(Maurizio Crispi) La Corsa (titolo originale inglese: Once a runner, 1978, 1990), di recente pubblicato in Italia da Ultra (Lit Edizioni, 2013), il romanzo-cult di John L. Parker è una storia che tutti gli appassionati di running dovrebbero leggere non solo perchè parla di corsa - e di corsa ad alto livello - ma anche perchè ha qualcosa da insegnare. John L. Parker vi trasfonde la sua passione della corsa e le sue esperienze personali di corridore di alto livello sulla distanza del miglio (una distanza inusuale per noi Italiani, ma che è considerata il top del Mezzofondo nei paesi anglosassoni).
E' la storia di Quenton Cassidy, studente e atleta di ottimo livello nella non essitente università di Kernville in Florida che, dotato di straoridiario talento, intraprende un percorso di crescita atletica sotto la guida dell'ex-campione Bruce Denton che, avendone intravisto il talento, diviene il suo mentore, guidandolo nel percorso verso l'eccellenza che, per Cassidy, significherà scendere sotto i 4' nel miglio.
La trama è lieve, eppure intrigante, piena di verosimiglianza, non solo nella descrizione del mondo degli atleti universitari USA che rappresentano qualcosa di assolutamente diverso rispetto a quanto accade in Italia e che sono -per l'Atletica ed altri sport individuali e di squadra - il miglior "vivaio" di atleti di punta, ma anche nella minuta e profonda analisi delle sensazioni che prova un atleta nella preparazione delle sue prove competitive, con un'incursione nel mondo delle sue motivazioni, dei suoi pensieri (si è sempre curiosi di sapere cosa pensa un atleta di alto livello mentre si allena o mentre è impegnato in una gara) e sulle emozioni che affollano la mente del runner nei diversi momenti dela sua stringente relazione con la corsa.
Spremendo il succo del romanzo - se si ha l'accortenza di evidenziare alcuni memorabili passaggi - si potrà raccogliere alla fine il distillato di un'articolata filosofia della corsa che potrà andare bene sia per i podisti per diletto, sia per quelli di fascia performativa medio-alta, sia infine per i top runner di livello "superiore" e ch, eventualmente, hanno come traguardo l'eccellenza.
Se qualcuno - specialmente un runner sulle lunghe distanze -, accostandonsi alla lettura di questo libro, si trovasse a dire "Non mi interessa, perchè vi si parla di uno specialista di corsa sul miglio", farebbe un grosso errore epistemologico, poichè anche il runner di mezzofondo è, in realtà, nella sua routine di allenamenti quotidiani un runner di ultra-distanze, se si considera che il nostro Quenton Cassidy (non discostandosi dal vero) arriva a carichi di lavoro settimanali che superano le 140 miglia, per non parlare di sedute di massacranti ripetute.
Se ne trae l'insegnamento che per arrivare a delle performance ottimali bisogna soffrire tanto, tantissimo, in allenamento, all'insegna del principio basilare "No pain, no gain", magari ridendo e scherzando qualche volta, sperando sempre, ma sempre portandosi a casa il proprio carico di miglia quotidiane.
in questo libro c'è una bella combinazione di fantasia (i personaggi e i luoghi sono fittizzi) e di rispetto della realtà: in fondo, l'Autore, con uno spostamento da sé ai suoi personaggi, non fa che parlare delle sue esperienze personali di podista d'eccellenza sul miglio.
Scrive John L. Parker nella postfazione: "...tanti anni fa sentii il bisogno di leggere un libro, come "La Corsa" e scoprii che non esisteva. Era strano trovarsi a desiderare un libro che ancora non era stato scritto, ma presto mi venne in mente che avrei potuto fare qualcosa al riguardo. Mi convinsi che fosse possibile catturare un po' del dolore e della bellezza dolce-amara dell'estenuante ricerca dell'eccellenza fisica.
Finito di scriverlo, pensai che potesse valere qualcosa, ma scoprii che molte, molte persone che avevano a che fare con la pubblicazione e la vendita dei libri non erano d'accordo con me. Pertanto il libro che stringete in mano rischiò seriamente di non uscire mai.
Ma chi corre su lunghe distanze è tutto fuorché poco determinato, e così anni fa il libro ha visto la luce" (p. 252).
Il volume venne inizialmente stampato in proprio (nel 1978) e messo in vendita in occasione delle gare podistiche e dei meeting di Atletica cui lo stesso Parker partecipava dal portabagagli dell'auto (fu nei primi anni della sua vita un "boot-book").
Poi, soltanto dopo che il romanzo ha cominciato a diffondersi come volume-cult tra gli studenti di università e tra i praticanti dell'Atletica leggera, nel 1990 ha visto la luce presso una casa editrice regolare e ha cominciato ad avere una sua distribuzione per canali più adeguati, arrivando infine - come meritava - al grande pubblico.
Con oltre un ventennio di ritardo rispetto alla sua pubblicazione "regolare", è arrivato anche in traduzione di Paolo Bassotti, anche per il pubblico italiano.
Da leggere, decisamente, perchè -come ha commentato Runners World - è "Il miglior romanzo sulla corsa mai scritto".
L'autore. John L. Parker, tre volte campione del mondo nella Southeastern Conference, si è laureato in giornalismo e poi in Legge all'Università della Florida ed è diventato avvocato e reporter, fino a coprire la carica di direttore editoriale del magazine "Running Time". E' autore anche di diversi altri libri che rientrano nella tipologia dei manuali e delle guide al training nella corsa, con un target che spazia dai "Runner d'élite" ai runner "totalmente idioti".
La Corsa , di cui nel 2010 ha pubblicato il sequel de La Corsa, Again to Carthage, è il suo primo libro ad essere tradotto in lingua italiana. (Dal risguardo di copertina) Quenton Cassidy, giovane promessa della corsa sul miglio, viene espulso dalla sua squadra ed escluso dal meeting annuale del suo college per aver firmato una petizione contro il rigido codice di condotta del dipartimento di atletica. Seguendo il consiglio del suo preparatore, l'olimpionico Bruce Denton, Cassidy abbandona la carriera scolastica, la fidanzata e forse anche il suo stesso futuro e per dedicarsi esclusivamente alla corsa, in una sorta di ritiro monastico in campagna.
La solitudine e il rigore di questo stile di vita lo portano molto vicino ai propri limiti fisici e mentali, ma quando Bruce gli sottopone un programma di allenamento che potrebbe consentirgli di competere con il campione del mondo del miglio, tutto ciò sembra finalmente assumere il suo vero significato.
E quella diventa la Corsa verso la quale Quenton può lanciare tutto il suo essere, l'unico traguardo che non può mancare di raggiungere.
Pubblicato in proprio dall'autore nel 1978 e venduto per anni dal baule della sua auto in occasione delle gare a cui partecipava, "La corsa" ha cominciato a diffondersi come libro di culto fra gli atleti dei licei e dei college americani.
Dopo decenni in cui è stato uno dei pezzi più ricercati del mercato americano dei fuori catalogo, la nuova edizione del 2009 ha dato inizio alla sua seconda vita, consentendogli di esprimere in tutto il mondo le sue grandi potenzialità di bestseller di ottima qualità letteraria.