(Guido Ghidorzi) "Il denaro in testa" (Rizzoli, 2011) è il titolo del recente libro dello psichiatra Vittorino Andreoli.
Il testo, nelle sue diverse articolazioni, ricorda che il denaro, quello che va oltre le necessità d'un decente sostentamento, ci inquina il cervello ed è, secondo l'Autore, la base della patologia dell'Anima della nostra civiltà. La sua proposta è di considerare centrale questa questione, portandola pure in quel laboratorio di salute che sono gli incontri di psicoterapia.
Nella sua recensione al volume Guido Ghidorzi, anche lui psicoterapeuta e appassionato praticante del camminare consapevole, ha ricordato un'esperienza raccolta tempo fa (un racconto che ha raccolto nella sua pratica terapeutica).
"Siamo in ambito cattolico di base, dove il camminare è da sempre considerato metodo educativo, non solo nel pellegrinaggio. Si proponeva a singoli o a gruppi ristretti, di massimo 2 o 3 persone, di partire per un viaggio a piedi, senza una precisa destinazione e... senza denaro. C'era da mettere alla prova la solidarietà umana.
Per mangiare e dormire e qualsiasi bisogno si doveva chiedere alle persone che si incontravano sulla strada".
Chi mi ha raccontato ciò, - continua Ghidorzi - sosteneva di non aver mai ricevuto rifiuto d'aiuto, una volta che si spiegava ciò che si stava facendo. Riflettendoci ora, di fronte alla crisi materiale e di valori che tutti ci attraversa, mi sembra un'idea semplice, radicale, terapeutica addirittura. La devastazione del pensiero umano, di cui parla Andreoli, necessita di antidoti.
Noi che amiamo viaggiare a piedi, e sappiamo la ricchezza che ci può donare, possiamo sperimentare, al di là di essere o meno credenti, il "cammino povero"?
Partire per un cammino... senza nient'altro che la nostra umanità.
Ad esempio, - conclude Ghidorzi - potremmo chiedere ospitalità come dono, come messaggio di apertura all'altro. In cambio, offriremo di ricambiare con la nostra ospitalità quando lo gradiranno. Un credito di fiducia.
Per essere concreti, potremmo creare una rete di indirizzi, le nostre case, mettendole a disposizione dei viandanti che condividono lo spirito di quest'iniziativa. Sarebbe un concretizzare il viaggiare gratuito, responsabile, solidale... e fare così, con questa piccola cosa, del mondo un luogo veramente migliore".
Dal risguardo di copertina
Il denaro sul "lettino" dello psichiatra: un personaggio capace di riempire la testa dell'uomo come in una possessione che cancella ogni identità e ogni norma di comportamento civile. Il denaro nell'analisi di uno psichiatra e non di un economista, dunque di chi si occupa di salute della mente e non di tecniche per garantire il benessere economico dell'individuo e dell'intera comunità. E in questa invasione di campo si scopre che il denaro è fonte di malattia. Per chi è povero ma anche per chi ha i forzieri pieni. Vite che ruotano intorno ai soldi, al desiderio di possederli, alla paura di perderli: l'ossessione, la dipendenza, l'angoscia, il lutto... si finisce per ridurre una società al denaro come misura del valore non solo delle cose, ma della stessa persona. L'uomo a una sola dimensione. Nella follia da denaro si corre il rischio di sostituire le banconote agli affetti, che assumono un prezzo in euro. In questa situazione emerge un bisogno di felicità che non è direttamente legato a stati di ricchezza o povertà. Non si tratta di una strategia consolatoria in un momento di crisi dell'economia nazionale e mondiale, ma di un modo per ritrovare il significato della vita e delle relazioni interpersonali.
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