un bagaglio di vita ancora più ricco oggi e siamo sempre più convinti che la vita ci riserverà ancora infinite ed incredibili sorprese.
Descrizione del sentiero. Il sentiero molto agevole inizia a Piano del Vescovo, a quota 1375 m, e costeggia la parete sinistra del canalone che porta in cima a Serra del Salifizio.
Prosegue all’interno della Valle degli Zappini in cui si attraversa la faggeta più bella ed estesa fra quelle etnee.
Qui il faggio raggiunge le latitudini meridionali estreme e le quote più elevate d’Europa. Per raggiungere il sentiero occorre percorrere in auto la strada provinciale Zafferana – Rifugio Sapienza e fermarsi a Piano del Vescovo, un vasto pianoro facilmente riconoscibile per la presenza di alcune costruzioni in pietra lavica sul lato destro della strada.
Da qui si diparte un sentiero agevole che costeggia la parete sinistra del canalone che porta in cima a Serra del Salifizio. Dopo circa trenta – quaranta minuti di camminata si giunge nella zona denominata Acqua Rocca degli Zappini, a quota 1525 m, in cui si trova un’antica cascata di basalto - la rocca - da cui sgorga una sorgente d’acqua, una delle rare e meglio conservate sorgenti naturali esistenti sul territorio.
Accanto alla sorgente si trova un faggio secolare con uno spettacolare apparato radicale aereo annoverato fra i monumenti vegetali dell’Etna. Dalla rocca si gode uno splendido panorama che si estende fino al Mar Jonio, la Piana di Catania e gli Iblei.
(dal sito web del Comune di Zafferana Etnea)
Il Monte Zoccolaro è un rilievo di origine vulcanica posto sul versante orientale dell'Etna, all'interno dell'omonimo Parco, nel comune di Zafferana Etnea, in provincia di Catania.
Esso raggiunge un'altitudine massima di 1739 m s.l.m. e forma, insieme ad altri rilievi, definiti complessivamente con il nome di Schiena dell'Asino, il tratto terminale della parete sudorientale della Valle del Bove.
La sua origine sarebbe coeva alla formazione della Valle del Bove, a seguito del collasso dei centri eruttivi del Trifoglietto I e del Trifoglietto II, predecessori dell'Etna, avvenuto presumibilmente circa 64.000 anni fa.[1] Il monte Zoccolaro e le adiacenti serre, che dell'antico complesso eruttivo dovevano rappresentare le pareti, rimasero in piedi, chiudendo a sud-est la depressione della neoformata valle.
Il toponimo "Zoccolaro" è da imputare al termine regionale "zucco", sinonimo di ciocco di legno. In varie declinazioni è toponimo che indica aree boscose di Sicilia, probabilmente frequentate per il rifornimento di legna da ardere. Il rilievo è infatti coperto di vegetazione arborea con grandi esemplari di faggio, pioppo tremulo, roverella, acero, frassino, castagno e ginestra.
(da Wikipedia)
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