Un cast ricchissimo è stato impiegato per raccontare la storia di un uomo che voleva vincere, nella vita e nello sport, e che invece venne beffato dal destino: Dorando Pietri, il maratoneta la cui mancata vittoria olimpica, per squalifica, consegnò alla Storia dello sport la sua impresa e il suo nome.
1908 – Olimpiadi di Londra. Dopo aver combattuto sino allo sfinimento (cadde ben 5 volte prima di tagliare il traguardo) di fronte ad una folla che, per l'epoca davvero cospicua, si trovò a seguire con trepidazione le gesta di questo piccolo-grande italiano, Pietri viene ingiustamente privato del titolo faticosamente conquistato. Una vittoria persa perché – si disse allora - uno dei giudici lo aveva sorretto quando, confuso e affaticato, aveva rischiato di sbagliare strada e non arrivare alla meta.
Sir Arthur Conan Doyle, inventore di Sherlock Holmes e allora inviato del Daily Mail, chiude così il suo articolo: “La grande impresa dell’italiano non potrà mai essere cancellata dagli archivi dello sport, qualunque possa essere la decisione dei giudici”. La regina Alessandra, per risarcirlo della vittoria negata e a testimonianza dell’ammirazione sua e del popolo inglese, volle consegnargli personalmente una Coppa d’argento, un trofeo identico a quello spettante di diritto allo statunitense Hayes.
L'impresa di Dorando Pietri finì su tutti i quotidiani dell'epoca (tra i quali divennero fondanti del mito i resoconti appassionati del nostro Luigi Barzini), perchè il suo arrivo sino al traguardo, intriso di tenacia e sofferenza, colpì al cuore tutti coloro che ebbero modo di assistervi e divenne, proprio per questo, un'impresa epica e memorabile che insigni il "piccolo" Dorando della statura dell'Eroe.
Nel cast, oltre a Luigi Lo Cascio, nel ruolo di Dorando Pietri, Laura Chiatti (Luciana), Alessandro Haber (Ottavio Bulgarelli), Dajana Roncione (Teresa Bulgarelli), Thomas Trabacchi (Ulpiano Pietri), Fabio Fulco (Pericle Rondinella), Andy Luotto (Johnny Grieco), Jerry Mastrodomenico (Dongo), Roberto Nobile (Rinaldi), Enrico Salimbeni (Lauro Terenzi), Pippo Delbono (Artemio Barbisio -ex Dori).
Il racconto televisivo si apre nel 1905 a Carpi, dove Dorando inizia a correre allenato dal fratello Ulpiano, e si dipana dapprima nella vivace campagna emiliana attraverso le prime vittorie e alcune traversie sentimentali. Ma l’episodio centrale della vita di Pietri resta la sfortunata olimpiade londinese. Prima la grande gioia per essere stato selezionato poi la rabbia e la delusione per quella vittoria “scippata”. Dorando non vuole più correre ma un giorno gli arriva una proposta a cui non può dire di no: sfidare negli Stati Uniti il vincitore della maratona olimpica, colui cioè che gli ha sottratto il titolo. Quindi la trasferta e i fasti americani (nel “nuovo continente” si prenderà la rivincita contro chi lo aveva beffato a Londra ma dovrà anche subire nuovi umiliazioni). Infine il ritorno in Patria dalla moglie per troppo tempo trascurata. Il film si chiude sulle immagini di repertorio che raccontarono al mondo la straordinaria impresa di Dorando Pietri.
Prima parte. Siamo a Carpi nel 1905 e il giovane Dorando Pietri ha una grande passione: correre. E’ una passione che condivide con il suo allenatore: suo fratello Ulpiano. I due sono unitissimi e sognano di correre, un giorno, alle Olimpiadi. La società podistica più importante della zona è quella del Barbisio, un possidente locale; l’atleta di punta della società è Pericle Rondinella, il campione italiano di maratona: un mito per i due fratelli Pietri. Quando però si presentano alle selezioni degli atleti per la “Vigor” (questo il nome della società), Barbisio non crede nelle qualità di Dorando e lo scarta perché lo giudica piccolo, con le gambe storte e rachitico. La delusione di Dorando è amplificata dal risentimento della sua morosa, Teresa, adirata con lui perché per andare alla “Vigor” non si è presentato alla balera a ballare.
Ulpiano non riesce a superare l’amarezza e, fuori di sé, si reca da Barbisio a chiedergli conto della sua decisione. La situazione precipita e Barbisio spara ad Ulpiano ferendolo ad una gamba.
Per mettere a posto le cose viene pattuito un compromesso. Ulpiano dovrà lasciare il paese e Dorando andrà a lavorare alla fabbrica di Barbisio. Ed è proprio qui che Dorando s’imbatte in Luciana, una donna tanto avvenente quanto disinvolta per l’epoca. Dorando scoprirà che è la fidanzata proprio di Pericle Rondinella. E’ anche per questo (ma anche per “vendicare” Ulpiano) che, pur non essendo iscritto, partecipa alla maratona di Carpi. La corre quasi per gioco, con un vassoio di paste in mano, e incredibilmente la vince battendo Rondinella.
Il campione però si rifà il giorno dopo sfidando Dorando e questa volta lo batte. Le due corse vengono seguite dal vecchio Ottavio che, riconosciuto il talento del ragazzo, si offre di allenarlo. E’ grazie a lui che Dorando diventa campione italiano di maratona battendo Rondinella.
Lo smacco subito anche dal Barbisio lo spinge a licenziare Dorando e, dopo la protesta degli altri lavoratori, tutti i suoi operai.
Dorando allora gli lancia una sfida: faranno una corsa, lui a piedi e Barbisio con l’automobile; se vince Dorando, il padrone riprende tutti a lavorare. Complice un inconveniente al motore, Dorando vince e tutti vengono riassunti.
La vita sentimentale di Dorando invece è piuttosto confusa; infatti sebbene si sia riconciliato con Teresa (che nel frattempo ha scoperto essere la figlia del suo allenatore Ottavio), è sempre molto attratto da Luciana; e quando la ragazza gli si propone, lui non sa dire di no…
Teresa viene ricoverata improvvisamente in ospedale e Dorando, di fronte alla concreta possibilità di perderla, capisce che è la donna della sua vita.
Scampato il pericolo i due si sposano, mentre Luciana, addolorata, parte per l’America. E’ proprio durante la festa nuziale che Dorando viene informato che è stato selezionato a rappresentare l’Italia alle Olimpiadi del 1908 a Londra. Londra, la città dove si è rifatto una vita, facendo fortuna, suo fratello Ulpiano.
Seconda parte. Dorando arriva a Londra da solo: Ottavio non era in condizioni fisiche per seguirlo. Si reca allora da Ulpiano e scopre che suo fratello non ha fatto fortuna, ma che vive in condizioni molto umili. L’abbraccio tra i fratelli è comunque intenso. Dorando allora gli propone di diventare il suo allenatore. Ulpiano è commosso.
Arriva il giorno delle Olimpiadi e l’attesa è altissima sia a Londra sia a Carpi dove, insieme a tutti quelli che palpitano per Dorando, c’è anche Rondinella che, seppur a distanza, intende correre la sua maratona “contro” Dorando. All’orario fissato, infatti, mentre Dorando parte con tutti gli altri atleti a Londra, Rondinella avvia la sua corsa nelle campagne emiliane.
La corsa viene seguita a Carpi, attraverso il telegrafo, con Ottavio che, passo dopo passo, spiega le difficoltà che Dorando incontra.
Ad un certo punto Ulpiano vede suo fratello molto affaticato, gli passa una pillola di stricnina che si è procurato con l’intento di potenziare il suo rendimento atletico. Il maratoneta la prende e la stringe in pugno ma poi la butta via.
I rivali più pericolosi dell’italiano sono l’inglese Barnes e l’americano Hayes; progressivamente tutti gli altri cedono, l’ultimo a resistere è l’inglese ma anche lui, quando ormai è prossimo allo stadio, è costretto a cedere il passo a Dorando. La disperazione di Barnes si somma a quella di Rondinella che a Carpi si ferma sfinito.
Dorando entra nello stadio accolto dal boato della folla; ma è disidratato e distrutto dalla fatica: imbocca la direzione sbagliata, barcolla, cade, si rialza, cade ancora. La folla e i giudici di gara lo invitano a rialzarsi e a compiere quei pochi metri che lo separano dalla Storia. Dorando sembra non farcela fino a quando nello stadio non fa il suo ingresso l’americano Hayes. A questo punto Dorando trova le ultime energie per tagliare il traguardo. Subito dopo però crolla rischiando la vita. Accade così che a Carpi, Teresa, i genitori, Ottavio, e tutti gli altri passino in pochissimi secondi dalla gioia allo sconforto… E poi ancora alla gioia quando viene comunicato che il campione è fuori pericolo.
Purtroppo però Dorando non può gioire: gli americani hanno fatto ricorso sostenendo che l’italiano sia stato aiutato a rialzarsi; poi viene anche fatto un riferimento alla stricnina. I giudici decidono di squalificarlo e assegnare la vittoria all’americano. A nulla serve la coppa che le consegna personalmente la regina Alessandra per risarcirlo della vittoria negata e a testimonianza dell’ammirazione sua e del popolo inglese.
Tornato a Carpi, Dorando non intende correre più: si sente tradito. E a nulla serve l’amore di Teresa. Un giorno però un italo-americano di New York, tale Grieco, lo invita a sfidare Hayes, il vincitore di Londra, al Madison Square Garden.
Dorando accetta, spinto anche da sua moglie. E nulla potrà fare poi Teresa quando, leggendo una delle tante lettere di ammiratori e ammiratrici che il marito riceve, scoprirà che proprio a New York vive, sola con un figlio, proprio Luciana.
A New York la comunità italiana accoglie Dorando da vero eroe. Gli chiede di battere Hayes; ma il momento più difficile per lui è quando rivede Luciana. Tra i due il tempo sembra non essere passato e l’attrazione è forte. Dorando le chiede di chi sia il figlio, ma la donna non intende rivelarglielo.
Ma le sorprese per Dorando non sono finite qui: poco prima della rivincita contro Hayes scopre che Grieco è in realtà un delinquente che gestisce un giro losco di scommesse e gli impone di perdere la gara. L’italoamericano è già d’accordo con Hayes; dopo rifaranno un’altra gara e Dorando potrà vincere…
Pietri fa di testa sua e batte l’americano. La conseguenza è che Grieco rapisce il figlio di Luciana e obbliga Dorando a perdere una serie di gare in modo da recuperare tutti i soldi che ha perso al Madison Square Garden.
Dorando è costretto ad accettare e si umilia fino a quando Grieco non considera saldato il debito. A questo punto il piccolo Michael viene riconsegnato alla sua mamma. Luciana, finalmente rasserenata, rivela a Dorando che il padre del bambino è Rondinella.
Dorando, nel frattempo, ha capito che il suo posto è a Carpi e che la donna che ama è Teresa; si accomiata così da Luciana ed anche da Ulpiano che invece ha deciso di fermarsi in America.
Tornato a casa trova Teresa che, dopo averlo a lungo aspettato, si sta vedendo con un altro uomo. Dorando non si dà per vinto e le corre dietro, finché la ragazza non si lancia nelle sue braccia.
Non gli resta che un’ultima missione: rintracciare Pericle Rondinella. Lo trova in guerra in una trincea e gli comunica la sua paternità.
I due rivali si scoprono allora amici e corrono insieme verso il futuro.